Natale, come fermare il traffico di panettoni riciclati
13 Dicembre 2019A Natale, il riciclo dei panettoni
Sotto la confezione del panettone, in un angolo nascosto, disegno un piccolo scarabocchio.
Un segno identificatore, stile microchip installato sotto la pelle di una rondine per seguirla durante la migrazione.
Perché a Natale, lo scambio dei panettoni (e affini) è un vero e proprio fenomeno migratorio.
E, allora, prima di lasciar partire il dolce regalo, decido di tracciare il pacco per disegnarne il percorso.
Attenti a amici e parenti
Viene a trovarti il cugino e zac!
Con lo sguardo da furbetto, ti regala il panettone dall’aria riciclata.
Vai a salutare la zia e bum!
Col sorriso sornione, le affibbi il pandoro ricevuto il giorno prima.
Organizzi una serata tra amici, pensi (finalmente) di offrire e liberarti dei dolci che giacciono inermi sotto l’albero e, invece, sei anticipato dalla mossa dei tuoi ospiti.
Ne offri uno, ne ricevi quattro: l’algebra natalizia ti punisce ancora.
La questione non è legata alla generosità del donare.
Piuttosto, i dubbi nascono dalla provenienza dei panettoni riciclati: sotto quanti alberi di Natale hanno già dormito?
In quante case sostano?
Da quanto tempo girano tra parenti e amici?
Blocchiamo il riciclo di panettoni
Appena ricevo il dono dall’ospite di turno, guardo sotto la confezione.
Se trovo uno scarabocchio, lo riconosco: è parte del traffico di regali natalizi riciclati.
Più segni potrebbero indicare – addirittura! – un riciclo multiplo.
Dunque, unitevi al sottoscritto: prima di lasciar partire un panettone, firmatelo.
Per riconoscerlo.
In caso di inatteso rientro alla base.