Come un cavallo che insegue la carota
«Abbiamo abbassato le tasse» dichiarano convinti dal Governo (ma nessuno se ne è accorto).
Segue il periodico annuncio del Ministro dell’Economia di turno: «l’Italia presto fuori dalla crisi».
Ma davvero crede nelle sue parole oppure anche lui segue una cantilena prestabilita?
Il Paese che rincorre l’uscita della recessione ricorda il malefico trucco della carota posta davanti la bocca del cavallo: il quadrupede corre per mordere l’ortaggio senza mai avere la reale possibilità di addentarlo.
Durante l’inseguimento spasmodico la speranza è forte, la meta è ben visibile ma – di fatto – resta fuori portata.
D’altronde, la ripresa ecomica è sempre all’orizzonte …
Il miraggio: la riduzione del cuneo fiscale
A questo fiume di parole seguono risultati impercettibili per noi comuni mortali: i prezzi aumentano, le bollette pure mentre gli stipendi restano fermi.
E allora, puntuale, per calmare la tempesta, giunge la panacea di tutti i mali, il miraggio agognato, il sogno bramato da tutti i lavoratori dipendenti, la promessa biblica: «ridurremo il cuneo fiscale».
Leggo con interesse l’articolo de “Il Post” che spiega che cos’è il “cuneo fiscale”:
Si definisce cuneo fiscale la somma delle imposte (dirette, indirette o sotto forma di contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro, sia per quanto riguarda i datori di lavoro, sia per quanto riguarda i dipendenti (e i liberi professionisti)
In Italia la somma delle tasse che incidono in busta paga è pari al 46,2%, una cifra a dir poco mostruosa (per ogni 100€ pagati dall’azienda, la redistribuzione netta in busta paga del dipendente è 53,8€).
Lascio agli esperti del settore gli studi di fattibilità e le proposte, ai politici i paroloni da bruciare nei talk-show preconfezionati per giustificare le decisioni mai prese indice di una classe dirigente totalmente incapace e distante dalle soluzioni reali. A me, lavoratore dipendente, resta la visione onirica:
IL CUNEO FISCALE DIMINUISCE DI UN SOLO, MALEDETTO, STRAMALEDETTO PUNTO PERCENTUALE.
Sarebbe una rivoluzione storica, la riforma di tutte le riforme, il miracolo del Governo, un atto concreto (finalmente!) ricordato nei decenni, un rovesciamento ideologico, una vera botta alla crisi, ossigeno puro per milioni di famiglie, la prima vera soluzione a favore dei lavoratori onesti che ogni mese – puntualmente – pagano le tasse.
Un giusto premio che, come ogni fantasia, resterà utopia.
attilio cece
il fatto è che abbiamo dei politici inetti !
Io che sono vecchio, ricordo un discorso di Kennedy alla Nazione in cui il Presidente americano, in un momento di crisi del suo Paese, esortava i cittadini a non aspettarsi aiuti dallo Stato ma a domandarsi cosa LORO avrebbero potuto fare per lo Stato.
Riuscite ad immaginare il patetico letta/pinocchio (l’omuncolo senzapalle) fare un discorso simile? Secondo me se la farebbe addosso !!!!
Meglio per lui (gli si addice di più) continuare a fare il magliaro con il gioco/truffa delle tre carte che gli viene bene.
Mario Monfrecola
I nostri politici dovrebbero lavorare per il bene della COLLETTIVITA’ e non certo per gli interessi personali. Inoltre, a loro è chiesto di DECIDERE, RIFORMARE e GOVERNARE per migliorare la nostra società. Invece, ad ogni difficoltà sono solo capaci di aumentare le tasse (sigarette e benzina su tutte). Con queste decisioni seguono il consiglio di Kennedy: il cittadino cosa può fare per lo Stato? PAGARE PAGARE PAGARE!!!