1 Lo yogurt
A metà mattinata mangio uno yogurt per evitare un calo di energie e traghettare lo stomaco senza traumi verso la pausa pranzo.
Inoltre, lo spuntino respinge le sirene tentatrici celate dietro le saporite merendine appostate nel distributore automatico.
Per i valorosi, c’è lo yogurt magro (ci sto lavorando …)
2 L’indistruttibile borraccia d’acqua
Sulla scrivania dell’ufficio non manca la borraccia, la prima arma per contrastare il selvaggio «uso e getta».
L’indelebile bottiglia mi ricorda il doppio obiettivo: bere due litri di acqua al giorno e difendere l’ambiente dalla feroce invasione della plastica.
Lo scopo idrico lo raggiungo sorseggiando ogni trenta minuti l’equivalente di un mezzo bicchiere – anche in assenza dello stimolo della sete.
A fine giornata, mentre spengo le luci per andar via, osservo il cestino della raccolta differenziata stracolmo di bicchieri e bottigliette, rifiuti giornalieri prodotti dalla eco-pigrizia dei miei colleghi: io ho bevuto senza contribuire a tale scempio.
3 La pausa pranzo
La corretta educazione alimentare d’ufficio prevede un primo piatto leggero ed una frutta di stagione (un pasto frugale aiuta la concentrazione pomeridiana).
Il contenitore dei cibi, rigorosamente in vetro, evita l’odiato monouso tipico dei cibi d’asporto e risulta conforme al riscaldamento veloce nel microonde.
Del pane non vi è traccia.
Il mercoledì è il giorno dell’eccezione.
Il meritato premio? Una pizza con i pochi, fidati colleghi (al più quattro per non trasformare la pausa pranzo in un noioso meeting aziendale).
4 Due caffè al giorno
La mattina, appena giunto in ufficio, un caffè al distributore automatico è d’obbligo: una chiacchiera social, un approfondimento sull’attualità scottante, il gossip sul collega e via.
Dopo pranzo, la seconda ed ultima tazzina al bar: uscire, passeggiare, incontrare volti diversi ossigena il cervello ed aiuta ad affrontare la seconda parte della giornata.
5 Il consiglio più importante
Le otto ore d’ufficio, sommato al tempo speso per raggiungere la sede, comportano un’assenza da casa di quasi dieci ore per gran parte dell’anno (cioè della vita). Dunque, mi sono imposto il rispetto di semplici regole del viver sano:
- non restare digiuno per più di tre ore consecutive
- ogni due ore di lavoro, fermarsi per una pausa di 10-15 minuti
- non fumare (evergreen)
- dopo la pausa pranzo, concedersi quattro passi fuori dall’ufficio
Un ultimo, importante suggerimento senza il quale l’intero discorso crolla, denominato il consiglio zero: non facciamoci licenziare.
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