«La donna degli alberi»: dov’è finito il nostro caro, vecchio Lorenzo Marone?
16 Luglio 2021«La donna degli alberi»: evoluzione di uno scrittore?
Giunto all’ultimo rigo di La donna degli alberi di Lorenzo Marone, avverto una sensazione netta: questo romanzo è il passo successivo di uno scrittore (dopotutto ancora molto giovane) in formazione.
Però, come tutte le evoluzioni che si rispettino, anche questo cambiamento del nuovo Marone, spiazza.
Perché del nostro vecchio amato scrittore, resta ben poco.
L’ambientazione, la lettura scorrevole (e, perché no, leggera), l’ironia di certi personaggi (soprattutto femminili) ma, soprattutto, un tipo di narrazione capace di emozionare il Lettore: caratteristiche che in La donna degli alberi, reputo assenti.
Un romanzo scritto per se stesso?
Chiedo all’autore: La donna degli alberi nasce dal desiderio di condividere con i Lettori una Storia nella quale credi oppure l’hai scritta per soddisfare una tua esigenza personale?
Lo stile troppo pomposo, la ripetizione eccessiva di pensieri quasi filosofici, profonde riflessioni impossibili da associare ad una qualsiasi persona media rendono il libro irreale.
E poi, quella insistente (e tediosa) ricerca del termine aulico, il rallentare al massimo la trama, un insieme di caratteristiche – inattese per chi, come il sottoscritto, ha letto tutte le opere dello scrittore napoletano – che trasformano il romanzo in un esercizio di scrittura.
Come se Lorenzo Marone, conscio del successo popolare, ora cercasse una nuova via per convincere la critica, la medaglia da attaccare al petto, l’opera matura per far incetta di premi letterali, un libro per piacere (anche) agli esperti del settore.
Una prova di forza dove il metodo sovrasta l’emozione, un testo puramente didattico ma freddo.
Proprio come quelle opere teatrali recitate da attori che, incuranti degli sbadigli del pubblico, proseguono la performance per dimostrare a se stessi di conoscere le regole della scuola di recitazione.
Ricevono critiche entusiaste ma suscitano l’indifferenza del pubblico.
Il nuovo Lorenzo Marone? Rimandato
Dunque, La donna degli alberi non mi è piaciuto.
Gli aspetti tipici del Marone che ho amato sono totalmente assenti.
Inoltre, la trama è fin troppo lineare e piatta: il diario di una donna che si rifugia in montagna, a contatto con la Natura, per ritrovare l’equilibrio smarrito.
Giunto all’agognato finale, non provo emozioni particolari, nessun sussulto, solo una leggera apatia nei confronti di un libro dalle forti aspettative ma che delude le attese.
Ma, nonostante tutto, credo che La donna degli alberi sia una tappa di un lungo percorso intrapreso dall’autore che, per la stima conquistata con le precedenti opere, continuerò a seguire con attenzione.
Dopotutto, provare nuove, inesplorate strade è sintomo di coraggio e voglia di migliorarsi.
PS una curiosità: in La donna degli alberi, i personaggi sono tutti senza nome (lo Straniero, la Rossa, il Cane …) e il racconto è privo di conversazioni.
Forse, l’autore si è ispirato allo stile di José Saramago in Cecità?