«Ciò che inferno non è» di Alessandro D’Avenia: perché la mafia temeva padre Pino Puglisi

«Ciò che inferno non è» di Alessandro D’Avenia: perché la mafia temeva padre Pino Puglisi

20 Novembre 2024 0 Di mariomonfrecola

«Ciò che inferno non è»: un romanzo di Alessandro D’Avenia

Come può un esercito di criminali armati fino ai denti temere la parola di un umile prete?
Perché la potente mafia siciliana – violenza, sopraffazione, omicidi, torture, pistole, coltelli, kalashnikov, bazooka, morte – ordina l’omicidio di un semplice uomo di chiesa che si affida alla fede per contrastare l’inferno di Brancaccio?

Ciò che inferno non è, romanzo di Alessandro D’Avenia, narra l’opera sul territorio di padre Pino Puglisi attraverso gli occhi di un ragazzo della Palermo bene, volontario nella parrocchia di periferia di “3P” (come tutti, nel quartiere, lo chiamavano).
Brancaccio, ecco l’altro personaggio della storia, ennesimo luogo dimenticato dallo Stato dove la criminalità avanza e, con falsi miti, cerca e trova adepti sin in tenera età.

E’ proprio ai bambini di Brancaccio che padre Pino Puglisi rivolge le sue quotidiane azioni.
Bambini che vedono i boss come idoli, fanciulli che in tenera età perdono l’innocenza, costretti a subire e osservare esempi di vita criminali, vittime di ingiustizie prima in famiglia e poi per strada.

“Questi bambini solo solo un po’ maleducati, non sono educati al male e noi siamo lì proprio per far conoscere loro la bellezza con cui ripulire il cuore dalla crosta, facendo zampillare la loro felicità.”

padre Pino Puglisi

 

«Ciò che inferno non è», un romanzo di Alessandro D'Avenia: la mia recensione

Togliere consenso alla mafia

“3P” trasforma la parrocchia in un punto di riferimento del quartiere.
Un nuovo spazio dove incontrarsi, giocare a calcio, trascorrere il tempo.
Organizza giochi, spettacoli teatrali, porta i ragazzi al mare (e per molti, è la prima volta), li accoglie col sorriso proponendo loro un progetto di vita alternativo alla mafia.

Con un’azione continua sul territorio, padre Puglisi restituisce speranza ai bambini dimenticati di Brancaccio.

Ecco perché ben presto “3P” diviene un problema per i clan.
Perché toglie consenso sociale alla mafia.

La parola di don Puglisi entra nelle menti di questi fanciulli non ancora affiliati ma ad un passo dal delinquere.
Il parroco sottrae manodopera ai clan, salvando giovani vite condannate ad un futuro di morte.

Attenzione: Ciò che inferno non è non è una biografia bensì è la storia di un uomo di fede che combatte una guerra contro un esercito di spietati criminali.
Dimostrando (anche agli stessi mafiosi) come sia possibile uscire dal tunnel di morte della mafia.

L’opera di Alessandro D’Avenia, dunque, merita la lettura e condivisione.
La vita di padre Pino Puglisi resta un esempio per noi tutti.

 

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