«La portalettere»: una storia che vorresti non finisse

«La portalettere»: una storia che vorresti non finisse

4 Marzo 2024 0 Di mariomonfrecola

«La portalettere», un romanzo di Francesca Giannone

Quando incontri un romanzo che rientra nella categoria “storie che non vorresti mai finire di leggere” reputati un Lettore fortunato.
E’ il caso de La portalettere, romanzo di Francesca Giannone (tra l’altro vincitrice della 71esima edizione del Premio Bancarella), storia emozionante di una donna emancipata catapultata in un paesino del Salento.

L’autrice ripercorre la vita di Anna – per tutti i paesani, la forestiera – dagli anni trenta agli anni cinquanta del secolo scorso, nel piccolo mondo di Lizzanello.
La donna venuta dal Nord, moglie di Carlo, capace di combattere tabù, pettegolezzi e autrice di piccole grandi rivoluzioni culturali.

Ma, soprattutto, La portalettere è un’emozionante storia d’amore.
Un amore rispettoso, potente, conservato con cura tra le pagine di un libro coinvolgente.

 

La portalettere, romanzo di Francesca Giannone: la mia recensione

Come Oliva Denaro e Sperandina

Giunto all’ultimo rigo, con il Kindle tra le mani. rifletto sulla vita di Anna.
Una piccola grande donna capace di opporsi ad una società maschilista, far valere le proprie idee, vivere appieno il proprio tempo, risultare un riferimento per le altre donne del paese e per l’amata famiglia.

Una storia significativa, raccontata con uno stile scorrevole da Francesca Giannone.
Personaggi profondi, ben descritti.
Atmosfere di campagna, il profumo del mare, le relazioni familiari, i pregi e i difetti di un piccolo paesino del sud Italia.

La portalettere mi regala un senso di appagamento, perché sono certo di aver letto un libro appassionante.
Una eroina (letteraria) al pari di Olivia Denaro di Viola Ardone o la Sperandina di Valerio Tagliaferri, personaggi femminili capaci di opporsi ad idee retrograde che vorrebbero la donna imprigionata nel ruolo di moglie/mamma.

E invece, la rivoluzione culturale parte (anche) da episodi imprevedibili e improvvisi: stavolta tocca ad una ragazza del nord Italia catapultata in un paese del profondo sud candidarsi a portalettere.
Vincere i pregiudizi, sfidare il maschilismo imperante nel ventennio fascista, capovolgere la realtà, cambiare il suo piccolo (e nostro grande) mondo.

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Consiglio di lettura

Giunti alla fine della storia, è utile rileggere il primo capitolo.
Perché nelle pagine iniziali sono presenti tutti i personaggi che ritroveremo nell’arco dell’intera vicenda e che impareremo ad amare.
Ma, proprio perché siamo all’inizio della storia, trascuriamo l’importanza della scena narrata, presto dimenticata dal susseguirsi della narrazione e dall’accavallamento degli eventi.

Dunque, massima attenzione all’inizio de La portalettere.
Da rileggere un minuto dopo aver consumato l’emozionante finale.

 

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