Il cimitero delle Fontanelle, per esorcizzare la morte
Tra i quarantaquattro mila teschi censiti, uno è sempre lucido.
Nonostante la polvere, la pioggia e gli agenti naturali, il «teschio di Concetta» è privo di granelli di terra.
Come se un addetto invisibile l’avesse ripulito per il pubblico.
Ma, ci assicurano, l’addetto non esiste (e non è mai esistito).
E’ una delle infinite leggende che ruotano intorno al cimitero delle Fontanelle, un luogo mistico dove il culto della morte occupa ogni pulviscolo infinitesimale.
Forse, è proprio questo il significato dell’immenso ossario di Napoli: esorcizzare l’ancestrale paura dell’uomo?
Rione Sanità, la casa di Totò
Domenica mattina, la passeggiata organizzata da Be Time, l’Università del tempo libero è davvero interessante.
Dal cimitero delle Fontanelle, il sottoscritto – insieme ad un colorato gruppo di 58 persone, tra amici, famiglie e colleghi di lavoro – con lo stupore ancora negli occhi, si sposta verso il rione Sanità.
Prossima meta: la casa di Totò, il principe Antonio De Curtis!
Il rione Sanità, famoso per la cronaca nera, è un quartiere paradossale che bene racchiude le contraddizioni di Napoli: visiti una chiesa e resti incantato da un affresco meraviglioso del 1500, esci e sei folgorato dall’opera dedicata a Genny Cesarano, il ragazzo vittima innocente di camorra.
Arte e violenza, cultura e degrado, bellezza e barbarie nella medesima città, nello stesso quartiere, convivono a pochi metri – nella stessa piazza.
Il video
Girato e montato dal sottoscritto, il videoclip di quattro minuti racchiude l’intensa mattinata d’arte.
A voi, amici Lettori, le immagini di una passeggiata speciale, un tuffo nell’arte napoletana.
In attesa del prossimo, meraviglioso tuffo.
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