ANM e la ragazzina-portoghese
«Entra solo chi ha il biglietto!»
L’anatema lanciato dall’autista coglie di sorpresa i pendolari.
«Io non ho il biglietto» sussurra la ragazzina, in fila, proprio davanti al sottoscritto, mentre saliamo sull’autobus pubblico.
«Vendo io i biglietti» propone l’autista-controllore.
«Non ho i soldi» replica la giovane senza tradire imbarazzo.
«Devi scendere, allora» sentenzia l’uomo che applica il nuovo regolamento dell’ANM, l’azienda napoletana di mobilità.
Guerra ai portoghesi?
A discrezione dell’autista
L’azienda dei trasporti pubblici napoletana ha i conti in rosso e – finalmente! – contrasta l’atavico fenomeno dei portoghesi, cittadini abituati ad utilizzare i mezzi pubblici sprovvisti del titolo di viaggio.
Combatte la guerra agli abusivi assegnando agli autisti un’ulteriore onere: oltre a guidare in condizioni di stress estremo (vedi traffico e attacchi alla sicurezza personale e dei passeggeri), da qualche giorno i conducenti verificano e vendono i biglietti a chi ne è sprovvisto.
Non ho ben inteso, però, questa legge come e quando viene applicata.
Al ritorno, sempre sulla stessa linea, all’apertura delle porte, l’autista non batte ciglio e le due macchinette obliteratrici presenti sull’autobus, risultano entrambe fuori servizio.
«Obliterate il biglietto!»
La discussione dura pochi minuti, con l’autobus fermo, l’autista-controllore intento ad applicare la Legge, la ragazzina-portoghese che resiste e non scende, gli altri viaggiatori spazientiti per la perdita di tempo.
«Ce ne andiamo?» gridano dal fondo del pullman.
La solidarietà sblocca l’empasse.
Una signora regala il biglietto alla ragazza-portoghese per la pace di tutti.
«Mi raccomando, obliterate il biglietto!» urla alla platea di pendolari l’autista zelante.
Perché, evidentemente, a Napoli, acquistare il tagliando non significa necessariamente utilizzarlo.
«Ah, se tutti gli autisti fossero come questo impiegato» rifletto mentre nell’autobus nasce il dibattito sul nuovo ruolo dell’autista ANM, se spetti a lui il compito di controllare o deve limitarsi alla vendita dei biglietti.
Nessuno, invece, condanna il comportamento illecito della ragazza-portoghese che considera normale viaggiare su un mezzo pubblico sprovvista di titolo.
Assuefatti, ripartiamo.
L’autista-controllore, invece, è uno dei mille «eroi silenziosi di Napoli» al quale va il nostro ringraziamento.
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