faCCebook.eu

Sbatti il mostro in homepage!

Author: Mario Monfrecola (Page 15 of 57)

E tu, lo conosci il vizio di Paola?

«Il vizio di Paola», la nuova rubrica

Paola è l’autrice di una nuova rubrica ospitata nella nostra casa digitale.

Chi è Paola?
La definizione che lei stessa fornisce è il miglior slogan per presentare l’ultima arrivata nella redazione di faCCebook.eu:

Paola, lettrice per passione e scrittrice per vizio.
Alla continua ricerca di ispirazione.

Chi la conosce, apprezza la sua innata capacità di raccontare.
Un episodio banale per la maggior parte di noi (compreso il sottoscritto), narrato da Paola assume un colore ed una forma diversa.

Toni a volte folcloristici, spesso curiosi, un punto di vista particolare.

Suppongo che alla nascita le abbiano installato una capsula concentrata di storytelling napoletano, «l’arte del narrare» enfatizzata dalla sana fantasia tipica di chi ha qualcosa di significativo da rivelare.

I suoi (prossimi) post, sono certo, susciteranno in voi Lettori le stesse emozioni riscontrate dal sottoscritto – il suo editore 🙂

«Il vizio di Paola», la nuova rubrica di faCCebook.eu
Paola, vincitrice del primo premio «Racconti allo specchio 2016»

Gli specchi, è il breve racconto vincitore del primo premio della «III edizione di Scintille in cento parole».

Cento parole centellinate da Paola per colpire il Lettore con l’emozione, il motore di ogni libro, il segreto ricercato da ogni scrittore – famoso o blogger con i brufoli – per rendere la storia, speciale.

Paola, vincitrice del primo premio «Scintille in cento parole 2016»

«Il vizio di Paola» coming soon!

La nuova collaboratrice del blog ufficiale dei «mostri» avrà carta bianca.
Mi auguro di pubblicare almeno un suo post a settimana, vedremo perché l’ispirazione dell’artista non risponde al telecomando.

Non ci resta che attendere il primo vizio, consci che ogni nuovo racconto sarà un piccolo, grande regalo di Paola per noi Lettori, in primis il sottoscritto.


Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

Festa della donna, istruzioni per gli uomini

8 marzo, auguri si/no

«Come sto col nuovo taglio?» ecco l’ingenua domanda che ti porta direttamente nel ben mezzo di un campo minato.
Un passo falso e rischi il botto.
Ogni uomo è conscio: qualsiasi risposta potrebbe essere utilizzata contro se stesso.

«Auguri, buona festa per la donna!»: l’8 marzo è una data speciale?
Oppure fingere normalità perché i diritti della donna vanno rispettati ogni santo giorno?

Donne, foto di Luigi Borrone

Festa della donna, le difficoltà di noi uomini

Care donne, rinunciate alla gonna ed indossate i nostri panni.
Non è facile trovare il giusto equilibrio tra galanteria ed emancipazione.

In entrambi i casi, una fetta rosa criticherà la scelta, l’altra sorriderà.

Come risolvere?

Vuoi vedere che anche oggi, 8 marzo, vale la solita, saggia, regola antica come il mondo?
Il consiglio della mamma al figlio, dell’amica all’amico, dell’innamorata all’innamorato: sii te stesso.

Sarò me stesso.

Care Lettrici, auguri!
Buona festa della donna.

PS: stai bene col nuovo taglio 🙂

faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

Luigi Borrone, fotografo per passione

«Amo la fotografia perchè unico strumento per fermare il tempo. due foto scattate nello stesso istante non saranno mai uguali».
Luigi Borrone, fotografo per passione, è l’autore della foto presente in questo post.
A Luigi il mio sincero ringraziamento.

Per chi volesse seguirlo, segnalo la fanpage ufficiale Luigi Borrone – Fotografo Per Passione oppure i profili twitter ed Instagram.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Cristian Martini, perché maltratti il Piccolo Principe?

Occhi profondo mare, storia surreale

Occhi profondo mare di Cristian Martini, non l’ho ben capito.
Una storia fantasiosa ambientata a Senzanome, un piccolo paese di mare, in un luogo indefinito nel tempo e nello spazio.

