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Author: Mario Monfrecola (Page 26 of 57)

Il muro di Poggioreale

Il confine tra il Bene ed il Male

Un pesante muro alto come il primo piano di una casa.
Scuro, massiccio, sverniciato, vecchio, si estende per centinaia di metri.
Divide il mondo dei vivi dall’inferno.

Al di qua del muro

Il tempo scorre veloce: il solito caotico traffico cittadino, impiegati sempre di corsa, uffici-arnie incastrati in torri e grattacieli, open space luminosi ed affollati, veloci pause pranzo consumate tra i mille ristorantini dalle offerte cattura-cliente, bimbi che tornano a casa ed impugnano la mano sicura della mamma, studenti innamorati che marinano la scuola per rubare baci d’amore dopo un «per sempre» convinto.

Al di qua del muro, scorre la vita di ogni giorno.

Osservo il muro di Poggioreale ...

Osservo il muro di Poggioreale …

Al di là del muro

Casermoni degradati con cento celle oscure.
Alveari silenziosi senza via d’uscita.
Buchi neri dietro i quali non battono segnali vitali evidenti.
La parte oscura dell’animo umano.
Luoghi di non-spazio.
La prigione dei «mostri».

Al di là del muro, il carcere di Poggioreale

La finestra su Poggioreale

Dalle finestre dell’ufficio, intravedo i due mondi contrapposti: il muro separa la società civile dal regno dei dannati.

Osservo con angoscia e mi domando perplesso: questo luogo sinistro impiantato nel cuore di Napoli, guarirà le coscienze sporche di chi ha sbagliato?

L’Internet delle persone

La stretta di mano

Quando arrivo all’appuntamento, Pasquale e Giampiero già discutono.
Ci siamo riusciti: organizzare un incontro tra i moderatori della nostra amata community, Napoli image Naples.

Perché la differenza tra l’essere virtuale e la vita reale è semplice: una stretta di mano.

Napoli image Naples, l'Internet delle persone: da sinistra, Giampiero, io e Pasquale

Napoli image Naples, l’Internet delle persone: da sinistra, Giampiero, io e Pasquale

Conoscersi d’avanti ad un caffè

Quale strano sentimento spinge sconosciuti navigatori del web a conoscersi ed incontrarsi?
Perché scatta la folle scintilla che smuove un individuo da dietro al monitor fino ad un affollato bar della stazione centrale?

Discutere, credere nelle proprie idee, confrontarsi e la ferma volontà di confluire le energie positive verso un obiettivo concreto, utile per la collettività.
Utopia per i molti, impegno per pochi.

Internet, persone connesse

Infastiditi dai due secondi di indignazione volatile dopo un post-denuncia o una foto-scandalo.
Stanchi di guardare la realtà scorrere indifferente attraverso lo schermo di un computer.
I clic facili non bastano più.
Noi vogliamo provarci.

Perché dietro ad un mouse c’è una persona.
Perché un “Mi piace” o un “+1” sono una pacca sulla spalla, un commento è voce, la condivisione uno sguardo d’intesa.

Internet è una rete composta da individui, non da freddi computer connessi.
Proprio come dimostra una stretta di mano tra amici.


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Quarto a Cinque Stelle, dove la realtà è capovolta

La politica col sindaco Capuozzo

Beppe Grillo, Casaleggio, Roberto Fico e Di Maio, gli stati generali del M5S, sono a Quarto.

La piazza è gremita, la folla urla “Rosa! Rosa! Rosa!”
La signora sindaco Rosa Capuozzo ha il sostegno dei vertici del movimento ma, soprattutto, dell’intera base e dai cittadini del paese flegreo.

La camorra è respinta, prima dal comportamento del sindaco e della sua giunta, poi dalla politica al fianco delle Istituzioni.
Anche le opposizioni applaudono.

Il M5S dimostra che cambiare è possibile.
I cittadini ritrovano fiducia, partecipano e credono nella buona politica e nella forza di reazione delle Istituzioni.

