«Risorse inumane. Diario segreto di un direttore del personale»: un buon digestivo (e nulla più)
10 Marzo 2024«Risorse inumane», di Denis Murano
Leggo Risorse inumane. Diario segreto di un direttore del personale, opera di Denis Murano, come puro digestivo letterario.
Difatti, dopo aver assaporato la gustosa storia de La portalettere, necessito di un break prima di tuffarmi in un altro profondo romanzo.
E quale miglior lettura di un diario (pseudo)segreto di un manager di un’azienda italiana pronto a spifferare le dinamiche che si celano dietro il temuto e misterioso Ufficio del Personale?
Beninteso: lavoro da abbastanza tempo in un’azienda privata per non sorprendermi dei racconti del famigerato dottor X, voce narrante di Risorse inumane.
Anzi, le vicende descritte rappresentano l’ennesima conferma di ciò che da sempre sospetto: la macchina lavorativa si basa perlopiù sulle relazioni (simpatie/antipatie) personali.
Le dinamiche di una qualsiasi azienda privata
Risorse inumane. Diario segreto di un direttore del personale è una lettura scorrevole, a tratti divertente, certamente non sconvolgente.
Non attendetevi delle verità indicibili, Denis Murano dopotutto descrive le dinamiche aziendali dalla prospettiva del manager apicale.
Ma sia chiaro, non aggiunge nulla di nuovo a ciò che ogni dipendente già vive sulla sua pelle e conosce per esperienza diretta.
Le ammissioni del dottor X
Però l’ammetto: leggere le confessioni del dottor X è piacevole.
Perché equivale a mettere nero su bianco dei fatti (aziendali) noti a tutti ma mai formalizzati da nessun documento.
Così, più che stupire, Risorse inumane regala un pizzico di soddisfazione perché le pagine sono la conferma (confidenze di un manager e non di un dipendente deluso) di come funziona una qualsiasi azienda.
Esistono gli aspetti ufficiali – inutili organigrammi, comunicati stampa convenzionali, false relazioni sindacali, uffici creati apposta per nominare il rispettivo team leader – cioè la facciata pubblica di un’azienda con tutte le sue ipocrisie.
E poi esistono i dipendenti invisibili, le persone che si occupano del lavoro sporco, numeri di matricole senza le quali la nave affonderebbe.
Impiegati il cui valore è noto a tutti ma i cui meriti sono oscurati dai soliti nomi, gli amici del manager di turno.
Insomma, l’eterna lotta tra il favorire le relazioni personali e la tanto declamata meritocrazia.
E infine, in un’azienda come nella Vita, un ruolo determinante lo gioca la casualità.
L’elemento impossibile da prevedere che trasforma un business plan in un progetto vincente o in un flop catastrofico, un colloquio di lavoro in un’assunzione o nel canonico “Le faremo sapere”.
Dunque, vale la pena leggere Risorse inumane?
Direi di sì, perché trattasi di una lettura leggera, utile tra un romanzo e il successivo.
Poi, dopo l’ultimo rigo. il famigerato dottor X scompare dai nostri pensieri.
Proprio come un veloce break alla macchinetta del caffè dell’ufficio.