Il romanzo è incentrato nel rapporto tra un forestiere ed un bimbo solitario di dieci anni.

Problema: i colloqui tra l’adulto ed il fanciullo appaiono “costruiti” e difficili da accettare come «reali».
Risposta: l’immaginazione dovrebbe aiutare il Lettore a superare ostacoli tutto sommato razionali.
Concordo.
Però se l’intero libro è incentrato sulla relazione adulto/bimbo, accettare per buono i dibattiti surreali è questione non secondaria.

Cristian Martini, autore di "Occhi profondo mare"

Un Piccolo Principe italiano

Accettata la fase surreale, la lettura continua e pagina dopo pagina, saltano alla mente elementi vicini al leggendario Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry (con le dovute distanze).

La vita è un lungo viaggio, l’esplorazione del mondo intrapresa dal forestiero – come ogni viaggio – si conclude da dove è iniziato.
A Senzanome.

Da dove, ben presto, ripartirà un nuovo viaggio.

 

Il finale inopportuno

La trama dolce e pacata cade in un finale inopportuno.

Le ultime righe del romanzo, infatti, ricordano il violento scivolone del viaggiatore esperto in un burrone senza uscita, un imprevisto che stona con il lungo, curioso, amorevole viaggio percorso durante l’intera lettura.

L’autore viola una regola non scritta: i personaggi delle fiabe sono intoccabili!
E come tali non possono (anzi, non devono) essere maltrattati.

Il finale-choc spezza l’atmosfera da favoletta e getta il romanzo in un genere indefinito.
Per il sottoscritto, resta incomprensibile.

faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

Una domanda per Cristian Martini

Davvero strana la scelta.
Invio a Cristian Martini questo post per chiedere lumi:  perché far cadere la favoletta di Senzanome nel limbo letterario?

Peccato.
Il cerchio non si è chiuso.
Resto con l’amaro in bocca.

Attendo delucidazioni dall’autore.

Acquista Occhi profondo mare su Amazon

 


Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

Luciano Esposito alla Ubik di Napoli: «Abbi fortuna e dormi», storia di polifedeltà

Luciano Esposito alla libreria Ubik

La sala conferenza della libreria Ubik, nel centro storico di Napoli, fatica a contenere il calore intorno a Luciano Esposito.

Il giovane scrittore presenta – per la prima volta in pubblico! – il suo libro Abbi fortuna e dormi.

Dopo l’intervista esclusiva pubblicata qualche tempo fa, il sottoscritto non poteva mancare all’imperdibile manifestazione.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

Gli amici di sempre

Riconosco un po’ tutti: Antonio, Rosy, Angelo, Daniela …
Sono i soliti amici di Luciano, gli amici di sempre.

L’introduzione di Gerardo – professore di letteratura – presenta la storia e descrive lo stile «fresco» utilizzato dall’esordiente autore.

La musica di sottofondo del maestro di conservatorio Federico rende l’atmosfera magica (inutile ricordare che entrambi sono cresciuti con Luciano).

Osservo la sala gremita, sorrido compiaciuto.

 

La cultura, una serata intorno ad un libro

L’emozione suscitata da un evento culturale è un aspetto di Napoli importante e poco evidenziato dai media.

Dibattere intorno ad un libro, confrontarsi con le dotte parole dell’editore, ascoltare pagine del romanzo recitate da Michele – altro vecchio amico – con l’enfasi giusta, è il miglior biglietto da visita per conoscere il mondo di Luciano.

«Scrivere è una forma di espressione come disegnare» spiega lo scrittore.
«Ho impiegato sette anni per completare Abbi fortuna e dormi. Mi è sempre piaciuto raccontare storie e pubblicare il libro era per me inimmaginabile. Essere qui è un sogno» confida Luciano con un pizzico di commozione.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

«Abbi fortuna e dormi» e la polifedeltà

«Non è una storia autobiografica e la trama non è incentrata su un volgare tradimento. Piuttosto parliamo di un sentimento puro, di vero amore: l’amore di un uomo per due donne».

La definizione utilizzata durante il dibattito è perfetta: polifedeltà.

