Steve McCurry, la ragazza afgana
Era destino, l’ audioguida stringe i tempi e spinge l’attenzione del sottoscritto sulla foto numero 37: la ragazza afgana.
La giovane, immortalata da Steve McCurry nel 1984, suo malgrado, diviene l’icona dei conflitti afgani.
Sono alla mostra dedicata al maestro della fotografia al PAN di Napoli ed invece di pigiare 47, sbaglio tasto ed ascolto – dalla voce dell’autore – come è nato lo scatto che poi finirà sulla copertina del National Geographic.
«Sono contento perché la foto ha migliorato la vita di questa ragazza» spiega McCurry.
Parliamo dello scatto che ha regalato la notorietà mondiale al fotografo di Philadelphia.
La ragazza afgana 17 anni dopo
La storia è nota: Steve McCurry ritorna in quel villaggio di profughi dimenticato da Dio per ritrovare la ragazza afgana.
Dopo 17 anni,
Povertà e ricchezza, la potenza di uno scatto
Lui, il ricco occidentale chiuso al sicuro nel taxi in direzione dell’hotel.
Fuori, sotto la pioggia, la mamma ed il bimbo sotto i colpi del monsone chiedono l’elemosina per sopravvivere.
Il finestrino dell’auto divide i due mondi.
Secondo McCurry, questa immagine, è l’icona della ricchezza e della povertà.
Le mie foto … alle foto di Steve McCurry
La mostra al PAN è magnifica.
Gli scatti di McCurry raccolgono quaranta anni di storie straordinarie, accendono il riflettore negli angoli sperduti della Birmania, nei monasteri Shaolin, tra le tendopoli dei rifugiati di una guerra dimenticata da Dio.
A voi le mie foto … alle foto del Maestro McCurry.
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