Al pianoforte condiviso, primi timidi applausi (anonimi)

Al pianoforte condiviso, primi timidi applausi (anonimi)

11 Ottobre 2024 0 Di mariomonfrecola

Il pianoforte condiviso della stazione centrale di Napoli

Annoto un’importante tappa del mio percorso di studio dell’amato pianoforte.
Stavolta non si tratta dell’interpretazione di un nuovo brano da registrare per poi riascoltarlo nel prossimo futuro e percepire eventuali progressi.
Bensì, sul calendario segno con un cerchietto rosso un evento più emotivo che pratico: per la prima volta, mi sono esibito dinanzi ad un pubblico!

E’ successo alla stazione centrale di Napoli.
Sono in attesa del treno veloce, il grande display segnala che, in quel malefico giorno, per colpa di un chiodo (almeno così afferma il nostro Ministro dei Trasporti) tutti i treni sono in notevole ritardo.
A me tocca attendere almeno sessantacinque minuti (niente male per un treno veloce).

La stazione è invasa da turisti e viaggiatori occasionali.
Un gran parlare in diverse lingue copre i rumori della città.
Un esercito di persone provenienti da chissà dove bloccato, con lo sguardo incollato ai monitor in attesa di un segnale di speranza.

Mi reco alla Food Hall – lo spazio dedicato ai bar e ristoranti – per la presenza di un pianoforte condiviso: chiunque può utilizzarlo, non importa se sei un maestro del conservatorio o un semplice appassionato.
Già in altre occasioni ho assistito a piccoli concerti improvvisati di persone in attesa di partire.
In genere, approfitto della situazione per un confronto con i giovani pianisti: sono curioso di conoscere il metodo di insegnamento seguito, quante ore dedicano allo studio e quante all’esercitazione pratica.

Sono sempre uno spettatore interessato, pronto a imparare.
E mai avevo osato sfiorare un tasto del pianoforte condiviso.

Alla Food Hall della stazione centrale di Napoli: al pianoforte condiviso, la mia prima esibizione pubblica

La “Ninna nanna” di Brahms

Al pianoforte condiviso, seguo con ammirazione l’interpretazione di diversi brani da parte di un giovane.
Con lo smartphone a fungere da spartito, guarda il tutorial su YouTube e replica – con una velocità sorprendente – le note dallo schermo alla tastiera.
Per il sottoscritto, metodo incomprensibile.

«Dai, suona tu» l’invito del ragazzo giunge con estrema disinvoltura.
E’ evidente: il giovane ignora cosa sia la timidezza, il tabù di suonare in pubblico – anche se, trattasi di un ambiente con un continuo viavai di pendolari e turisti, intenti a consumare cibi, bevande, conversare, con un occhio nel cellulare e con l’altro a scrutare i monitor in attesa di aggiornamenti.

Dopo un istante di incertezza, mi accomodo.
Mi guardo intorno perplesso, l’ambiente è affollato ma dopotutto – mi ripeto – al pianoforte siamo solo io e lui.
«Ci provo» balbetto timoroso.

Prendo confidenza con questo specifico strumento con una scala di DO.
Pigio ancora qualche tasto per rompere il ghiaccio.
E poi, così all’improvviso, parto con la Ninna nanna di Brahms, un brano con il quale mi sento sicuro, una melodia che ripeto come riscaldamento prima degli esercizi giornalieri.

mariomonfrecola.it è anche su Telegram: unisciti al canale!

Alla stazione centrale di Napoli, il mio primo applauso

Dopo le prime, incerte note, l’esecuzione gira con la dovuta regolarità.
E mentre suono, l’essere nella caotica stazione centrale di Napoli diviene un aspetto secondario.
Perché in quei pochi minuti, resto concentrato sul brano, con le mani che scivolano via senza preoccuparsi di uno, cento, mille possibili spettatori.

Termino la veloce interpretazione.
Alzo lo sguardo verso il mio amico musicista per caso, in attesa di un commento.
«Bello», annuncia con tono piatto, come se suonare alla stazione centrale di Napoli fosse l’azione più normale di questo mondo.

Poi con lo sguardo supero il giovane, dietro di lui una signora in piedi, trolley d’ordinanza, elegante, chiara di carnagione, capelli bianchi – Europa dell’est? – sorride.
Sorride e applaude con delicatezza.
La mano destra verso la sinistra ferma, tre tocchi.
Poi, prende il trolley e svanisce tra la folla.

Chissà, forse trattasi di una maestra di musica e avrà compreso lo sforzo di un novello studente di pianoforte nell’esibirsi in pubblico?
Magari mi avrà perdonato pure qualche errore tecnico per questo esordio inatteso?

Soddisfatto, lascio la postazione al prossimo pianista.
Oggi ho ricevuto il mio primo applauso anonimo.
Esame emotivo superato, data da ricordare.

Il viaggio continua.




Restiamo in contatto: ricevi la newsletter


Comments

comments