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Author: Mario Monfrecola (Page 36 of 57)

Claudia Coleciano Koll, la forza del cambiamento

La nuova Claudia Koll

Le strade della Rete sono infinite: saltando di palo in frasca, giungo sul sito ufficiale di Claudia Coleciano KollLe Opere del Padre.it.
Leggo con attenzione la sua testimonianza, mi perdo nella dichiarazione d’amore per il Signore.

ti ringrazio, Signore; tu eri con me adirato, ma la tua collera si è calmata e tu mi hai consolato.

Resto colpito pensando a chi fosse prima Claudia Koll e come è oggi, una donna nuova

dalle macerie della mia vita prostata e sola, ho gridato al Signore e lui nella sua infinita bontà mi ha risposto: è venuto in aiuto e con il suo infinito amore ha curato le ferite dell’anima e perdonandomi con il Suo Santo Spirito mi ha ricreata, fatta nuova.

Claudia Coleciano ha avuto la forza di rinascere; avrà sofferto, la sua anima sarà stata travolta da una crisi di coscienza (come lei stessa ha dichiarato in tante interviste), forse la sua nuova vita germoglia da una necessità fisica e spirituale, sta di fatto che il cammino intrapreso è, senza dubbio, sintomo di una ragazza coraggiosa.

La sua storia mi illumina.

Claudia Coleciano Koll, la forza del cambiamento

I cambiamenti spaventano

Lo scrittore e poeta tedesco Johann Wolfgang Von Goethe nel diciannovesimo secolo affermava: «dobbiamo sempre provare a cambiare, a rinnovarci, cercare di ringiovanirci; altrimenti diventiamo solo più duri».

Ma quante persone mettono in discussione veramente le proprie idee?

Sono convinto che porsi delle domande non sia indice di insicurezza ma, al contrario, sia il segnale di intelligenza.
I dubbi – se non distruttivi – sono il primo passo per l’innovazione, la premessa per ogni miglioramento.

Penso come la “disperazione” dell’ex attrice di Tinto Brass l’abbia portata ad imboccare un percorso a lei inimmaginabile fino a qualche anno fa, magari non sa nemmeno dove andrà ma, mentre va, si sente una persona migliore.

Oggi Claudia Coleciano utilizza la sua popolarità per aiutare i bimbi africani; mi basta ciò per apprezzare e stimare la nuova Claudia Koll.


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E tu, che reputazione digitale hai?

Identità digitale per tutti

La mia reputazione digitale è misurata dai contenuti che pubblico sul web.
Perché oggigiorno è scontato avere una identità digitale: chi non possiede un account social?

Se fossimo al Comune, allo sportello Facebook risulterebbe la calca più rumorosa: un miliardo e trecento milioni di persone in fila a ritirare la carta d’identità.
Registrarsi su Twitter, Google+ ed affini garantisce una presenza più discreta su Internet, altri sportelli – meno affollati – pronti a rilasciare il medesimo documento dopo il primo post.

A questa moltitudine incontrollata di volenterosi, il documento d’identità virtuale spetta di diritto.
Il certificato di qualità, invece, nessun ente lo potrà mai formalizzare.

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La reputazione va guadagnata

Di fatto, siamo noi stessi i fautori dell’apprezzamento altrui.
La stima ed il credito della comunità dipenderanno dai contenuti proposti che compileranno – nel tempo – il curriculum con il quale saremo giudicati.

Digitare periodicamente il nome e cognome su un qualsiasi motore di ricerca è un utile esercizio di autovalutazione: significa scandire la propria presenza in Rete e, ad un’analisi più approfondita, fa emergere la propria personalità.
La reputazione digitale, appunto.

Risulteremo apprezzati, coinvolti, partecipi o indifferenti a secondo del comportamento tenuto verso gli altri.
Come nella vita.

La mia reputazione digitale


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Se nel calcio vale la proprietà transitiva (razzista) …

Nel calcio vale la proprietà transitiva.
Non troverete la dimostrazione del teorema pubblicata su nessuna rivista matematica perché la scoperta risale a qualche ora addietro.
Lascio agli esperti del settore gli approfondimenti scientifici, per chi ignora l’eleganza dell’algebra valga il seguente esempio esplicativo:

se a = b e b = c, allora a = c.

I Matematici juventini

I tifosi della Juventus (o presunti tali), a dispetto dei volgari striscioni esposti durante l’incontro di Champions League con il Borussia Dortmund, evidentemente sono dotti in Matematica.
Difatti, i giornali di oggi riportano gli slogan dedicati ai colleghi tedeschi:

«l’amico del mio nemico è mio nemico».

