Una leggendaria manifestazione

La piazza è gremita di disoccupati.
Sono presenti tutte le sigle, da quelle «storiche» ai nuovi comitati sorti come funghi per tutelare i recenti licenziamenti.

Sfilano lungo le vie cittadine, volano grida di sdegno e fischi contro le Istituzioni.
Nella nostra terra, la disperazione di chi perde il lavoro è un sentimento atavico, merce preziosa per i padroni della politica.

Dalle ceneri della grande industria nasce l’esercito degli ex lavoratori.
Il corteo raccoglie donne ed uomini di ogni età, giovani che, dopo pochi anni dall’assunzione, già combattono per non perdere il posto.

Lo slogan

Giunti sotto la sede della Regione, l’urlo dei manifestanti è unisono: «vulimm’ ‘O Posto, vulimm’ ‘O Posto!».
Dipendente del Comune, bidello, segretario di scuola, postino in una amena località, impiegato in un qualsiasi ufficio della Regione, spazzino per una dimenticata partecipata di un ente statale … tutto purché ci sia la sicurezza del domani.

«O Posto» si traduce, dunque, in un’assunzione nella Pubblica Amministrazione.

Vulim o post, i precari di oggi

L’opportunità

Un uomo si avvicina ad un manifestante.
«Senta, cerco una persona con voglia di lavorare, disposto agli straordinari e abituato alla fatica» chiede convinto l’imprenditore.
«E tra tanta gente, venite proprio da me?» risponde il disoccupato e ritorna ad urlare lo slogan «vulimm’ ‘O Posto, vulimm’ ‘O Posto!».

Epilogo

Questo racconto risale alla mia adolescenza, più o meno all’inizio degli anni ottanta.
Sta di fatto che non posso confermare l’episodio (e nemmeno smentirlo).

Forse si tratta solo di una leggenda folcloristica però racchiude delle amare verità: la mancanza di lavoro cronica nel sud Italia, la cultura dell’assistenzialismo, una parte della società che si «arrangia», l’abuso degli ammortizzatori sociali, la protesta indiscriminata, i «mostri» generati dalla malapolitica, le opportunità mancate.

Sono trascorsi decenni e gli unici due elementi anacronistici di questa fanta-leggenda-napoletana suppongo siano l’uomo che offre lavoro ed il rifiuto del presunto disoccupato.
Tutto il resto, è ancora (triste) attualità.

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