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I media celebrano il sindaco anticamorra

Rai1, Sky, Tg5 e La7 combattono per un’intervista.
Sotto il Municipio, i cameraman di tutte le emittenti pronti a catturare la dichiarazione di un esponente della giunta flegrea.

Assediata dai giornalisti, la vita di Rosa Capuozzo è passata al setaccio: perché è diversa? Quale il suo segreto? Perché è riuscita dove molti hanno fallito?

Le tv ed i giornali mostrano il nuovo eroe da celebrare.
Rosa Capuozzo, il sindaco anticamorra esempio per tutti gli altri primi cittadini italiani.

Coraggio Rosa Capuozzo! (il sindaco di Quarto espulsa dal M5S)

Coraggio Rosa Capuozzo! (il sindaco di Quarto espulsa dal M5S)

Quarto, la realtà capovolta

Purtroppo non è andata così.
Rosa Capuozzo espulsa dal MoVimento, processata e condannata prima dal suo partito e poi dai media.

Il «mostro» è servito.

Ma quale è la sua reale colpa?
Non l’ho ancora capito nonostante fiume d’inchiostro e servizi televisivi ambigui pubblicati dagli stessi media che negli ultimi quindici anni (con due scioglimenti del Comune di Quarto per infiltrazione camorristica) hanno taciuto, anzi sono stati completamente inesistenti.

Chiedete ai cittadini di Quarto: avete mai visto un giornalista o letto la bozza di un reportage sul vostro territorio?
La risposta è ovvia.

Io, ex cittadino di Quarto

Ho abitato a Quarto per trent’anni e tutt’ora vive la mia famiglia.
Conosco bene le dinamiche del comune flegreo.

Mia sorella Daniela è nell’attuale giunta.

Espellere Rosa Capuozzo dal Movimento e costringerla alle dimissioni è un errore figlio dell’integralismo politico dei cinque stelle.
Come tutte le forme di integralismo, porterà solo nuove contrapposizioni e sfiducia.

Se fossi al posto del sindaco flegreo – constatata la compattezza della giunta – andrei avanti fino a fine mandato.
Il tempo ed il buon governo le darebbero ragione (a meno di nuovi Giuda).

41 gradi: il caldo inverno napoletano

Napoli Campione d’Inverno

L’inverno napoletano è caldo.
Il termometro segna 41 gradi.

La sciarpa ed il cappello giacciono nell’armadio dal quel lontano dicembre del 1989.
Il letargo dura da ventisei anni, finalmente è giunto il giorno tanto atteso.

I 41 gradi, frutto di una stagione pazzesca, generano una valanga azzurra che travolge lo stivale.

A Milano e Torino sono abituati alle nevicate, fiocchi bianchi tutti eguali.
Da noi invece la neve è evento raro ed ha un colore speciale: è blu.

Quando cade – prima d’oggi, solo tre volte nella storia – è un’immagine indelebile da tramandare ai posteri.

Sarari e l'inverno napoletano da 41 gradi

La primavera napoletana

Nell’entusiasmante inverno, mentre il ciuccio continua a volare, la lupa sembra un agnellino impaurito, il giglio appassito soffre l’altezza, il diavolo spuntato è più docile di un angioletto.
Resta l’instancabile zebra, resuscitata dalle ceneri autunnali, corre veloce.

Vedremo come andrà a finire.
I conti li tireremo in primavera.

Per ora tiro fuori la sciarpa ed il cappello azzurro.
Questo dicembre bollente da 41 gradi va festeggiato.
L’inverno del  ’90 lascia ben sperare.

L’importanza di chiamarsi Gianni Morandi

Gianni Morandi, la fanpage è farina del tuo sacco?

Osservo con occhio attento i contenuti pubblicati dall’astuto Gianni Morandi.

La pagina ufficiale facebook supera il prestigioso traguardo dei due milioni di “Mi piace” ma, nonostante voglia crederci, nutro seri dubbi sull’autenticità dei post.

