Rosa Ventrella, «Storia di una famiglia perbene» e la voglia di leggere [RECENSIONE]
6 Dicembre 2018 0 Di mariomonfrecolaVoglia di leggere, il merito di Rosa Ventrella
Soddisfatto.
Dopo l’ultima rigo di Storia di una famiglia perbene, provo quella dolce percezione che assaporo ogni volta che leggo un libro «bello».
Utilizzo «bello» come aggettivo con convinzione.
Perché, anche se termine semplice, «bello» descrive un insieme di sensazioni positive.
Il romanzo della brava Rosa Ventrella suscita, nel sottoscritto, l’attesa.
La voglia di leggere, il desiderio di fermare il tempo per trovare quel momento magico e sprofondare nel mondo di Maria, Vincenzo e Giuseppe.
Tremare con loro quando si scatena l’ira del padre, ascoltare le consolatorie parole della mamma, passeggiare nei vicoli di Bari vecchia fino al mare.
E sognare con Michele. l’amico dal cognome difficile.
L’amico di sempre.
Come in un film
La potenza delle parole di Rosa Ventrella scaraventano il lettore in un film.
Un film per descrivere una delle tante periferie italiane.
Dove la vita scorre tra mille pericoli e facili tentazioni.
Tra le parole delle comare e gli sguardi degli abitanti del quartiere.
Così, pagina dopo pagina, scopriamo che Bari vecchia è protagonista della storia, prigione dalla quale evadere e cassaforte di affetti.
E – anche stavolta – i tanti Maria e Michele si ritroveranno nell’atavica domanda che ognuno di noi, prima o poi, affronta: fuggire o restare?
Storia di una famiglia perbene è proprio un bel film.
Un film che, la voglia di leggere, consuma in un tempo troppo breve.