La via Appia di Minturno vista dal drone (con un particolare affascinante)

La via Appia di Minturno vista dal drone (con un particolare affascinante)

29 Agosto 2024 0 Di mariomonfrecola

Alla scoperta dei segreti della via Appia di Minturno

La Cultura non va in vacanza!
Con questo spirito, in pieno agosto, approfitto della visita guidata proposta dal Comune di Minturno per visitare il Castrum, l’area limitrofa al Parco Archeologico, sede dell’importante teatro romano.

Partecipo per realizzare un piccolo desiderio: osservare da vicino un tratto dell’antica via Appia (in questo caso, tratto emerso nei recenti scavi del 2020).
Confesso: da sempre nutro un’ammirazione particolare per la “Regina Viarum”, un’opera mastodontica che testimonia l’ingegno dell’impero romano.

Accompagnati dalla preparata e professionale guida Valentina Treglia, con il dovuto riguardo, percorriamo la via Appia di Minturno.
Ascoltiamo, sostiamo, osserviamo, immaginiamo la piazza, il tempio, la fontana pubblica, le carrozze, gli antichi romani …
Quest’area – oggi un cantiere in aperta campagna – duemila anni fa pullulava di vita.

Tra i tanti tesori d’arte emersi dagli scavi, in particolare resto affascinato da quei massi posti lungo il percorso.
Un occhio poco attento li definirebbe un cumulo di pietre, forse parti di un edificio attiguo alla strada poi crollato.
In realtà, come osserva la guida, sono blocchi integri.

 

La via Appia di Minturno vista dal drone

Una barriera per ostruire il passaggio

I blocchi posti lungo questo tratto della via Appia di Minturno – da uno studio degli esperti – risultano adagiati, non caduti rovinosamente.
Massi e resti integri, posizionati con raziocinio a disegnare una barriera protettiva.
Un’opera dura, laboriosa, ardua con lo scopo di ostruire il passaggio.

Forse, un’azione dell’esercito romano in fuga?

Ciò che a prima vista appare come una strada ricoperta di detriti, in realtà nasconde un indizio storico di fondamentale importanza: questi massi forniscono un’ulteriore prova sul periodo nel quale i romani abbandonarono la Minturno e il Garigliano per trasferirsi su, in collina, nell’attuale borgo (i reperti risalgono ad un periodo compreso tra il II secolo a.c. e il VII secolo d.c.).
Una strategia di difesa contro i nemici, pronti ad entrare nell’antica Minturnae.

Dunque, un dettaglio importantissimo che cambia radicalmente la prospettiva di questo luogo.
Un segreto emerso dagli scavi del 2020, a dimostrazione dei tanti tesori ancora da scoprire (e innumerevoli nuove storia da raccontare).

 

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La via Appia di Minturno ripresa dal drone

Il tempo vola via tra Arte e Cultura, con aneddoti, intrighi e destini di uomini e donne che più di duemila anni fa vivevano in questo luogo magico.
La visita termina, ringraziamo la guida Valentina Treglia capace di trasmettere passione e interesse per l’affascinante passeggiata e il gruppo si dilegua, ognuno diretto al vicino mare per un tuffo ristoratore.

Attendo qualche minuto.
Sono solo.
Zaino in spalla, ritorno al Castrum.
Poco distante dall’ingresso, il mio piccolo drone decolla.

La storia della via Appia di Minturno merita di essere conosciuta e condivisa.

 

Per approfondire (e visitare)

Per chi volesse approfondire la visita al Castrum e alla via Appia di Minturno (ma anche al vicino Ponte Real Ferdinando sul Garigliano – di cui segnalo il mio spettacolare video dal drone), consiglio i seguenti riferimenti:

Buona visita 🙂




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