Quei voluminosi regali di Natale
Inizio dalle “ali”, poi passo al corpo.
Divido il cartone in più macro-parti, poi inizio l’opera minuziosa su ogni singolo elemento.
Non è faticoso, al contrario gratifica la coscienza ecologista.
Una volta iniziato, poi, non riesco a smettere finché il voluminoso scatolo svanisce sostituito da mille pezzettini insignificanti.
Lo spazio occupato dalle confezioni
Gli involucri dei regali di Natale occupano spazio, molto spazio.
Per comprendere l’utilità delle frammentazione dello scatolone, pensiamo ai contenitori bianchi della carta distribuiti nei condomini e per strada.
Bastano quattro, cinque scatoloni integri per riempire i bidoni della differenziata posti nell’androne del palazzo, qualcuno in più per saturare i cassonetti lungo i marciapiedi.
Con la scomposizione della confezioni in infinitesimi parti, invece, la capacità dei contenitori si amplifica all’inverosimile.
L’esperimento del sottoscritto
L’immagine dimostra il teorema: il sottoscritto, esperto frammentatore, disintegra la confezione in cento atomi di carta.
Il voluminoso contenitore, ridotto ai minimi termini, entra nella confezione rosa del Pandoro.
E pensare che, se confrontati, prima dell’intervento disintegratore, lo scatolone distrutto ha dimensioni doppie di colui che … l’ospita.
Soddisfatto dell’opera di suddivisione, mi avvio verso il raccoglitore bianco della differenziata.
Osservo interi scatoloni – integri, voluminosi – saturare quello spazio destinato a milioni di micro-pezzettini di carta.
Svuoto il tutto.
Lo stesso destino tocca alla confezione rosa del Pandoro.
Nessuna pietà per i regali di Natale: frammentare aiuta l’ambiente.
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