Può un uomo essere innamorato contemporaneamente di due donne?
Una passione pulita, di assoluta dedizione – non certo un prosaico adulterio.

Luciano garantisce un finale non banale, fuori dagli stereotipi tipici di una “relazione a tre”.

La fiducia del Lettore è ben riposta.
Parola di chi conosce il buon, vecchio Luciano, narratore di storie fantastiche.

Luciano Esposito alla libreria Ubik di Napoli presenta il suo libro «Abbi fortuna e dormi»

Acquista Abbi fortuna e dormi su Amazon!

 


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Carnevale, il giorno dei supereroi

Carnevale e quel segreto inconfessabile?

Dietro ad una maschera di Carnevale, si cela un desiderio.
Chi vorrei essere ma non sono.
Il segreto inconfessabile: il destino sognato da piccolo e mai realizzato.

Teoria assurda?
E se invece fosse realtà?

Carnevale, il giorno dei supereroi | Foto di Luigi Borrone

Carnevale, tra Principesse e Supereroi

Alla cassa del supermercato, la giovane Principessa sorride ai clienti.
In coda, nessuno utilizza i poteri speciali.

«Paghi solo l’insalata, prego» Batman gentile cede il posto ad una sorridente Cenerentola.
Spiderman è in bolletta (come sempre), compra un tubo di Baci per Mary Jane e salta via concentrato: «da un grande potere, derivano grandi responsabilità»

Per strada, Pinocchio gira le spalle allo sceriffo Woody: non è giunta ancora l’ora di rispettare le regole.
Una giovane Biancaneve osserva il burattino con dolcezza.

Carnevale, il giorno dei supereroi | Foto di Luigi Borrone

Sandokan e Zorro, il mio Carnevale

Da piccolo amavo Sandokan, l’eroe di Emilio Salgari.

Lo alternavo con Zorro, il ladro che, alla fine, difendeva sempre i più deboli.
Ricordo, però, anche l’eccezione: un vestito da cowboy, col cappello da Far West e cinturone con pistole penzolanti.
Un look da vero duro per un film di Sergio Leone.

Concordo: sarebbe stato meglio un travestimento da Toro Seduto ma certe verità si comprendono col tempo.

Carnevale, il giorno dei supereroi | Foto di Luigi Borrone

Napoli, città colorata

Raggiungo l’ufficio, in città l’aria di festa è tangibile.
Le scuole chiuse, i coriandoli per strada, i bimbi viaggiano con l’immaginazione in mondi migliori.

Molti quartieri attraversati da parate colorate, un gioioso rumore invade luoghi troppo spesso lasciati nel degrado (culturale e non).

Una ventata di creatività, un fiume di sogni tra i vicoli ed il centro di Napoli..
Aria fresca, aria buona, aria di festa.

Per un giorno niente «mostri», per Napoli solo la fantasia dei piccoli supereroi.

Luigi Borrone, fotografo per passione

«Amo la fotografia perché unico strumento per fermare il tempo. due foto scattate nello stesso istante non saranno mai uguali »
Luigi Borrone, fotografo per passione, è l’autore delle foto presenti in questo post.
A Luigi il mio sincero ringraziamento.

Per chi volesse seguirlo, segnalo la fanpage ufficiale Luigi Borrone – Fotografo Per Passione, il profilo twitter ed i canale Instagram.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Catherine Bybee, il coraggio di una scrittrice rosa

A chi potrebbe interessare?

Sono prudente con le recensioni negative perché rispetto il lavoro di ogni autore.
Immagino il sudore dello scrittore che, rigo dopo rigo, fatica per il suo amato libro.

Non proprio un appuntamento di Catherine Bybee, però, merita una menzione speciale.

Mi chiedo: a chi potrebbe interessare una simile storia?
Al sottoscritto sicuramente no (deduco che questo ebook sia un regalo di Amazon: resta un mistero come sia finito sul mio Kindle Paperwhite)

Giunto all’ultimo rigo, credo di poter affermare:

  • trattasi di un romanzo rosa
  • adatto ad un pubblico giovanile/semi adulto sognatore/adulto romantico
  • lettura di pura evasione
  • trama non originale
  • personaggi stereotipati ma simpatici
  • facile da leggere come bere un bicchiere d’acqua (e come tale, sparisce dopo l’ultimo sorso)

Catherine Bybee, la coraggiosa autrice di "Non proprio un appuntamento"

Il coraggio di Catherine Bybee

Senza nessun sforzo, raggiungo il finale (piatto).
Colpi di scena nulli, emozioni zero, divertimento minimo.