Il guru dei social media

Più che un uomo di spettacolo maturo, il buon Gianni sembra un guru di social media.

Troppi trucchetti pacchiani: Gianni sorride perché «Mia madre mi diceva sempre: “Gente allegra il ciel l’aiuta!”» (il buon umore emana segnali positivi, il consiglio della mamma educazione e gentilezza, confidenza ed affetto).
La firma della foto? Manco a dirlo Anna, la fedele moglie di una vita.

Una galleria marketing quotidiana: ogni giorno un post ammiccante.

Gianni Morandi, guru dei social media

Gianni Morandi, guru dei social media

Tra i pescatori di Bari vecchia, un affettuoso selfie per Anna, la foto col pancione per i troppi dolci natalizi, immerso nella natura ed in riva al mare, abbracciato a tre vecchi amici …

La sagra dei buoni sentimenti per sfamare i due milioni di fans virtuali scatenati nei commenti, coccolati con risposte sempre attente, curati e seguiti come «clienti».

Il buon Gianni ancora una volta cavalca i tempi con intelligenza: meno note musicali, più post facebook.

La fanpage, un efficiente social care

La notorietà ha bisogno di carburante e la curiosità dei fan è insaziabile.
Gianni l’ha capito trasformandosi in un efficiente social care.

Complimenti: una trovata geniale, un «mostro» di bravura.

Però la domanda necessita di una risposta sincera: la fanpage è genuina oppure è un inganno?

Dopotutto siamo difronte ad una galleria di immagini da far invidia al miglior politico in campagna elettorale.
A tal proposito: a quando una foto di Gianni alle primarie del PD?

Io, pendolare felice

Addio stress da guida

Per il sottoscritto, il 2016 porta una salubre novità: al lavoro con i mezzi pubblici!

Considero l’opportunità una vera rivoluzione culturale.

Dopo svariati anni, lascio l’auto in garage e viaggio in metropolitana.
Felice di non impestare l’aria cittadina con i gas di scarico, scendo a piazza Garibaldi – finalmente la stazione centrale con un nuovo e moderno restyling – e passeggio per circa tre chilometri.

Raggiungo il Centro Direzionale di Napoli, la nuova sede di lavoro, soddisfatto.

Il lungo giorno degli scatoloni è alle spalle ed appartengono al passato anche il traffico impazzito, gli ingorghi folli, le anarchiche code agli incroci, l’ingiusto pedaggio della tangenziale partenopea, lo stress da parcheggio.

Io, pendolare felice

Io, pendolare felice

Ad un anno dalla scomparsa, le musiche di Pino Daniele si diffondono tra le stazioni dell’arte e mi accompagnano lungo il nuovo viaggio quotidiano.

Certamente in futuro affronterò giornate complicate tra scioperi e ritardi ma per ora mi godo il sonno dell’auto e la passeggiata pre-ufficio.
Da oggi sono un pendolare felice.

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Il giorno degli scatoloni

I ricordi di diciotto anni

Scavare tra le cassettiere dell’ufficio significa scavare tra i mille ricordi di diciotto anni di informatica.

Cd e dvd, un pesante masterizzatore icona di un tempo che fu, mouse rotti, manuali ingialliti ed appunti scarabocchiati.
Ma soprattutto una medaglia ammaccata per una semifinale di calcetto, una piccola coppa del torneo CRAL di tennis, la foto sbiadita con un gruppo di colleghi per uno dei tanti progetti, un pupazzetto-premio di un Natale di troppi anni fa.

Testimonianze indelebile di persone con le quali ho lavorato, fianco a fianco per ore, giorni, mesi, anni.

Dopo dieci anni, l'ultimo giorno di lavoro a via Antiniana tra ricordi e scatoloni ...

