«Una mutevole verità» di Gianrico Carofiglio: l’esordio del maresciallo Fenoglio

2 Luglio 2024 0 Di mariomonfrecola

«Una mutevole verità»: il solito (lineare) Carofiglio

L’ammetto senza remore: non amo particolarmente Gianrico Carofiglio scrittore.
Come già esposto in altre recensioni, per i miei gusti letterari l’ex magistrato presenta uno stile narrativo troppo lineare, piatto, privo di sbalzi emotivi.

Per carità, le trame delle opere di Carofiglio sono costruite con perizia, nessun buco narrativo, storie coerenti e robuste.
Eppure a fine lettura, registro una insolita distanza col protagonista, proprio non riesco ad affezionarmi e immergermi nelle pagine sognate dall’autore pugliese.

E anche Una mutevole verità, il primo romanzo dedicato al maresciallo Fenoglio, conferma questa tesi.

Una mutevole verità, di Gianrico Carofiglio: la mia recensione

Il primo romanzo del maresciallo Fenoglio (di una trilogia)

Nel momento in cui scrivo, Una mutevole verità è la prima storia di una trilogia dedicata al maresciallo Fenoglio.
In realtà, per questo esordio trattasi più di un racconto breve che di un vero romanzo.
Come se Carofiglio volesse introdurre il nuovo personaggio in punta di piedi, fornendo al lettore spunti da approfondire nei successivi due episodi.

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«Una mutevole verità» è un giallo?

Una mutevole verità non è un classico giallo con il poliziotto alla ricerca del killer di turno tra indizi nascosti e teatrali colpi di scena.
Lo classificherei più come un “romanzo giudiziario” (esiste tale genere?), ispirato dall’esperienza di ex magistrato dell’autore.
L’indagine vista da dietro le quinte, con le pagine che scorrono veloci per descrivere come pensa e riflette un maresciallo scaltro e attento, anche dinanzi ad un delitto la cui soluzione appare evidente sin da subito.

Un libro consigliato soprattutto a chi ama le atmosfere baresi giù provate con l’avvocato Guerrieri, nel bene (intrigante, appassionante, ben scritto, da leggere tutto d’un fiato fino all’ultimo rigo) ma anche nel solito difetto del buon Carofiglio: manca l’impatto emotivo.

E così, anche con il maresciallo Fenoglio non verserò una lacrima di rabbia o di gioia per le sorti del protagonista.