Il triangolo delle Bermude? E’ a Napoli
Attesa prevista: quasi venti minuti.
GiraNapoli spara cifre a caso: l’autobus passa fra dodici minuti, dopo un refresh sul display dello smartphone compare uno stupefacente sedici, poi un nuovo tentativo e la sentenza: «dato non disponibile».
L’elefantiaco mezzo pubblico scompare dai radar, risucchiato dal traffico cittadino non fornisce più posizione e tempi.
Il mistero del triangolo delle Bermude è a Napoli, e noi cittadini di serieB in attesa di notizie che non giungeranno mai, non resta che pregare.
Alla fermata dell’autobus, la piccola folla radunatosi intorno al sottoscritto – nominato speaker ufficiale a furor di popolo – chiede spazientita: «quant pass sto benedett?».
Curare lo spirito e la forma fisica
Dopo trenta minuti di speranza, mantenere la calma è difficile.
A noi napoletani la pazienza non manca: inspirare e espirare, placare l’istinto distruttivo e ritrovare l’equilibrio psico-fisico.
Non resisto oltre, cedo.
«Vado a piedi» annuncio alla platea rumorosa.
Lascio alle spalle il brusio.
Distinguo chiaramente le due fazioni, i rassegnati ed i reazionari: i primi attendono il miracolo, i secondi reagiscono.
Inizio a camminare verso la fermata successiva.
Percorro il primo chilometro.
Interrogo l’app per curiosità più che convinzione: l’autobus è svanito dai satelliti ANM.
Mi sento in forma, continuo a passeggiare.
Passo dopo passo, scarico il malumore e ritrovo fiducia.
L’esperimento segreto
Sono sicuro: in qualche stanza buia del Comune si pianifica un progetto classificato TOP SECRET.
Il concetto è chiaro: la privazione, se non ammazza, rende più forte.
Gli autobus pubblici sono uno dei tanti elementi: l’attesa estenuante e la mancanza di informazioni sicure tempra lo spirito, la reazione e la passeggiata combattono l’obesità ed aiutano il cuore.
Il parcheggiatore abusivo?
Un incentivo a lasciare l’auto a casa o distante dal cinema utile a verificare il livello di passività del napoletano.
L’emergenza rifiuti?
Un test per comprendere il grado di assuefazione alla anormalità.
Un’unica, spietata regia a favore della salute del cittadino partenopeo.
I primi esiti: il napoletano reagisce bene
I primi risultati sono incoraggianti.
La resistenza del napoletano è superiore alla media nazionale e – caratteristica sviluppata negli anni di disservizi continui – si adatta in ogni altro luogo senza difficoltà alcuna.
Io stesso traggo notevoli benefici dall’inefficienza del trasporto pubblico: cammino di fermata in fermata e dimagrisco, m’abbronzo in estate e mi tonifico d’inverno, la resistenza aumenta di mese in mese.
Preso dall’entusiasmo, al prossimo ritardo della metropolitana proseguirò lungo i binari e – da giugno – proverò la traversata a nuoto del golfo con destinazione Procida (per settembre, conto di giungere a Capri senza sostare per Ischia).
L’esperimento funziona.
Parola di una cavia napoletana.
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