Dopo dieci anni, l’ultimo giorno di lavoro a via Antiniana tra ricordi e scatoloni …

Trentamila ore a via Antiniana

Dieci anni, più o meno tremila giorni lavorativi, quasi trentamila ore trascorse a via Antiniana ad Agnano (i primi otto, invece, in EDS a Caserta).

Eppure, tra innumerevoli difficoltà, in queste quattro mura nascoste nella meravigliosa zona flegrea, abbiamo costruito parte delle infrastrutture digitali dell’Italia.

Resta la soddisfazione di chi ha svolto il proprio dovere in silenzio nonostante abbiano prevalso le ciniche regole della multinazionale  (l’intera vicenda è riassunta nell’ebook gratuito Gli ultimi giorni di HP Pozzuoli).

Il trasloco

Con le mani impolverate, raccolgo dai cassetti oggetti dimenticati e non più utilizzati.
Li deposito nello scatolone con cura più per affetto che vera utilità.
L’informatica è cambiata, il web sostituisce interi armadietti stracolmi di carta.

Nel corridoio gli addetti al trasloco prelevano gli scatoloni degli altri colleghi, ognuno imballa il proprio pezzo di vita professionale.

Anche il ficus benjamin ci seguirà: era una piccola pianta quando giunse in sede, oggi mi supera in altezza.

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il 2016, l’inizio di Maticmind

Rifletto: questo caldo 30 dicembre 2015 segna la fine reale di un’epoca.

Perché il sofferto passaggio in Maticmind dello scorso 15 ottobre non ci ha stravolto le vite: stesso edificio, identiche mansioni, uguali abitudini (per chi è rimasto, ovvio).
Più che la fine di HP Pozzuoli, il cambio di società è apparso come un passaggio amministrativo.

Con l’anno nuovo, invece, il trasferimento presso la nuova sede Maticmind al Centro Direzionale di Napoli sancisce la fine dell’era HP e l’inizio di una nuova epopea: da domani siamo fisicamente in Maticmind!

Dunque, non mi resta che attendere con entusiasmo la nuova avventura.
Nello scatolone HP porto l’esperienza ed i ricordi del passato.
Ma da oggi, guardo avanti.

Buon 2016 🙂


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Central Park, di Guillaume Musso – la recensione

Alice e Gabriel, personaggi affascinanti

Premetto: non amo i gialli.
Ammetto che Central Park di Guillaume Musso è la piacevole eccezione.

Si fa presto ad amare Alice, la delicata e forte poliziotta dal passato atroce.
E come non rimanere intrigati dal misterioso e sensibile Gabriel?

La storia è appassionante già dalla primo rigo: perché Alice e Gabriel si svegliano una mattina ammanettati tra loro su una panchina di Central Park a New York? (lei vive a Parigi, lui a Dublino)

Un giallo psicologico

La trama è avvincente, i colpi di scena si susseguono.
Più che sparatorie e scazzottate, la vicenda è incentrata sui misteri della mente e l’indagine scorre veloce tra ipotesi, moventi ed intuizioni.

Attenzione: non parliamo di una novella Agatha Christie ma di una poliziotta che combatte prima di tutto contro i fantasmi del passato.

Al povero Lettore non resta che leggere tutto d’un fiato il libro fino allo sconcertante finale.

Central Park, di Guillaume Musso - un giallo psicologico

Central Park, di Guillaume Musso – un giallo psicologico

Il dettaglio per i personaggi ed i luoghi

I personaggi – principali e non – sono profondi e tratteggiati con dettaglio.
L’autore pone attenzione anche a descrivere i luoghi con particolari maniacale: durante le scene di azione ambientate a New York sembra di vedere un film!
(scommettiamo che dal libro tirano fuori una pellicola hollywoodiana di successo?)

 

Perché (non) leggerlo

Per il finale di speranza.
Per il finale amaro.
Dipende dagli occhi del Lettore.
A voi la scelta.

Acquista Central Park di Guillaume Musso su Amazon!

