Galleria Umberto restaurata … a metà
Un lato è chiaro, pulito, tornato all’antico splendore.
L’altra facciata, invece, mostra l’usura del tempo che fu.
Così si presenta la maestosa Galleria Umberto I di Napoli, nel cuore della città, a due passi dal centro storico (e dal mare).
Dopo due mesi senza e-bike, mi regalo una prima pedalata a via Toledo, tra i tanti turisti che affollano la città ed i mille colori (rumori?) dei vicoli.
Viaggio in direzione piazza del Plebiscito e resto attratto dalle due facce della Galleria Umberto, una sosta per due scatti è obbligatoria.
Il fascino dell’imperfezione
Ripenso alla pendenza della torre di Pisa: se fosse dritta, a chi interesserebbe?
L’unicità del monumento è dovuta al suo difetto che rende la torre pendente un polo di attrazione mondiale.
Lo stesso ragionamento l’applico alla nostra Galleria Umberto: il restauro a metà la rende … speciale!
Se il lavoro fosse completo al cento per cento, dopo il bagliore negli occhi, subentrerebbe la normalità di un’opera terminata.
E poi l’assuefazione ed il successivo oblio.
Invece, il contrasto tra il bello del restauro e l’incuria della opposta facciata è un pugno allo stomaco che non lascia indifferenti.
Il visitatore ignaro salta con lo sguardo da destra a sinistra e viceversa.
L’opera incompiuta lo costringe a riflettere e poi, superati i primi minuti di choc, la domanda gli sorge spontanea: perchè la Gallieria Umberto è bella a metà?
La (non) spiegazione
Dal web leggo la (non) spiegazione: questioni burocratiche legate ai condomini privati che abitano nella galleria.
Una parte ha investito per il rifacimento, l’altra ha deciso di non spendere soldi per il restauro.
Ognuno ha le sue ragioni (economiche).
Galleria Umberto, l’icona di Napoli
Il restauro dimezzato è la giusta icona della nostra città.
Napoli, sempre in bilico tra ciò che potrebbe essere e ciò che realmente è, con le mille potenzialità e il degrado che incombe.
La voglia di stupire e la mancanza cronica di fondi, la forza dell’arte e la burocrazia inceppata, l’orgoglio per le nostre mille bellezze e la vergogna dei soliti «mostri» che ci affliggono … l’elenco è lungo ed è noto a tutti (ora, aggiungiamo anche la Galleria Umberto).
E così, tra un pensiero ed una riflessione, scatto qualche foto.
Riprendo l’e-bike, torno su via Toledo e pedalo verso il mare.
Sorrido mentre penso a questo ennesimo controsenso tutto napoletano.
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