Alla scoperta di Villa La Santarella, la villa di Eduardo Scarpetta [VIDEO]
18 Gennaio 2021Villa La Santarella e la celebre scritta “Qui rido io”
Quante volte incrocio via Luigia Sanfelice?
Attratto dalla vista panoramica, stavolta decido di percorrerla.
E, alla fine della strada, a mezzo chilometro dalla centralissima piazzetta Fuga, scopro Villa La Santarella voluta da Eduardo Scarpetta, il celebre commediografo napoletano di inizio novecento.
Via Luigia Sanfelice è una strada che scende alle spalle della funicolare centrale del Vomero – il quartiere collinare di Napoli.
Mentre la percorro, resto meravigliato dalla bellezza di questo tratto: a destra, ben visibile, il mare e all’orizzonte Capri, a sinistra una serie di edifici del Liberty napoletano.
Dopo pochi minuti, all’angolo con via Palizzi, raggiungo il magnifico castello neorinascimentale dove abitò Scarpetta.
Sulla facciata, campeggia la famosa scritta “Qui rido io”.
Eduardo Scarpetta, il padre (illegittimo) dei fratelli De Filippo
Forse non tutti sanno che Eduardo Scarpetta fu il padre illegittimo dei tre fratelli De Filippo.
Difatti, Eduardo, Peppino e Titina portano il cognome della madre, donna sedotta dal leggendario Scarpetta, un vero mito a Napoli agli inizi del novecento.
Ed è curioso osservare come il genio artistico del padre si sia trasmesso ai suoi tre figli, in particolare al maestro del teatro del novecento Eduardo De Filippo.
Ecco perché amo passeggiare per Napoli, ogni angolo una storia da scoprire.
Così, quattro passi in una fredda e soleggiata giornata di metà gennaio, si tramutano in una opportunità per documentarmi e scoprire la Villa La Santarella e tanti aneddoti su Eduardo Scarpetta.
Villa La Santarella, il videoclip
Chiedo ai vari commercianti della zona se Villa La Santerella è visitabile.
Tutte le risposte concordano: è un’abitazione privata.
Eppure, con lo sguardo supero il cancello bloccato da un catenaccio e scruto il mare.
Dietro l’edificio, sono certo, c’è un panorama magnifico che, se fosse possibile, sarebbe lodevole aprire al pubblico.
Peccato non poter entrare, conoscere.
Dalla tasca, prendo l’action cam (la stessa utilizzata per immortalare la vista da via Aniello Falcone) e registro.
Il videoclip non rende giustizia a un luogo che merita di essere scoperto.
E visitato.