“Il colibrì” di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020
29 Settembre 2020Il colibrì, premio strega 2020
Che valore ha il Premio Strega?
Rende forse un romanzo migliore o degno di essere letto?
Sicuramente accende un riflettore sul libro e l’autore.
Sta di fatto che, un po’ per curiosità, un po’ per la pubblicità ricevuta, l’attesa che suscita la lettura de Il colibrì di Sandro Veronesi, è alta.
Eppure, giunto a fine lettura, resto soddisfatto a metà.
Anzi, soddisfatto della seconda metà.
Perché, per quasi tre quarti dell’opera, non scatta l’empatia con Marco Carrera – lo sfortunato protagonista a cui il fato regala una vita sofferta.
Il colibrì, come uno spettatore distante
Leggo con distacco, ecco la pecca principale de Il colibrì.
A questo romanzo manca quel calore dei personaggi, quel fascino che trasporta il lettore nel mondo sognato dallo scrittore.
Dunque, per la prima metà del libro, nonostante l’impegno, non salto al fianco di Marco Carrera, non scatta mai quella scintilla che mi trasporta vicino ai personaggi per vivere, insieme a loro, la storia.
Forse, questa sensazione è alimentata anche dallo stile scelto da Sandro Veronesi.
Molti capitoli, infatti, sono delle e-mail o delle lettere.
Questa tecnica, però, al sottoscritto ricorda più dei fatti di cronaca che vicende profonde e sentimenti forti.
E così, percepisco la narrazione come uno spettatore al cinema: vedo scorrere le immagini con passività, senza coinvolgimento emotivo.
E, con distacco, assimilo e consumo la trama.
Nel finale, l’atteso riscatto
Come in un puzzle, nel finale frettoloso – finalmente – i pezzi corrono veloci al loro posto.
Frettoloso perché, all’improvviso, la storia assume una accelerata anomala rispetto alla velocità con la quale le pagine scorrevano.
Come se l’autore, giunto ad un punto della vicenda, sentisse la necessità di chiudere e fornire le dovute spiegazioni sui tanti perché disseminati lungo la dolorosa vita di Marco Carrera.
Il colibrì diventa, così, un romanzo con un senso.
Razionale, ben costruito, forse anche con un messaggio significativo.
Ma, per il sottoscritto, Il colibrì – nonostante l’acclamato Premio Strega – resta privo di quel tocco romantico che rende un libro un viaggio speciale.