«Sono 155€, in contanti grazie» sentenzia la cinica commessa.
Possibile? In tabaccheria il bollo auto non si paga (anche) con il bancomat? Secondo la zelante impiegata, solo cash.
L’imprevisto mi coglie di sorpresa ma ha il merito di bloccare il meccanismo automatico che la scadenza di una tassa genera: si avvicina la data limite dell’imposta, devo saldare.
Depongo la carta nel portafoglio e mi defilo perplesso.
Mi astraggo dalla realtà, decollo e giungo nello spazio extraterrestre. Supero la Luna, siedo su un piccolo asteroide e – da lontano – osservo la nostra piccola Terra.
Rifletto. Ragiono. Medito.
L’uniformità lentamente inizia a diradarsi, atavici ingranaggi mentali oggi arrugginiti tornano a girare ed il senso critico prende il sopravvento sull’assuefazione: da contribuente-automa divento un cittadino lucido. La domanda scatta con la forza di una molla compressa immobilizzata da secoli: perché devo pagare il bollo auto?
La wiki-voce tassa automobilistica conferma il dubbio onirico:
La tassa automobilistica, o bollo auto (in precedenza denominata anche “tassa di circolazione”) è un tributo locale, che grava sugli autoveicoli e motoveicoli immatricolati nella Repubblica Italiana …
Quindi, io pago ogni anno 155€ allo Stato perché posseggo un’automobile.
Per quale motivo? Forse perché la macchina inquina? Per l’usura e la manutenzione delle strade? Perché usufruisco dei parcheggi (strisce blu=a pagamento)?
Quali servizi lo Stato garantisce in corrispondenza di questa imposta?
Nel buio silenzioso dell’Universo, non trovo una riposta intelligente.
Il clacson di un SUV bloccato nel traffico interrompe il ragionamento spaziale, mi ritrovo di nuovo con i piedi per terra e la questione irrisolta.
Corro a prelevare la somma al primo bancomat, la scadenza del bollo auto è prossima ed io devo pagare.
PS: per voi altri contribuenti-automa, un link utile: calcolo del bollo in base alla targa del veicolo
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