A Vairano per testimoniare un (grave) errore storico [FOTO]
26 Febbraio 2023A Vairano Patenora, il famoso incontro del 1860 tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II
Appena giungo nei dintorni di Vairano – piccolo centro in provincia di Caserta – parto alla ricerca del monumento dedicato al famoso incontro avvenuto il 26 ottobre del 1860 tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II.
E, in breve, trovo l’opera: la scultura commemorativa è ben visibile all’incrocio principale, sulla strada che dal paese porta verso l’ingresso dell’autostrada A1 di Caianello.
Dunque, la suddetta opera mette in discussione l’incontro di Teano riportato in tutti i libri di scuola, l’incontro tra Garibaldi e il Re per sancire la fine del Regno delle Due Sicilie e la spedizione dei Mille.
Un evento che, da giovane studente – come tutti – lessi avvenuto a Teano.
Un fondamento della “storia ufficiale” oggi messa in discussione da tanti studi (la stessa pagina Wikipedia dedicata all’incontro di Teano riporta i dubbi sul luogo esatto del ritrovo).
Fotografo il monumento con una domanda che mi ronza nella mente: perché il Ministero dell’Istruzione non pone rimedio ad una inesattezza storica riportata tutt’oggi nei libri di scuola?
L’approfondimento di Lorenzo Izzo (con ebook gratuito)
La visita a Vairano soddisfa una curiosità personale nata dopo la lettura dell’ebook gratuito pubblicato dal mio amico Lorenzo Izzo, storico per passione.
Sul suo sito ufficiale, è disponibile il download gratuito del volumetto Il luogo esatto dello storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele II del 26 ottobre 1860.
Il testo di Lorenzo riporta la dovuta verità su un evento storico dall’alto valore simbolico per la nascita della nostra nazione.
Ventotto pagine con precisi riferimenti, date, eventi, documenti, un lavoro notevole che merita le dovute attenzioni da parte nostra (e dagli esperti del settore).
Dopotutto, a Vairano in quel lontano 26 ottobre del 1860, fu sancita l’unità d’Italia.
E partire con una mezza verità non è un bel segnale.
Allora, perché non rimediare e correggere i testi ufficiali a partire dai libri di scuola?