Come pedalo a Napoli? Con un carro armato rosso
13 Gennaio 2020I mille pericoli del tragitto casa-lavoro
Due specchietti, l’ultimo accessorio acquistato per pedalare in sicurezza.
Perché, se decidi di recarti al lavoro in bici, devi preparare al meglio le armi per attraversare la giungla metropolitana.
Gli specchietti per la bici, in un mondo ideale, forse risultano superflui.
A Napoli, invece, li considero essenziali.
Con l’assenza totale di piste ciclabili, spostarsi in città in bici significa viaggiare in strada al fianco di moto (che si muovono come schegge impazzite), auto ovunque, bus e camion costretti a manovre pirotecniche.
Dunque, dalla sella della mia e-bike rossa, metro dopo metro, studio i pericoli da affrontare per la quotidiana battaglia ecologica.
E affino l’equipaggiamento del mio piccolo carro armato a due ruote.
Robusti ammortizzatori, imbottitura ulteriore della sella, ruote da trattore, freni sempre al top, clacson elettrico, doppio faro posteriore (uno lampeggiante) – oltre a quello anteriore.
Completa l’armatura da guerra, il casco e la maschera antismog.
Ma, nonostante tutto, le imboscate si evolvono: da oggi massima attenzione agli ultimi arrivati, gli invisibili scooter elettrici.
Scooter elettrici: il pericolo invisibile
Ben venga lo scooter elettrico, nuovo mezzo alternativo per spostarsi in città.
Non inquina, velocità ridotta, economico (non prevede assicurazione), facile da guidare.
Una soluzione ideale per i micro spostamenti urbani, una concreta opzione contro il traffico.
Da incentivare, ne sono convinto.
Purtroppo, però, vale la suddetta considerazione: non viviamo in un mondo perfetto.
E dunque, succede che un valido mezzo alternativo diventi un’arma (l’ennesima) contro i volenterosi ciclisti metropolitani.
Lo scooter elettrico, nella realtà, è un mezzo invisibile.
Non emette suoni.
Nessun ronzio.
Impossibile da intercettare, difficilissimo prevenirne i movimenti.
A volte, guidato da ragazzini privi di casco, in due (o più) e indifferenti a qualsiasi regola del codice stradale.
Sbucano dal nulla e, con tutta la sfacciataggine del mondo, ti superano o tagliano la strada.
Nei migliori dei casi, il sorpasso avviene a sinistra.
Spesso, con una manovra spericolata, superano a destra insinuandosi tra il ciclista ed il marciapiede.
Dunque, per fermare questi nuovi «mostri», è necessaria la giusta contraerea.
Gli specchietti, appunto.
Radar laterali per intercettare l’idiota di turno.
Fino al prossimo imbecille.
Che, ne sono certo, è già dietro l’angolo pronto a fermare la difficile (e inesorabile) pedalata ecologica del carro armato rosso.