Fabrizio, l’uomo che combatte l’indifferenza con i complimenti (agli altri)
14 Febbraio 2020Alla stazione centrale di Napoli
«Buongiorno Principessa!», «Ciao Sindaco» gli epiteti di Fabrizio strappano un sorriso ai tanti pendolari che, di corsa, attraversano la stazione centrale di Napoli.
Lo trovate ogni giorno, lato “binario calmo” (per chi conosce il luogo), vive di elemosina.
E, per attirare l’attenzione ed invogliare a donare qualche spicciolo, regala ad ogni passante un titolo.
Al gentil sesso, «regina», «bellissima» e «professoressa».
Per noi uomini, non mancano mai «primo ministro» e «direttore».
Fabrizio, il suo vero nome?
Così, un giorno che mi assegna un fantasioso «ciao ambasciatore dell’est», fermo la solita corsa mattutina e gli pongo una semplice domanda: «scusami, tu che trovi un soprannome ad ognuno, come ti chiami?».
«Fabrizio» risponde col solito sorriso.
«E da dove vieni?» chiedo incuriosito.
«Dal centro dell’Africa» ripete tranquillo.
Chissà quale storia cela quest’uomo.
Da quanti anni è in Italia?
Che tipo di lavoro svolgeva nel suo paese?
E la sua famiglia?
Da dove nasce questa innata capacità di sparare titoli a mitraglia?
Come riesce ad apparire così sereno nonostante il difficile destino che, quotidianamente, affronta?
Un sorriso contro l’indifferenza
Domande scontate?
Non credo.
Anzi, sono certo che, anche le eventuali risposte, racconterebbero una esistenza
drammatica.
Nonostante tutto, Fabrizio pesca dalla sua sterminata fantasia – come da una cesta magica – per chiunque passi, un divertente soprannome.
Lui che arranca, dona a noi altri un istante di buon umore.
Un sorriso contro l’assuefazione.
Un soprannome per sconfiggere l’indifferenza ai dramma altrui.
Una voce per non dimenticare mai che siamo tutti essere umani.