«Di chi è la colpa» di Alessandro Piperno: mille spunti di riflessione, e poi?
12 Gennaio 2023«Di chi è la colpa»: romanzo forbito ma senza mordente?
La scelta più facile per giustificare i nostri errori è incolpare l’altro.
In estrema sintesi, potrebbe trattarsi del concetto base sul quale il bravo Alessandro Piperno incentra Di chi è la colpa.
Ma, suppongo che dietro questa storia – narrata in prima persona, in modo magistrale – ci sia dell’altro.
Che però, in tutta sincerità, durante la lettura non colgo.
Comunque la si pensi, è indubbio: il romanzo presenta notevoli spunti di riflessione.
A partire dallo stile forbito con il quale l’autore narra la vicenda: in diversi punti, evidenzio dei termini che poi cerco sul dizionario (ad esempio: solipsismo, mai sentito prima).
Senza citare esempi specifici, va sottolineato come l’opera sia ricca di locuzioni ricercate, termini quasi anacronisti che, invece, rendono la scrittura di Piperno raffinata, sofisticata ma scorrevole, uno stile davvero elegante.
Insomma, un vero piacere per chi ama la scrittura (e la lettura).
E poi, da non sottovalutare, la scelta del racconto in prima persona.
Un aspetto originale e preciso, come in un diario ben strutturato, pagina dopo pagina riviviamo la vita e le riflessioni di un bambino poi divenuto adulto.
Un bambino al quale la vita non risparmia durissimi colpi ma anche seconde opportunità.
E, dunque, riuscirà il nostro ragazzino a crescere scrollandosi dalla coscienza i sensi di colpa che lo hanno segnato in giovane età?
Senza emozione
Di chi è la colpa mi ricorda quelle opere teatrali dove l’attore protagonista sfoggia una recitazione impeccabile.
Una performance perfetta, secondo i canoni della migliore scuole di recitazione.
Pura tecnica, senza dubbio.
Ma opera priva di vere, forti emozioni.
Eh già, perché il romanzo di Alessandro Piperno scorre via veloce.
Un vero piacere per le sensibili papille gustative del Lettore.
Ma – a conti fatti – giunti all’ultimo rigo, quali sentimenti smuove?
Quale messaggio desidera lanciare l’autore?
La trama è poi così profonda?
L’applauso finale c’è.
Ma non è un applauso scrosciante, convinto, soddisfatto.
E dunque, Di chi è la colpa è un capolavoro oppure è un’opera gonfiata?
A me il dubbio permane.
Due romanzi: uno palestinese, l’altro israeliano
Di chi è la colpa è ambientato nella Roma benestante, la Roma frequentata da ricche famiglie ebree, in scuole esclusive e sfarzose feste (religiose e non).
Per una strana par condicio, la lettura di questo romanzo segue Come il vento tra i mandorli, l’opera di di Michelle Cohen Corasanti che narra le vicende di famiglia palestinese in continua lotta tra l’odio, la vendetta e la voglia di cambiare il proprio amaro destino.
Due romanzi per aprire una finestra sull’assurda e inaccettabile questione palestinese.
Da leggere con il giusto spirito critico.
“Ma è così che siamo fatti, no? Nei momenti di crisi, quando le cose prendono il verso sbagliato, non resta che guardarsi intorno in cerca di qualcuno a cui affibbiare la colpa. Identificarlo significa sgravarsi di un peso, conferire al dramma in corso, se non proprio una logica, perlomeno un senso retrospettivo“