«Le tre del mattino», di Gianrico Carofiglio: sul rapporto padre/figlio

4 Gennaio 2022 0 Di mariomonfrecola

«Le tre del mattino»: interessante ma freddo

L’idea è apprezzabile: un evento imprevisto costringe padre e figlio (adolescente) a trascorrere un periodo forzato insieme.
Per riscoprire quell’intimità interrotta e riprendere il filo (indistruttibile ma spesso trascurato) che lega un genitore a un figlio.

Eppure, nonostante il tema delicato, Le tre del mattino non emoziona.

Innanzitutto, lo stile.
Già nella (apprezzata) serie dell’avv. Guido Guerrieri, ho sempre considerato la scrittura di Carofiglio troppo formale.
E, anche in quest’opera, la narrazione è impeccabile ma distaccata, come un articolo di cronaca perfetto nel racconto cronologico degli eventi ma privo di empatia.
La trama del libro scorre con freddezza, per la quasi totalità della storia non avverto mai quella magia che fa scattare l’identificazione col personaggio, nell’adulto e nemmeno nel ragazzo.

insomma, Le tre del mattino mi ricorda più un mèro esercizio didattico dell’autore – tra l’altro, eccellente come sempre – che un romanzo offerto a noi, Lettori appassionati.

Le tre del mattino», di Gianrico Carofiglio: la mia recensione

Un libro leggero, di pura evasione

I fans più convinti di Gianrico Carofiglio, troveranno Le tre del mattino imperdibile.
Perchè il vero ammiratore – come un innamorato con gli occhi foderati d’amore – al suo scrittore preferito perdona anche un mezzo passo falso.
Allora, se amate Carofiglio, dovete conoscere la storia di Antonio (affetto da una forma di epilessia idiopatica) e suo padre, professore di matematica, apparentemente distratto e invece acuto osservatore della Vita.
Un’avventura di tre giorni a Marsiglia permetterà ad entrambi di riavvicinarsi, ritrovare aspetti dimenticati, ricostruire quel legame figlio-padre così forte nell’infanzia quanto fragile nell’adolescenza.

Oltre all’idea tutto sommato originale, aggiungo: il libro è una lettura veloce, lineare, leggera.

Dunque, trattasi di una storia di pura evasione, priva di particolari scossoni (emotivi) e colpi di scena.
In pratica, i tre giorni marsigliesi volano via come il sorso di un bicchiere d’acqua fresca (nel bene e un male).
E così, giunti a fine lettura, posto il volume sullo scaffale, dopo una breve riflessione interiore, siete già pronti per il prossimo romanzo.