La dedica
A volte mi domando
se vivrei lo stesso senza te …
se ti saprei dimenticare ..!
Ti amo.
(13.11.10)
Lo sfogo d’amore
Immagino l’autore (per galanteria definito un lui) della sofferta dedica.
Il cuore infranto e la mano tremante mentre impugna lo spray colorato.
Sul viso addolorato scivola una lacrima di nostalgia.
L’innamorato triste guarda la parete candida.
Un quesito gli dilania la mente: dove sei amore mio?
La domanda è a un vicolo cieco: abbandonato, desidera buttar fuori il dolore, esprimere la disperazione con le dovute parole.
Pagherebbe oro pur di liberarsi dall’angoscia che attanaglia lo stomaco.
Tra amore ed odio il confine è labile
E’ un attimo.
Una scintilla d’odio brilla negli occhi del Romeo tradito.
E’ noto sin dai tempi di Adamo ed Eva: il confine tra passione e disprezzo è labile.
Il giovane inspira l’aria fresca di una serata di metà novembre.
Senza esitazione, scrive, scrive, scrive.
Andare avanti è possibile, anche senza te.
La vita è unica, bisogna reagire alle avversità!
La lavagna pubblica appaga la fame di giustizia del Leopardi in erba.
Il mondo intero deve sapere: io ti amavo, perché sei fuggita?
Ti dimenticherò mai?
La denuncia liberatoria è pubblicata.
Per un attimo il dolore si attenua addolcito dal potere dello sfogo.
L’innamorato corre via soddisfatto.
Il muro imbrattato resta.
Mario Monfrecola
ad una prima analisti, i verbi utilizzati nella frase sul muro mi sembravano errati.
Invece si tratta di di una proposizione interrogativa indiretta.
L’autore resta incivile ma non è certamente ignorante 🙁