Vomero e l’inspiegabile mistero del traffico (nonostante metropolitana e funicolari)
17 Luglio 2020Il Vomero, quartiere servito da tutti i mezzi pubblici
«ATTENTO!!!» l’urlo della mamma che, sul marciapiede, mentre spinge il carrozzino e tiene per mano l’altra figlia (di cinque/sei anni), per pochi centimetri evita l’incidente.
Un auto parcheggiata (lungo il marciapiede appunto) con faticose manovre cerca di ritrovare la strada.
E, in retromarcia, per un soffio non investe la bambina.
Passeggio per il Vomero, uno dei quartieri di Napoli meglio servito dai mezzi pubblici eppure sempre intasato dal traffico, di mattina come di notte.
Una zona attraversata – ogni santo giorno – da un numero di automobili sproporzionato, con la fobia della sosta (spesso selvaggia) e l’incubo dell’ingorgo.
Paure che generano panico tra gli automobilisti e azioni, spesso, di pura inciviltà.
Ma, un luogo della città raggiunto dalla metropolitana Linea1, tre funicolari (la funicolare centrale, quella di Chiaia e la funicolare di Montensanto) e svariate linee di autobus pubblici, non dovrebbe essere libero dalla morsa del traffico cittadino?
Traffico al Vomero, questione culturale?
Perché il Vomero, nonostante l’alternativa dei mezzi pubblici, continua ad essere soffocato da auto, scooter e smog?
Per chi non abita nelle zone limitrofe e decide di passeggiare per lo shopping a via Luca Giordano, ad esempio, perché non viaggia in metropolitana?
I (tanti) giovani frequentatori dei locali, utilizzano lo scooter o le funicolari (aperte fino a tardi)?
E i lavoratori, liberi professionisti e dipendenti, come raggiungono il quartiere collinare?
Dunque, il Vomero presenta diverse opzioni eppure – come il flusso giornaliero dimostra – la maggior parte dei cittadini adopera mezzi propri (anche prima dell’emergenza Covid-19).
Vuoi vedere che trattasi di una pura questione culturale?
Un giorno, come Berlino?
Undici di sera, torno in hotel con la metropolitana.
Viaggiamo come se fosse mattina, in totale normalità.
Nel vagone, due ragazze discutono rilassate, un ciclista mantiene la bici pronto a scendere, altri chiusi nelle loro cuffie.
La scena vissuta in un recente viaggio a Berlino, è l’auspicio del cambio di mentalità che, prima o poi, arriverà anche da noi.
E solo allora, il Vomero respirerà.