Quattordici anni, ragazzi (già) irrecuperabili?

Quattordici anni, ragazzi (già) irrecuperabili?

31 Maggio 2022 0 Di mariomonfrecola

Quattordici anni, piccoli delinquenti crescono?

Una domanda che mi pongo spesso quando osservo scene di ordinaria follia urbana: a quattordici anni, un piccolo delinquente è ancora recuperabile?
Non mi riferisco alle assurde notizie di cronaca che riempiono i quotidiani (locali e nazionali) di giovani sbandati con coltelli, pistole autori di risse per uno sguardo di troppo.
Mi basta osservare quei ragazzini a via Duomo o lungo via Foria – nella centralissima Napoli – , ad esempio, padroni della strada, con atteggiamenti di sfida nei confronti di Polizia e Vigili Urbani.

L’incrocio ogni giorno, io in e-bike nel tragitto casa-lavoro, loro su scooter (spesso elettrici) o grosse bici a pedalata assistita, privi di casco, generalmente in gruppo scorrazzano senza rispettare le basilari regole del vivere civile e ignorando il codice della strada.

Ecco, il quesito è relativo a queste bande adolescenziali che agiscono indisturbate alla luce del sole: sono giovani recuperabili oppure, ad appena quattordici anni, hanno il destino già segnato?

Quattordici anni: giovani già irrecuperabili?

Esempio quotidiano: al Duomo di Napoli

Quanti anni avrà quel piccolino che, senza timore, dinanzi l’ingresso del duomo di Napoli, discute col militare?
Un gruppetto di ragazzini ha adibito a campo di calcio lo spazio antistante l’ingresso del duomo, i militari (una pattuglia dell’Esercito Italiano che vigila per garantire la sicurezza ai cittadini e i tanti turisti) intervengono.
Ciò che mi colpisce è la sfacciataggine con la quale il ragazzino risponde al rappresentate dello Stato, un faccia a faccia senza paura, incurante del ruolo dell’ufficiale, indifferente al rispetto di qualsiasi regola per la collettività.

Scene di ordinaria inciviltà visibili in tanti altri quartieri di Napoli (e, purtroppo d’Italia).
Giovani che non riconoscono l’autorità delle Forze dell’Ordine, anzi le sfidano.
E, dunque, figuriamoci se tali piccoli delinquenti rispettano un professore, il prete, il prossimo.

Su pesanti e-bike e costosi scooter elettrici

Partiamo dal mezzo di trasporto: li osservo spesso sfrecciare con pesanti e-bike o silenziosi scooter elettrici.
La bici a pedalata assistita pesa almeno venti chili e, in mano ad un ragazzino, diviene uno strumento incontrollato, direi rischioso.
Lo scooter elettrico, invece?
Il più economico costa quasi duemila euro e, come la e-bike, risulta un’arma pericolosa se guidato senza rispettare le norme basilari del codice della strada (ammesso che questi giovani le conoscano).

E dunque, chi affida loro questi mezzi?
Chi dovrebbe controllare dove sono i figli e come si comportano?
La risposta è sempre la stessa: i genitori.

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E allora, quale futuro?

Detesto le generalizzazioni, non amo le analisi sociologiche spicciole, i luoghi comuni, le sentenze approssimate.
Riporto solo la mia testimonianza diretta di episodi giornalieri osservati dalla sella della mia e-bike.

Mi chiedo se questi ragazzi e le loro famiglie conoscano termini quali Cultura, Bellezza, Arte, Rispetto, Istruzione, Legalità.
Perché tali ideali non sono collegati ad uno status economico ma, bensì, all’educazione e la cultura familiare, all’esempio fornito dai genitori, alle amicizie frequentate, agli “eroi” che decidi di seguire.
Dopotutto, è sempre possibile scegliere.

E allora, la domanda resta: questi giovani sono recuperabili oppure, ad appena quattordici anni, hanno il destino già segnato?




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