Il merito di Catherine Bybee?
La storia è autoconclusiva.

Il coraggio di Catherine Bybee?
Il romanzo contiene un estratto della puntata successiva, uno spin off incentrato sulla sorella della protagonista di Non proprio un appuntamento.

E’ troppo anche per un Lettore paziente come il sottoscritto.
Cancello l’ebook e proseguo verso nuovi mondi letterari.

Addio Catherine Bybee.

Acquista Non proprio un appuntamento su Amazon

 

Villa Floridiana, vince la bellezza

Villa Floridiana, vince il panorama!

La burocrazia malata nulla può contro la bellezza della Villa Floridiana di Napoli.

Su, dalle vette del Vomero, il panorama è finalmente libero dalla cancellate che – per quanti anni? – mortificavano l’accesso totale alla spettacolare vista.

Dal mitologico Castel dell’Ovo alla collina di Posilippo, con il blu intenso del mare a completare la cartolina.
In lontananza, il profilo di Capri ricorda una sirena distesa sulle onde.

Fotografo ma lo scatto non rende cotanta magnificenza.

Villa Floridiana di Napoli, panorama mozzafiato ma negato a metà dalla burocrazia malata

Villa Floridiana, vittima della burocrazia

Gli alberi imprigionati dall’inefficienza della pubblica amministrazione, il verde sottratto ai cittadini per volgari bieche politiche.
La Villa Floridiana è l’ennesima vittima di un paese ingessato in eterno conflitto con se stesso.

Quando l’intero parco pubblico sarà restituito alla città?
A chi tocca intervenire per mettere in sicurezza il verde pubblico?
Al Comune? Alla Sopraintendeza?
Perché a Napoli è cosi faticoso godere di un po’ di sana normalità?
Mistero della fede.

A pagare i litigi tra istituzioni, ovviamente, la collettività.

Stavolta, però, voglio andare oltre.

La bellezza contro i «mostri»

E’ una bella e calda domenica di febbraio, il luogo non merita volgari polemiche.

Sposto lo zoom dalle squallide cancellate con i desolanti cartelli di «accesso vietato» e punto lo sguardo verso il mare.

Il fascino della Villa Floridiana annienta i soliti «mostri» nostrani.
Per oggi, vince la bellezza.

Villa Floridiana di Napoli, panorama mozzafiato ma negato a metà dalla burocrazia malata


Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

Ciao Mino

Mino, perché ti scrivo

Mino, sei sempre stato un tipo schietto.
E allora, sarò schietto anche io con te.
Non sono sicuro di voler condividere questo post, lo scrivo sull’onda dell’emozione, poi decido.

Rifletto: un tuo familiare, parente, amico, un giorno qualsiasi, per una serie di clic casuali tipici del web, capita su questa pagina.
Leggere il ricordo di chi ti ha conosciuto potrebbe suscitare – per un istante – un dolce sorriso.

Pubblico per lasciare una testimonianza.
Per la tua famiglia, per i tuoi amici.
Per chi ti ha voluto bene.

Mino, mi piace ricordarti in questo scatto dove, con la tua solita schiettezza, parli al sindaco di Napoli

Mino, il gigante buono

A chi non ti conosceva, potevi sembrare burbero.
Con quello sguardo severo, l’altezza di un giocatore di basket e la corporatura massiccia, intimidivi il prossimo.

Apparivi una montagna difficile da scalare.
Invece, eri per tutti noi, il gigante buono.

Sei stato strappato alla vita, a soli quarantanove anni.
Strappato alla tua famiglia.
Già, la tua famiglia, che mai avresti abbandonato.

