«Per questo mi chiamo Giovanni»: la vita di Falcone raccontata ai bambini
3 Agosto 2020Un romanzo di Luigi Garlando
Ma chi l’ha detto che la mafia è indistruttibile?
Perché dobbiamo accettare – con rassegnazione – l’esistenza di un mostro dalle mille teste come un fatto ineluttabile?
Un padre può tollerare che il proprio figlio cresca in una terra dove la mafia è vista come parte integrante della società?
Per questo mi chiamo Giovanni. Da un padre a un figlio il racconto della vita di Giovanni Falcone di Luigi Garlando è un libro potente.
L’autore ha il merito di spezzare quell’assuefazione di molti cittadini che reputano naturale pagare il pizzo, assistere a delitti orrendi, tacere, convivere con l’antistato.
E lo fa con un racconto semplice, incentrato su una passeggiata per i luoghi simbolo di Palermo di un padre (siciliano) col proprio figlio.
L’uomo racconterà al bambino – con le giuste metafore – la vita di Giovanni Falcone per dimostrargli, grazie alla incessante lotta del magistrato, un concetto elementare: la normalità è una società senza mafia.
Un libro semplice e potente da leggere in tutte le scuole
Per questo mi chiamo Giovanni andrebbe letto in tutte le scuole.
Perché, con un linguaggio genuino tipico della conversazione adulto/bambino – in questo caso, tra padre e figlio – ripercorrendo la vita di Giovanni Falcone, informa e scuote le coscienze dei più piccoli.
I primi dai quali partire per comprendere e reagire alla cultura mafiosa, capace di infiltrarsi anche nei nostri gesti quotidiani.
E allora, per quale ragione l’opera di Luigi Garlando, nella sua innocenza, colpisce e emoziona?
Perchè regala una speranza.
E, con uno stile elementare (e lineare), demolisce una convinzione generale: la mafia può essere cancellata.
Come Giovanni Falcone ha dimostrato.