«Un paese felice»: Carmine Abate racconta l’ingiustizia di Eranova, un pezzo di Calabria cancellato dal (falso) progresso

«Un paese felice»: Carmine Abate racconta l’ingiustizia di Eranova, un pezzo di Calabria cancellato dal (falso) progresso

13 Giugno 2024 0 Di mariomonfrecola

«Un paese felice», un romanzo di Carmine Abate

“Sono pochi i paesi d’Italia che abbiano conosciuto meglio della Calabria l’ingiustizia, il sopruso, la violenza”

Corrado Alvaro

Eranova è (fu?) una striscia di terra vicino Gioia Tauro, un piccolo paradiso tra l’azzurro del mare calabrese e il profumo di agrumeti, oliveti e vigneti.
Un paese felice, romanzo di Carmine Abate, ricorda la storia di questo insediamento che negli anni settanta rischiò di sparire, minacciato dalla nascita di un polo siderurgico decretato dal famoso “pacchetto Colombo“.

Dunque, un plauso al nostro amato scrittore per aver acceso un riflettore sull’ennesima ingiustizia inflitta alla Calabria.

L’autore affronta il solito, triste, delicato ricatto lavoro/difesa ambientale.
Per creare occupazione, occorre industrializzare l’area.
Non importa se in quel lembo di terra tra mare e collina esista già un’avviata economia agricola a vocazione turistica, un connubio oggi vincente ma che – negli anni settanta – era sacrificabile in nome del famigerato progresso.

Il Governo Colombo impone la nascita del quinto polo siderurgico italiano, del porto e di una serie di opere per ubicare il mostro e spazzare via la costa, inquinare il mare, prosciugare la spiaggia, distruggere i lidi, abbattere gli alberi e gli ulivi secolari, annientare l’intera (storica) comunità di agricoltori, cancellare l’identità di una terra e di un popolo.

 

Un paese felice, il romanzo di Carmine Abate: la mia recensione

Un Carmine Abate doc

Attraverso gli occhi di Lina e Lorenzo – i personaggi principali di Un paese felice – osserviamo lo splendore del mare cristallino di Eranova, annusiamo il profumo di zagara proveniente dagli agrumeti.
Ascoltiamo gli antichi racconti degli anziani, la saggezza popolare da tramandare dai nonni ai nipoti.
Ma anche le difficoltà di una regione – la Calabria, appunto – sempre in bilico tra sviluppo e malaffare, tra voglia di restare e necessità di emigrare.

Un paese felice presenta tutti gli argomenti cari a Carmine Abate.
Il legame con la propria terra d’origine, la forza di ribellarsi contro la follia del polo siderurgico imposto da Roma.
Ma anche l’amore e i sogni di due giovani ragazzi desiderosi di vivere nel luogo dove sono nati e cresciuti, la lotta di una comunità per difendere Eranova, le catastrofiche conseguenze della malapolitica sul territorio calabrese.

E, a proposito del fantomatico polo industriale sorto negli anni settanta: mille miliardi investiti, settecento mila alberi abbattuti, luoghi devastati, Natura sventrata, Calabria violentata.

Tale polo industriale non fu mai terminato e mai entrato in funzione.


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Documentario RAI su Eranova e il Quinto Centro Siderurgico

Dopo la lettura di Un paese felice, sorge un’indignazione spontanea.
Negli anni settanta non era ancora sviluppata la sensibilità ai temi ambientali come oggi però c’è da chiedersi il perché di scelte politiche così estreme.

Condivido questo breve documentario su Eranova e il centro siderurgico.
Da vedere per comprendere al meglio l’ingiustizia che, per l’ennesima volta, colpì la tormentata (e magnifica) Calabria.

 




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