Da quanto tempo ti conoscevo?
Vent’anni?
Un pezzo di strada percorso insieme, prima in EDS, poi in HP, oggi in Maticmind.
Eppure, nonostante la stessa società, non abbiamo mai lavorato insieme.
Strano, vero?

Un giorno, durante il travagliato passaggio da HP in Maticmind, mi parlasti a quattr’occhi.
Per chiarire che, nonostante opinioni opposte, mi stimavi e reputavi il mio punto di vista interessante.
Ecco il vero Mino pensai: sincero, diretto, senza giri di parole.
La tua schiettezza stonava con quel mondo di compromessi, inciuci e frasi dette e non dette: il sindacato.

Eri rappresentante RSU, in difesa di noi lavoratori.
Perché il senso di protezione ce l’avevi scritto nel DNA.
Con quella stazza imponente, sembrava che volessi difendere il mondo intero.

Ce l’hai messa tutta Mino, lo sappiamo.
Ed oggi possiamo solo ringraziarti.

In ufficio, il giorno dopo

Tornare in ufficio, il giorno dopo, accendere il computer, parlare con i colleghi, riprendere.

Sembra impossibile continuare senza te.
Senza il tuo vocione che chiama i soliti amici per un caffè oppure ascoltare un commento sul nostro Napoli condiviso nell’open space.

E’ davvero surreale.

Molti sono assenti.
Chi c’è, con la testa nel monitor e le cuffie nelle orecchie, si isola per non pensare.
L’aria in ufficio è impregnata di un’infinita tristezza.

La giornata lavorativa finalmente termina.
Giunge il sospirato momento.
Vado via.
Osservo ancora la tua postazione.
Con lo sguardo, ti saluto.

Salgo in bici, pedalo.
Attraverso la città, la vita continua col solito caos disordinato.
Però non è detto che tutto debba continuare come sempre.
Perché ci sono giorni che segnano l’esistenza.

L’aria fresca di questo maledetto 17 febbraio colpisce il volto e punzecchia gli occhi.
Pedalo ancora.
Una lacrima scende sul viso, nascosta dalla maschera antismog, cade sulla guancia fino alla bocca.
Ne segue un’altra.

Sono lacrime calde.

Ciao Mino.

RealNapoli, serata leggendaria

Real Madrid vs Napoli, serata epica

Dal barbiere, in metro, al bar.
Tre luoghi clou per testare il polso al tifoso partenopeo.
La sfida è di quelle epiche, non capita spesso di affrontare la squadra più forte del mondo.
In Champions League addirittura!

Eppure, nonostante gli undici alieni da affrontare, carpisco un ottimismo diffuso.

Real Madrid vs Napoli, serata leggendaria

Cristiano Ronaldo contro il Ciuccio organizzato

Il barbiere è convinto: Cristiano Ronaldo sbatterà contro l’astuto muro azzurro.
Al bar, tra un caffè e l’altro, si elogia l’organizzazione del Napoli di Sarri.

Il collettivo contro il singolo: la regola dello sport convince.

faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

Serata sociale

L’occassione riunisce.
Stasera la partita Real Madrid – Napoli si guarda obbligatoriamente in gruppo.
Parenti, amici, vicini di casa, tifosi abituali o tifosi per una sera: senza distinzione, insieme per godersi l’evento.

Lo spirito di partecipazione che si respira in ogni angolo della città.
La convinzione di poter sfidare i galattici.
L’ottimismo intorno alla squadra.
Lo spettacolo del Santiago Bernabeu.

A poche ore dal match, Napoli dimentica – per una sera – i soliti «mostri» per concentrarsi su un evento sportivo.
Divertimento allo stato puro.

Vada come vada, stavolta il successo del Napoli è garantito.
La città merita questa serata da campioni.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Ogni maledetto San Valentino [DomandePerBeni]

Ogni maledetto 14 02

“Esimio Dr. Beni,
ardo di passione, mi consumo nell’illusione di incontrare il mio unico grande amore.
Non ricordo neppure quando mandai per la prima volta l’invito per uscire insieme, ogni maledetto San Valentino aspetto nel luogo dell’incontro la sua apparizione.
Nulla, ed ora che si sta avvicinando il nostro ennesimo appuntamento mi domando: verrà?”
Riflessi_n

San Valentino, l'attesa è il vero amore

Antonio P. Beni risponde

Gentile signorina,
è da quanto scrissi la prima versione di Godot che persone come lei mi fanno ricordare quando scrissi la prima versione di Godot.