 

Gli amici di una vita

Giacomo, «il Maestro»

Nei suoi occhi intravedo ancora la scintilla.
Per noi era «il Maestro» e mai titolo fu più appropriato.

Giacomo era semplicemente un talento, lo studente dalle intuizioni geniali capace di inceppare, con una semplice domanda, i ragionamenti impolverati dei baroni della cattedra.

Al suo fianco la compagna di una vita sorride mentre ci abbracciamo …

Dall'università ad oggi, gli amici di una vita

Dall’università ad oggi, gli amici di una vita

Antonio, il buontempone sensibile

Antonio è sempre un buontempone.

Dietro l’apparente leggerezza, nasconde una inattesa sensibilità che sorprende chi non lo conosce (ma non sorprende certamente noi, amici dai tempi dell’università).

Davanti ad una pizza margherita ancora fumante – con la moglie, fotografa per l’occasione – Antonio tiene banco con battute ed aneddoti.
Scherza, ride, coinvolge, rende semplice ciò che risulta complicato (credo sia la sua dote migliore e sono felice che non l’abbia persa!).

Come in facoltà.
Come vent’anni fa.

Carlo ed Olga, la bussola

Carlo&Olga sono i perfetti padroni di casa.
E’ sempre stato così.

Da giovani matricole fino alla tesi di laurea, Carlo&Olga organizzano, convocano, ospitano, fissano luogo e giorno della rimpatriata.

Le nostre bussole temporali.
I riferimenti del gruppo.
Da vent’anni.

Amici, dall’università ad oggi …

Le feste sono un buon periodo per rivedere gli amici.
Soprattutto chi si è trasferito oltre i confini regionali e torna per il ponte natalizio.

Così giunge la notifica di Carlo: appuntamento ore diciannove.

L’incontro, i saluti, gli abbracci, passeggiamo – le luci delle feste rendono la serata tiepida e colorata – poche parole per recuperare gli anni persi, sguardi d’intesa, la confidenza colma il tempo trascorso.

Parliamo del futuro, nuovi obiettivi da raggiungere.
Una finestra sul passato è obbligatoria: Giuseppe è a Dubai? Luciano insegna, Marco si è reinventato un lavoro …

E non ci importa se usciamo dalla pizzeria mentre orde di giovani entrano e beviamo un caffè quando la serata per gli altri inizia.
Ci siamo divertiti.

A presto, amici.

Quell’odioso augurio (virtuale) natalizio

Se anche l’augurio è virtuale

«Bip», la vibrazione del mio smartphone segnala l’arrivo di un nuova notifica.
«Buon Natale a te ed i tuoi cari. Peppe e famiglia» leggo avvilito.

Perché – se proprio devo dirvela tutta – l’augurio tecnologico è indigesto, peggio di un calzone fritto ripieno di soffritto di maiale con ciccioli e cipolla cruda.

Il messaggio giunge diritto allo stomaco, un fendente che manda al tappeto le mie migliori intenzioni.
Resisto grazie ai duri allenamenti a cui mi sottopongo per affrontare proprio questi momenti di grettezza relazionale.

Contro l'augurio natalizio virtuale

Sono pronto: combatterò contro l’augurio natalizio virtuale

A tutti lo stesso identico messaggio

Se avessi un radar speciale, intercetterei il messaggio di Peppe per disegnare su un monitor la mappa dei destinatari: emergerebbe un grafico costituito da un’infinità di individui senza distinzione di razza, colore e sesso raggiunti tutti dall’identico augurio speciale.

Probabilmente, la stessa moglie, l’amante e il bisnonno ultracentenario (che da qualche anno è passato a miglior vita ma presente ancora nella rubrica del cellulare di Peppe) riceveranno contemporaneamente la medesima frase.

«Non fa male, non fa male» continuo ad urlarmi nella mente proprio come un pugile prima di un importante incontro di boxe.

La tempesta tra la sera della vigilia e Natale

Manca poco al Natale e sono conscio che il peggio deve ancora giungere.

