Diego Maradona, il film del più grande di sempre (ma cocainomane)
9 Gennaio 2020Maradona, il film del 2019 di Asif Kapadia
La visione di Diego Maradona, il film del 2019 di Asif Kapadia, conferma l’inevitabile binomio genio e sregolatezza.
Le immagini del documentario sportivo raccontano – oltre l’irraggiungibile mito calcistico – le azioni di un uomo distrutto dalla cocaina, suddito del boss di camorra di Forcella.
Mentre sul grande schermo scorrono le azioni autodistruttive del Maradona-uomo, in modo del tutto irrazionale, la mente del sottoscritto salta alla vita estrema di Andy Warhol conosciuta durante la presentazione della mostra dedicata da Arthemisia all’artista americano.
Entrambi prodigiosi (nei rispettivi ambiti).
Entrambi fuori dall’ordinario, capaci di condurre un’intera esistenza a velocità estrema.
Diego, l’uomo. Maradona il Mito
Asif Kapadia, nel film, scinde il personaggio in due entità disgiunte:
- Diego: l’uomo, figlio, fratello, padre, marito, la vita protetta nell’intimo delle mura di casa
- Maradona: il mito calcistico, campione inarrivabile, tossicodipendente, eccessivo, sempre sotto i riflettori per soddisfare l’avidità dei media globali, un’esistenza tra scandali, cocaina, prostituzione e frequentazioni pericolose
Dal lunedì al mercoledì, il regista racconta l’inferno nel quale cade il dio del calcio.
Dal giovedì alla domenica, la disintossicazione, gli allenamenti con la squadra, le imprese eroiche sui campi di tutto il mondo, dalla nostra SerieA ai mondiali messicani.
Diego Maradona è, senza dubbio, un film da vedere.
Le immagini (molte inedite) non lasciano indifferenti, soprattutto se hai avuto la fortuna di vivere il periodo d’oro del Napoli di Maradona.
Come il sottoscritto.
E se esistesse un genio normale?
Possibile che, per raggiungere vette di creatività rivoluzionaria (calcistica e artistica), occorre viaggiare sempre ad un millimetro dal baratro?
Come se la genialità si alimentasse della follia.
Come se la genialità dipendesse dalla follia.
E allora, giunti alla fine della proiezione, con gli occhi ancora sorridenti per le gesta del più grande campione di calcio di tutti i tempi, mi chiedo: esiste un genio normale?
Un tipo ordinario, può rivoluzionare gli schermi prestabiliti?
Perché il talento straordinario non può essere rinchiuso in un uomo comune?
Forse perché la genialità è puro istinto, impossibile da imprigionare nelle certezze di un destino qualunque.
Proprio come le più profonde delle emozioni.
il “Mi piace” del regista Asif Kapadia al mio tweet, non succede tutti i giorni.
Che onore 🙂