Quando al cinema si fumava e la politica intervenne (bene)
19 Febbraio 2020Italia, la legge antifumo (Sirchia, 2003)
La pellicola scorre sul grande schermo ma la magia del cinema è inquinata dalla nicotina che, come una nebbia nefasta, cala sugli spettatori inermi.
In sala, i fumatori sono liberi di incenerire l’aria come e quando vogliono: nessuna legge impedisce loro di accendere e spegnere le sigarette nei locali chiusi.
Anche il sottoscritto ricorda queste scene di ordinaria follia quando, da bambino, tra l’emozione di ET che telefonava casa, le risate con zio Bud in difesa dei più deboli e Rocky che metteva al tappeto Apollo, il cinema si trasformava ben presto in una sauna di fumo passivo.
Oggi, a distanza di qualche anno, è inconcepibile vedere un professore fumare in classe, accendere una sigaretta al cinema o in un locale chiuso.
Perché in Italia è in vigore la Legge Sirchia del 2003.
La politica del buon senso
La Legge Sirchia è il giusto compromesso tra la politica ed il buon senso.
Un principio semplice e rivoluzionario:
è vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico
Ecco cosa ci si attende dalla politica: che operi in difesa di tutti i cittadini, a favore del bene comune, a partire dalle piccole, grandi questioni quotidiane.
Oltre gli schieramenti ciechi (e strumentali) dei partiti.
E la Legge Sirchia è un esempio di buona politica.
Non è dal 2003 che non si può fumare nei cinema, ma dal 1975, no?
Negli anni settanta ero un bambino e ricordo le sale cinematografiche piene di gente e anche di fumo.
Non credo che la legge che vieta il fumo nei luoghi pubblici risalga al 1975, da quanto ho letto è stata introdotta dal ministero della salute nel governo Berlusconi, ministro Sirchia nel 2003 appunto.
Stesso discorso vale per i ristoranti.
Nei cinema non si può fumare dal 1975. Io, infatti, sono del 1973 e non ho mai dovuto sopportare il fumo passivo a cinema.
meglio così.
Allora il concetto vale per i ristoranti 🙂