Il suo problema per San Valentino è comune come la muffa dietro il mobile in cucina, non sai di averla finchè non cambi arredamento.
Il cuore è così, non sai di averlo finchè non te lo trapiantano in una scimmia, o viceversa.

La meraviglia dell’attesa

La mia teoria, sviluppata in anni di osservazione di coppie di innamorati, è che l’attesa è qualcosa di meraviglioso.

Dopo che scontai cinque anni al penitenziario di Fox River per assurde accuse di voyeurismo, purtroppo nessuno credette che osservavo coppie di innamorati per la scienza, riuscii a pubblicare su Scientific American il mio trattato “Speriamo che duri. L’attesa del tram come rappresentazione inespressa dell’amore atteso a San Valentino”

Nel mio geniale trattato scientifico, dimostrai che le persone non vogliono che il tram arrivi.
Loro vogliono attenderlo, desiderarlo, invocarlo, ma mai possederlo obliterando il biglietto.
Questo perché l’uomo è nato per avere paura.
La paura salva l’uomo dal pericolo e il pericolo è nella natura.

Mi spiego con un esempio che usai alla prima lezione di Semantica del Divino Amore, presso la gloriosa Fondazione Brass.

L’uomo che crede in Dio.
Lo venera, lo invoca, lo desidera, lo vuole, un po’ quasi come per il tram ma, attenzione questo è il punto chiave, non lo vuole!
Se l’uomo volesse Dio morirebbe per averlo!
Invece no, si ostina ad aggrapparsi alla vita.
Fa di tutto per non morire!
Non c’e’ coerenza!
Vuole Dio, lo ama e non vuole stare con Lui?!

faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

San Valentino, la festa degli innamorati
(in attesa)

Aspetta il tuo amore a San Valentino ma spera che non venga, perché ogni maledetto San Valentino potrai essere una delle poche che veramente festeggerà l’amore.
Del resto definiamo l’amore come una dedizione appassionata ed esclusiva, istintiva ed intuitiva fra persone, volta ad assicurare reciproca felicità, o la soddisfazione sul piano sessuale, senza pensare che la sua massima elevazione è nella Sua attesa.

Chi è Antonio P. Beni, esperto in aMORE

Scrivi ad Antonio P. Beni




    Acquista l’ebook di Antonio P, Beni!

    Le cose degli Altri è anche cartaceo


    Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

    Sanremo, il segreto per vedere il festival della canzone italiana

    Il segreto

    Appena inizia la canzone, cambia canale.
    Tre minuti per scaricare la frustrazione, deprimersi con altri programmi, riprendersi con un inutile zapping.

    Scaduta la fuga, torna su RaiUno.

    Sanremo 2017: il segreto per vedere il festival della musica italiana

    Sanremo, a chi interessa la musica?

    Al festival della canzone italiana, la musica è l’attrice non protagonista.

    Il film 2017 è la replica di se stesso e viene trasmesso in loop dal 1951.
    Il cast è il solito: vecchie mummie resuscitate, giovani fantasmi invisibili.

    I primi utilizzano la nostalgia in bianco e nero, i nuovi il moderno hashtag.

    Il risultato è il medesimo: i «mostri», riuniti nell’arena mediatica, lottano per il minuto di celebrità.

    La canzone?
    Arriva ultima.

    Dopo il vestito firmato, la scollatura falsamente casuale, la finta gaffe studiata nel dettaglio, lo scandalo programmato.

    Per la gioia di tutti.

    Appello alla Nazione

    Il segreto per godersi il festival, dunque, è tra le nostre mani.
    Alla prima nota, veloci come il fulmine, pigiamo sul telecomando e polverizziamo il «mostro» di turno.

    Scappiamo da Sanremo, senza esitare.

    Perché loro giocano con i nostri sentimenti: al primo cedimento, ci fregano con l’sms del televoto.

