L’assassino, il prete, il portiere, un libro di Jonas Jonasson
L’assassino, il prete, il portiere di Jonas Jonasson annoia … per due terzi.
Divido il romanzo in tre parti:
- l’inizio: promettente, con capitoli potenzialmente divertenti
- la parte centrale: lunga e piatta
- il finale: in ripresa (ma non evita la bocciatura)
Il racconto, dopotutto, è un giusto mix di situazioni bizzarre: l’assurdo incontro tra il pluriomicida pentito, il responsabile della reception, il pastore della Chiesa protestante potrebbe scatenare una serie di pagine surreali ed esilaranti.
Invece, per lunghi tratti, la narrazione languida con una trama fin troppo lineare, priva di quegli scossoni attesi (invano) dall’eccentrico trio.
Jonas Jonasson, meglio in inverno
Desideravo recensire un’opera da leggere tutto d’un fiato sotto l’ombrellone.
L’assassino, il prete, il portiere non rientra in questa categoria di libri estivi.
Acquistatelo pure e provateci senza pregiudizi ma credo che una dolce pennichella vi colpirà prima di giungere a metà storia.
Questa reazione del Lettore Coraggioso non credo sia necessariamente negativa.
Immagino, però, non alimenti l’ego del bravo Jonas Jonasson.
L’assassino, il prete, il portiere merita una pazienza superiore.
Per iniziare a leggerlo, meglio attendere una fredda e piovosa notte d’inverno.
Tra le sicure pareti di casa, sarà più facile superare lo scoglio centrale e giungere all’agognato finale.
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