«Non lasciarmi»: capolavoro o romanzo da dimenticare?
13 Dicembre 2023«Non lasciarmi», un romanzo di Kazuo Ishiguro
Sepolto da una montagna di parole.
Ecco la sensazione che, a fine lettura, mi resta di Non lasciarmi, l’intrigante romanzo di Kazuo Ishiguro.
Per il sottoscritto, un’opera appartenente alla categoria “libri faticosi”: l’autore affronta temi eterni quali l’amicizia, l’amore, il dolore e la speranza ma le pagine scorrono alla velocità di una tartaruga ultracentenaria.
Storia scritta (e pensata) in modo impeccabile: lo stile di Kazuo Ishiguro è ricercato, fluido, profondo.
Inoltre, l’idea visionaria di una società dove vivono e crescono Kathy, Tommy e Ruth – i giovani protagonisti dell’intera vicenda – pian piano che la trama si infittisce, mette i brividi.
Perché, pezzo dopo pezzo, il mosaico prende forma.
All’inizio, il lettore percepisce qualcosa ma non ha la certezza di quale sia il dettaglio nefasto.
Poi, tra le montagne di parole, ogni tanto emerge quel particolare inquietante, la scossa emotiva che si insinua ma non chiarisce il destino dei tre amici.
Fino a giungere al finale chiarificatore.
Un epilogo ineluttabile, forse prevedibile ma, fino all’ultimo rigo, rigettato dall’animo umano.
«Non lasciarmi»: ma che genere è?
La suspense crescente, come in un thriller.
Il finale, da film horror.
Ma anche amore, amicizia, solidarietà, sentimenti tipici di una pellicola romantica.
Inoltre, siamo nel futuro, dunque pura fantascienza.
Trovo difficile classificare Non lasciarmi in un genere specifico.
Il romanzo di Kazuo Ishiguro, tra le sue pagine, racchiude diversi temi e atmosfere.
A tale osservazione non aggiungo altro.
Devo riflettere meglio se questo mix di generi arricchisce o contribuisce alla lentezza della trama.
Lascerò trascorrere del tempo, a pochi giorni dalla fine della lettura non ho ancora chiaro che tipo di libro sia: un capolavoro oppure un testo da dimenticare?
Esasperato, abbandono la lettura (e il giorno dopo riprendo)
Per giungere all’agognato finale, occorre una forza di volontà notevole.
Lo confesso: in diversi momenti getto quasi la spugna, esasperato dalla lentezza del racconto.
Una storia praticamente immobile nonostante lo scorrere incessante delle pagine, ecco il punto che rende – per il sottoscritto – difficoltoso continuare.
Un giro infinito di parole, l’ennesimo fiume di riflessioni e la trama non si smuove di un millimetro.
Così, in diversi momenti chiudo il libro e lo riporto sulla mensola della libreria, nascosto tra gli altri volumi deciso a smettere con questa tortura letteraria.
Però, poi, il giorno dopo, ricaricata la pazienza, recupero il testo e continuo, incuriosito dal finale: cosa accadrà? (perché qualcosa dovrà pur succedere dopo questa interminabile sequenza di ragionamenti!).
Con fatica, giungo all’ultimo rigo.
E, come tutte le maratone, tagliato il traguardo, sono stanco ma soddisfatto.
Kazuo Ishiguro, una strana coincidenza
Durante la lettura (di diverse settimane) di Non lasciarmi, in tv vedo un film appassionante: Quel che resta del giorno.
La pellicola merita la visione (consigliato).
Indago e scopro l’incredibile coincidenza: il film con Emma Thompson e Anthony Hopkins è tratto dall’omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro!
In pochi giorni incontro questo autore (fino a ieri sconosciuto al sottoscritto) sia tra le pagine di un libro che in tv.
Come è strana la vita 🙂
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