    Raccogli l’appello.
    Segui l’esempio di milioni di cittadini.
    Guarda Sanremo.
    Ma non ascoltare le canzoni.

    Svelato il segreto, ora tocca a te.
    Ce la farai?


    Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

    Silvia Ruotolo, la tragedia che la storia non spiega

    Silvia Ruotolo, giovane mamma

    «Silvia Ruotolo
    (1958 – 1997)
    vittima innocente della barbarie camorristica»

    La targa a Piazza Medaglie d’Oro – nel centro del Vomero, quartiere collinare di Napoli – mi lascia esterrefatto.
    A pochi metri, dei giovani bivaccano nel campo di basket mentre, al lato opposto, dei cani corrono felici nell’«area di socializzazione» a loro dedicata.

    Una piazza con diverse anime, un mix tra il ricordo della tragedia e la necessità di andare avanti.

    Quante volte sono passato?
    Di corsa, per shopping o per una passeggiata.
    Mai soffermato a leggere la drammatica storia, l’intensità delle parole, la tragedia consumata.

    Piazza Medaglie d'Oro, la targa dedicata a Silvia Ruotolo, vittima innocente della barbarie della camorra

    Silvia Ruotolo, la fondazione

    La vicenda è nota a tutti e documentata con emozione sul sito della Fondazione Silvia Ruotolo.

    Leggere la cronaca colpisce ma guardare da vicino la targa dedicata alla giovane mamma resta una ferita dolorosa per chiunque.
    Anche dopo vent’anni.

    Indignazione, rabbia, vergogna: perché tanta ferocia?
    Quale follia spinge un uomo a sparare all’impazzata per strada contro un altro uomo?

    La fondazione Silvia Ruotolo ricorda la tragedia della giovane mamma

    Anni ottanta, l’inizio delle sparatorie

    Consulto Storia della camorra di Vittorio Paliotti, un testo fondamentale per comprendere le dinamiche della camorra, il cancro della nostra terra.

    Cerco una spiegazione impossibile tra le pagine di Storia.

    Il capitolo dedicato alle vittime innocenti di camorra cita gli anni ottanta come inizio delle violenze.
    Gli scontri a fuoco tra i clan avvengono per strada, per punire i rivali, per conquistare piazze di spaccio, per ribadire la superiorità.

    La pagina Wikipedia dedicata alle yittime innocenti della camorra parte proprio dagli anni ottanta.
    Un elenco infinito di nomi, un elenco infinito di dolore.
    Ogni nome una storia, ogni storia una tragedia inaccettabile.

    faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

    La zummpata, il duello all’arma bianca (1500)

    Spiega Vittorio Paliotti: i camorristi – membri della Bella Società Riformata, l’organizzazione criminale che per quattro secoli ha taglieggiato Napoli (dal 1500 al 1912, poi annientata nel famoso e discusso processo Cuocolo) – da sempre usavano sfidarsi in duelli all’arma bianca.

    La zumpata, rito di iniziazione, combattimento rusticano per stabilire chi comandava, avveniva in un luogo pubblico (1500).
    Armati di pugnale, il duello tra camorristi promuoveva l’avanzamento di grado nella gerarchia criminale, risolveva discussioni, sentenziava la verità tra i litiganti.

    Il passaggio dal pugnale alla pistola si consumò nel XIX secolo ma l’utilizzo di un’arma da fuoco avveniva – a differenza della zumpata – in un luogo solitario.

    Sembra di follia dibattiamo ma, almeno, i passanti erano tutelati.

    La Storia (non) insegna

    Bastano due minuti.
    La pagina Wikipedia dedicata alla guerra di camorra degli anni 70 lascia sbigottiti.
    Servizi segreti, pentimenti, brigate rosse, suicidi ed omicidi, vendette ed esecuzioni, una scia di sangue inimmaginabile.

    A leggere la cronaca ci si scandalizza.
    Guardare Silvia negli occhi, invece, suscita rabbia ed emozione.
    Anche dopo vent’anni.

    La domanda è priva di risposta: perché accade?
    La Storia spiega ma la realtà resta inaccettabile.


    Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

    Page 15 of 57

    Powered by WordPress & Theme by Anders Norén

    Translate »