«Il profumo della rosa di mezzanotte»: come un colossal di Bollywood

2 Maggio 2023 0 Di mariomonfrecola

«Il profumo della rosa di mezzanotte», di Lucinda Riley

Desideravo immergermi in una storia lunga, leggera, emozionante.
Cercavo un romanzo nel quale perdere i pensieri, capace di trasportare la mente in un viaggio lontano, tra sentimenti forti e luoghi esotici.
Dalla libreria pesco Il profumo della rosa di mezzanotte di Lucinda Riley, per il sottoscritto autrice nuova.

E, giunto a fine lettura, provo quel senso di soddisfazione tipico delle storie che vorresti non abbandonare, nemmeno dopo l’ultimo rigo.

l profumo della rosa di mezzanotte, di Lucinda Riley: la mia recensione

Come un colossal di Bollywood tra avventura, amore e tradizioni secolari

Catalogare in un solo genere Il profumo della rosa di mezzanotte non è semplice.
La trama calza a pennello per un colossal di Bollywood, tra tradizioni inviolabili, voglia di modernità, scontro generazionale figli/e – padri/madri, colonizzazione inglese e indipendenza indiana.
Ma anche l’amore di una madre per un figlio perso in tenera età, la forza di Anahita Chavan – l’eroina intorno alla quale ruota l’epica vicenda – capace di affrontare le ingiustizie della vita, con una forza fuori dall’ordinario e la voglia di modificare un destino già scritto.

Dunque, l’opera di Lucinda Riley è un romanzo d’amore?
Si.
E’ un libro d’avventura?
Si.
Presenta dei colpi di scena come un giallo?
Si.

Il profumo della rosa di mezzanotte è un insieme di più generi, capace di raccontare una storia lunga cento anni con intensità e leggerezza.

Tra passato e presente, il mosaico si ricompone

L’autrice gioca con il tempo, l’unica medicina capace di addolcire qualsiasi dolore.
Con una serie di flashback, capitolo dopo capitolo si collegano episodi del passato di Anahita bambina con il presente di Anahita nonna.

Una serie di puntini uniti dal trascorrere degli anni, un racconto avvincente, dolce, potente.
Ma anche doloroso, perché la vita non risparmia pugnalate alla nostra eroina.

Per il sottoscritto, una lettura avvincente.

Perché dopo le dure parole da digerire di Nient’altro che la verità (Michele Santoro) e le profonde riflessioni di La mattina dopo (Mario Calabresi), necessitavo di un romanzo di pura evasione.

E credo di averlo trovato.