La fermata dell’autobus più bella del mondo (e la Posillipo abbandonata)
21 Ottobre 2020A Posillipo, la fermata dell’autobus con vista sul golfo di Napoli
Sosto per pochi minuti sotto la fermata dell’autobus più bella del mondo.
La fortuna è complice perché, stranamente, la pensilina dell’ANM è vuota.
Colgo l’attimo.
Fermo la bici, tolgo il casco, l’appoggio sul manubrio, abbasso la mascherina d’ordinanza, osservo dall’alto il solito, magnifico golfo di Napoli.
Sono a Posillipo in e-bike dopo l’ennesima giornata in smart working.
Urge una boccata d’ossigeno, approfitto del pomeriggio baciato dal sole di questo anomalo ottobre e mi lancio con il carro armato rosso, in giro per la città.
Il Vesuvio l’antica sentinella, il blu infinito del mare, Capri distesa all’orizzonte, un motoscafo solca le onde.
Chi attende il mezzo pubblico, qui sulla strada che porta dalla collina di Posillipo verso il lungomare di Napoli, può consolarsi con una vista mozzafiato.
E allora, dinanzi a tale spettacolo della natura mi chiedo se, in un periodo così difficile, la bellezza ci salverà?
La Posillipo abbandonata
Prima di giungere alla “fermata dell’autobus più bella del mondo”, però, attraverso l’altra Posillipo.
Quella che affaccia su Bagnoli, dove un tempo i viali erano alberati e caratterizzati dai famosi pini.
Purtroppo oggi, tali viali, sono irriconoscibili.
Tronchi tagliati, alberi recintati, rifiuti lungo il marciapiede, difficoltà a superare vari ostacoli per accedere al panorama.
Dove sono i giardinieri del Comune?
A chi tocca manutenere queste strade?
Perché tanto degrado?
Quando la fine di tale scempio?
Una vergogna.
Non ho altre parole se non porre una domanda elementare: come può tanto fascino essere abbandonato?
Dalla Posillipo abbandonata alla fermata dell’autobus più bella del mondo
Questi scatti rappresentano uno dei mille paradossi di Napoli: luoghi magnifici e abbandonati, angoli unici non conservati e valorizzati.
Aspetti contraddittori raccolti in poche centinaia di metri.
Bellezza e degrado, come la storia della città insegna.
Una storia, oramai, inaccettabile.