«Ragionevoli dubbi» di Gianrico Carofiglio: l’avv. Guerrieri stavolta non convince
18 Ottobre 2020 0 Di mariomonfrecola«Ragionevoli dubbi», il terzo episodio dell’avv. Guido Guerrieri
Sono stanco dei personaggi stereotipati, ecco l’ho detto.
E il Guido Guerrieri di Ragionevoli dubbi, terzo episodio scritto dal bravo Gianrico Carofiglio, lo è.
A differenza dei primi due – il sorprendente esordio in Testimone inconsapevole e la conferma nell’intenso Ad occhi chiusi – in questo nuovo romanzo non si ripete quell’atmosfera magica che rende l’opera avvincente.
Al contrario, respiro un’aria di ripetitività.
Con l’avvocato antieroe prigioniero dei soliti cliché, con i rituali (triti e ritriti) dell’uomo chiuso nella sua sofferenza (e solitudine) costretto ad affrontare i pericolosi mostri del passato mai sconfitti.
Trama, stile e storia avvincenti
Eppure in Ragionevoli dubbi gli elementi ai quali appassionarsi non mancano: un caso che sembra chiuso ma forse non lo è, una vecchia conoscenza che riappare dal profondo, la debolezza dell’animo umano.
Ma, soprattutto, in questo terzo libro Gianrico Carofiglio lancia un messaggio di positività: la voglia di credere nella Giustizia che, anche se imperfetta, ogni bravo avvocato cerca, con forza, a tutela dei propri clienti (e della collettività).
E allora, la delusione del sottoscritto dove nasce?
Non certo nella trama, ben strutturata con i dovuti flashback e colpi di scena tipici del genere.
Tantomeno, nello stile: lineare, pulito, le pagine scorrono via veloci e senza difficoltà.
Il problema è proprio l’avv. Guido Guerrieri.
La noia dell’antieroe solo e con la barba incolta
Senza giri di parole, sono annoiato del personaggio colpito dal destino infausto, solo e contro tutti.
E anche stufo dall’antieroe sfigato, l’uomo ferito dall’amore perduto, con la barba incolta, di notte buttato in un bar, incapace di svoltare dal baratro e in fuga dai sensi di colpa.
Per il sottoscritto, il bravo Gianrico Carofiglio, in questo terzo episodio, calca troppo la mano su tali aspetti.
E disegna un Guido Guerrieri prevedibile e stereotipato.
Peccato.
Ma ora non perdiamo la calma, c’è sempre un rimedio (già dal successivo romanzo?).
Continuerò a seguire le avventure baresi del nostro amato antieroe.
Dopotutto, un (mezzo) passo falso capita anche ai migliori.
Giusto avv. Guerrieri?