Perché sparare contro un innocente?
Mi sono sempre chiesto perplesso: «il cacciatore, cosa prova quando spara ad un animale indifeso?».
Quale morboso sentimento spinge un uomo ad ammazzare un uccello per il solo gusto del divertimento?
Immagino la scena patologica: in aperta campagna, armato di bazooka ed accompagnato dal fidato segugio, l’assatanato cerca la selvaggina da abbattere. Individua la preda, punta e spara senza esitazione.
La vita dell’animale spezzata in un microsecondo, senza un valido motivo, contro ogni legge della natura, solo per soddisfare la seta di svago dell’uomo, l’hobby di circa un milione di italiani (fonte FAQ Coldiretti).
Il cacciatore moderno è un «mostro»?
Vorrei conoscerlo questo intrepido cacciatore, capire la mentalità di una persona capace di utilizzare un’arma come passatempo, porre delle domande per comprendere la prospettiva di chi considera la soppressione di un essere vivente una forma innocente di diletto.
E allora, la domanda nasce spontanea: il cacciatore moderno, è una persona normale oppure un «mostro»?
Nonostante l’ovvietà della risposta, mi piacerebbe sparare dieci domande ad un valoroso cacciatore, una scarica di pallottole per impallinare (con la parola) il predatore, un’intervista insanguinata da chi – come me – non riesce nemmeno a calpestare una incolpevole formica.
Fatevi avanti, «mostri» vi aspetto.
Lascia un commento