«La misura del tempo», di Gianrico Carofiglio: i ricordi giovanili dell’avv. Guerrieri
1 Febbraio 2022«La misura del tempo»: il sesto romanzo sull’avv. Guerrieri
Stavolta, Gianrico Carofiglio mette l’avv. Guido Guerrieri nel trita-ricordi.
Così, La misura del tempo – oltre ad essere un romanzo che si consuma tra le aule del palazzo di giustizia – diviene un contenitore di riflessioni sulla giovinezza che vola via, la velocità con la quale la Vita scorre, le scelte che furono, il divenire adulti.
Perché anche in questo sesto episodio c’è un processo, lunghe requisitorie, lo scontro tra pubblico ministero e difesa, la ricerca di prove per scagionare (o incastrare) il cliente di turno.
Ma, la tenacia con la quale l’avv. Guerrieri indaga, è alimentata da un sentimento potente e contrastante: c’è di mezzo una vecchia fiamma del nostro antieroe barese.
Una presenza che costringerà l’adulto di oggi a rivedersi da giovane e valutare il tempo trascorso.
Avvincente ma non coinvolgente
La misura del tempo mi è piaciuto.
Nei limiti, però, di un romanzo avvincente ma non coinvolgente.
E’ la medesima esperienza già vissuta in Le tre del mattino, l’opera di Carofiglio sul rapporto padre-figlio.
Trovo la storia interessante, scritta in maniera magistrale, con una trama fitta di episodi narrati in modo impeccabile (per i gusti del sottoscritto, l’autore si dilunga troppo con le arringhe e termini giuridici).
Ma, lo stile asciutto dell’autore, non permette mai qual balzo emotivo che rende il libro speciale.
La vita dell’avv. Guerrieri cattura il Lettore – non vi è dubbio, soprattutto se ha già letto i precedenti cinque romanzi – ma le riflessioni sul tempo andato e la giovinezza che fu, sono fredde.
Quasi dei teoremi matematici da dimostrare, senza particolare empatia.
La misura del tempo, dunque, va letto.
Ma l’opera manca di vera passione.
Forse, è lo stesso avv. Guerrieri un personaggio ben costruito ma fin troppo calcolato?