Reggia di Caserta, magnifica e maltrattata
Nel week end di Pasqua, secondo le stime, alla Reggia di Caserta sono giunti più di settemila visitatori (tra cui il sottoscritto).
Può la magnificenza del luogo occultare la disorganizzazione?
A mente fredda scrivo questo post perché un monumento così affascinante merita ben altra attenzione da parte delle Istituzioni (e rispetto per il visitatore).
Il bar: chiusura ore 17,00
Sabato 26 marzo, ore 17,00.
«Per cortesia, dovreste uscire. Dobbiamo chiudere …».
L’esercito di turisti provenienti da ogni angolo del mondo resta fuori.
Nessuna possibilità di acquistare una bottiglietta d’acqua, rifocillarsi dopo la lunga passeggiata, mangiare uno snack.
Le sedie capovolte sui tavoli, il pavimento bagnato, i cestini pieni (senza differenziare i rifiuti).
Si spengono le luci, il punto ristoro della Reggia di Caserta chiude alle cinque del pomeriggio.
«Non dipende da noi» ribatte la gentile cameriera alle mie proteste («perché chiudete? Ci sono ancora tantissimi turisti!»).
Eppure un panino ed una bottiglietta d’acqua costano 7€ e l’ingresso 12€ a persona.
La toilette: indecenti
I wc: tre piccoli bagni incastonati alla fine del cantiere proprio di fronte agli appartamenti reali.
A metà mattinata i servizi igienici sono già in condizioni indecenti.
Mi colpisce il wc per i disabili: un cartello sentenzia l’inagibilità.
GUASTO.
Non oso immaginare i gabinetti riservati alle signore …
L’ippodromo
Carrozzelle stile ottocento percorrono i lunghi viali che portano i turisti fin sopra la fontana (se non erro, il costo è di 50€ a famiglia).
A chiunque non sia un fantino salta all’occhio l’eccessiva velocità dei cavalli, ben oltre il limite di sicurezza (si pensi ai tanti bambini presenti).
«Non siamo all’ippodromo!» protesta un uomo all’ennesimo passaggio a tutta birra.
Il cavaliere (poco errante) ribatte in tono polemico mentre sfreccia via con la carrozzella.
Cafoneria galoppante.
La Reggia di Caserta: magnifica
Una impagabile passeggiata tra storia e natura, la stupenda fontana (abitata da pesci enormi!), il verde dei giardini inglese, il silenzio regale del bagno di Venere, la maestosità degli appartamenti reali cancellano la miopia di chi gestisce cotanta bellezza.
Gli addetti non brillano per professionalità e ospitalità (io stesso vedo sbarrare il cancello per accedere ai giardini inglesi alle quindici con i turisti impossibilitati ad entrare e privi di spiegazioni – dubito che il personale parlasse inglese).
L’amarezza di dissolve di fronte a tanto fascino.
Fuori la Reggia, l’indifferenza
Esco dalla Reggia appagato.
Verso le diciannove, fuori regna il silenzio.
Nessuno indirizza il turista verso un possibile itinerario alternativo, un pernottamento, una pizza o semplicemente un info point con gadget e cartoline.
Gli unici ricordi sono esposti dai venditori abusivi.
Caserta è assuefatta al suo popolare monumento, l’economia indotta dalla maestosa opera non genera ricchezza per la città?
La Reggia di Caserta sembra interessare solo i turisti.
Pazzesco.
Felice vado via.
Tornerò.
La magnificenza del luogo sconfigge la disorganizzazione dell’uomo.
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