«Gli avversari» di John Grisham: tre brevi storie da leggere sotto l’ombrellone
21 Agosto 2024«Gli avversari» di John Grisham: per chi ama le storie brevi
Nemmeno il consueto tormentone estivo sparato a tutto volume dalle casse del bar mi impedisce di leggere Gli avversari, un breve romanzo con tre novelle scritte dal vulcanico John Grisham.
Ci provano anche dei giovani giocatori di volley in riva, poi le urla dei bimbi che si tuffano felici in mare.
Niente da fare: da sotto l’ombrellone, la lettura del primo breve racconto scivola via come una tavola di surf sull’onda perfetta.
Quest’ennesima opera dell’autore americano (ma quante ne scrive?) è sicuramente avvincente, costringe il lettore a divorare le pagine in attesa del finale.
Però – come tutte le storie brevi – presenta diversi punti a sfavore: la leggerezza della trama (lineare, fluida ma necessariamente coincisa), personaggi e destini descritti con la dovuta superficialità, velocità di azione, finale repentino.
D’altronde, siamo in piena estate.
Il caldo rovente colpisce duro, meglio non impegnare la mente oltre.
Un John Grisham fugace (ma intrigante) cade a fagiolo.
Il latitante, il condannato a morte, lo studio legale fratricida
Dunque, tre in uno.
Ma anche il terzo di un racconto.
Dipende dai gusti: a chi piace la lettura fuggevole, di pura evasione estiva, consiglio l’acquisto.
Chi pretende approfondimenti, descrizioni, evoluzioni … potrebbe restare deluso.
D’altronde, delle tre storie narrate non saprei scegliere la più avvincente.
Per il sottoscritto, rientrano nella categoria mordi-e-fuggi, da apprezzare al momento ma incapaci di lasciare un segno dopo l’ultimo rigo.
Ad esempio, non rammento più nemmeno l’ultimo desiderio espresso dal condannato a morte (secondo racconto).
Eppure, il tema avrebbe dovuto lasciare il segno, invece la vicenda è già caduta nel dimenticatoio.
Così, dopo una settimana dalla fine lettura, stento a ricordare nomi e trame.
E allora? Opera da scartare?
Non proprio, perché il talento dello scrittore americano è indiscutibile.
E difatti, de Gli avversari mi resta una piacevole sensazione, come il refrigerio di un tuffo in mare a ferragosto.
Ma nulla di più.