La tempesta di messaggini è prevista per la sera della vigilia e la mattina del venticinque dicembre.
Per allora prometto di essere al top della forma (fisica ed intellettuale) per respingere ogni tipo di falso augurio.

Quest’anno non mi coglierete di sorpresa.
Fatevi avanti «mostri», vi aspetto.

ActionAid, regaliamo una seconda vita al magazine?

ActionAid, pubblicizzare è bello!

Perché gettare nel cestino della carta il magazine di ActionAid?
Il giornale della importante associazione per il sostegno a distanza presenta cento notizie interessanti e mille iniziative che meritano di essere diffuse.

Dunque, ricevo per posta la rivista e, dopo la lettura, decido di regalare al periodico (trimestale) una seconda vita: la pubblicizzo nella sala d’attesa di una palestra vicino casa.

Il magazine di ActionAid: dopo la lettura, invece di gettarlo, perchè non condividerlo?

Il magazine di ActionAid: dopo la lettura, invece di gettarlo, perchè non condividerlo?

Non getto, condivido Il magazine

«Posso lasciare la rivista?» chiedo al gestore del centro sportivo.
Tra i tanti genitori che sostano nella sala in attesa dei piccoli atleti impegnati negli allenamenti settimanali, magari c’è qualcuno più sensibile che necessita solo di essere informato su come aiutare un bimbo dell’età del figlio in un angolo bisognoso del Pianeta con 25€ al mese.

«Certamente» risponde il gentile responsabile della palestra.
Appoggio la rivista sopra le altre, il sorriso dei tre bimbi in copertina attirerà sicuramente l’attenzione degli adulti …

Hnin, mia figlia di cinque anni

Io sono un papà felice: sapere che, grazie ad un piccolo contributo, la piccola Hnin Su (mia figlia adottiva di cinque anni) studia invece di lavorare nei campi aiuta il mio personale senso di giustizia.

Sono cosciente: l’irrisoria quota mensile non risolve il problema perchè percorre un metro non significa scalare una montagna di un chilometro.
Ma se non iniziamo a camminare, mai arriveremo in cima.

La barzelletta viaggia via Whatsapp

Il buon umore è contagioso

Il mio amico Alessandro è specializzato in freddure.
Il burlone, ogni settimana, via Whatsapp mi invia una nuova barzelletta.

Ecco l’ultima.
Divertentissima vero?

La barzelletta viaggia via Whatsapp

All’origine era il «Bar Mario»

Quando il web era una galassia di siti statici disegnati con Fronte Page, le gag viaggiavano perlopiù via e-mail.

I primi mattacchioni delle mailing list inviavano freddure e barzellette come semplici messaggi di testo a centinaia di destinatari (consapevoli e non).

Già allora – ma quanto tempo è trascorso? – io, «esperto del settore», utilizzavo il gruppo Yahoo! per restare in contatto con gli amici.
Il Bar Mario fu l’antesignano dei moderni social network, troppo avanti per essere compreso fino in fondo lo chiusi all’apice del successo (un numero esorbitante di iscritti e lo spam si impadronì del locale).

La barzelletta? Da condividere!

La notifica verde attende di essere letta.
Pigio col pollicione sullo schermo dello smartphone, leggo il nuovo messaggio di Alessandro.

E’ l’ennesima battutaccia via Whatsapp.
Rido.
Troppo demenziale per restare isolata sul mio cellulare.
Devo condividerla subito con i miei amici.

Col sorriso ancora stampato sul viso, in modo istintivo, inoltro l’immagine al gruppo WhatsApp della piscina.
In un secondo, la barzelletta raggiunge più di cento persone che, a loro volta senza pensarci troppo, rideranno e spingeranno la battuta verso altri innumerevoli contatti.

Perché l’emotività è il vero motore della condivisione ed il buon umore è contagioso.
Come una barzelletta via WhatsApp, appunto 🙂

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