Perché la curva dello Juventus Stadium enuncia con disinvoltura la proprietà transitiva contro il «nemico» teutonico?

Grazie allo studio dell’algebra, il mistero è presto svelato: la tifoseria del Napoli e quella del Catania sono infatti gemellate con quella della squadra tedesca.

I tifosi della Juve e la proprietà transitiva

La proprietà transitiva razzista

Dunque, a rigor di logica, i tifosi del Napoli e del Catania sono amici (gemellati) dei supporter del Borussia.
Ma i partenopei e gli etnei sono nemici degli juventini.
Ne consegue che gli juventini diventano matematicamente nemici dei tifosi del Borussia Dortmund.

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I dotti juventini, dunque, nella loro spirale di odio insensato, imprigionati dall’ignoranza del razzismo becero, giungono a offendere Napoli e Catania durante una manifestazione europea (ove le due città, tra l’altro, non sono nemmeno rappresentate) per un’applicazione razzista della proprietà transitiva.

Mediocri matematici, sportivi repellenti, pessimi uomini: ne consegue che questi incivili sono dei poveri «mostri».


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Shadows (Lux Vol. 0) – la recensione

Gli alieni sono tra noi

Immaginare di avere tra i propri lettori un alieno non è roba di tutti i giorni.
L’ipotesi fantasiosa potrebbe essere realtà se la storia raccontata dalla (brava) scrittrice Jennifer L. Armentrout rispondesse a verità: gli extraterrestri sono tra noi, con le nostre sembianze – anzi, risultano molto più affascinante e prestanti – ma celati dietro un’esistenza segreta.

 

La trama

Le vicende dei Luxiani (gli alieni, appunto) insediati sulla Terra sono raccontate in sei, emozionanti libri di successo.
Shadows (Lux Vol. 0)” è il prequel, la puntata zero, l’inizio dal quale tutto parte e del quale non si desidera mai la fine.

L’amore ibrido tra il bello e innamorato Dawson l’alieno e la giovane umana Bethany è dirompente.
Contrastata dalla comunità dei luxiani che teme per la propria sopravvivenza (nessun uomo conosce il loro segreto), sorvegliata dal Governo che vieta agli alieni di avere rapporti con i terrestri, la passione tra i due sedicenni non conosce ostacoli.

Ambientato in una piccola cittadina americana, tra romantici incontri nelle aule scolastiche e furiose battaglie notturne nei boschi limitrofi (i luxiani, oltre all’esercito, devono difendersi da spietati nemici alieni) la lettura procede con la stessa passione della storia d’amore tra i protagonisti.
Le pagine volano via alla velocità dei luxiani, esseri evoluti capaci di trasformarsi in luminose scie e viaggiare come la luce.
Questi poteri immensi basteranno a proteggere Bethany?
Lo sconvolgente finale sarà difficile da accettare – a meno che non si possegga già l’episodio successivo.

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Avvertenze per il lettore

Scritto con uno stile semplice e discorsivo, nonostante si parli di ragazzi, la trama risulta avvincente e adatta per lettori di tutte le età.
Un’unica avvertenza: iniziata la prima pagina, la dipendenza immediatamente prenderà il sopravvento e si farà fatica a smettere.

Shadows, il prequel di Jennifer L. Armentrout

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Camorra e società civile, quale il confine?

Soluzione inseparabile

Verso lo zucchero di canna nel caffè.
Sono al bar, la tazzina è bollente come la tradizione napoletana impone; col cucchiaino giro la miscela che assorbe il saccarosio.
Dopo pochi istanti, il caffè e lo zucchero costituiscono un’unica soluzione inscindibile: ora non è più possibile separare la bevanda dal dolcificante.
Il processo di fusione è irreversibile e nessuna regola fisico/matematica sarà capace di dividere le due sostanze oramai indissolubilmente legate.

La diga compatta

L’acqua trasparente scende lungo il letto del piccolo fiume.
Sassi disposti in modo disordinato si oppongono al passaggio del liquido che, senza fatica, passa tra le pietre continuando la sua corsa a valle.
Osservo una semplice regola: se i sassi sono vicini formano una piccola diga compatta che impedisce all’acqua di passare. Al contrario, se lo spazio tra le pietre aumenta, il flusso dell’acqua diviene potente e travolge tutto ciò che incontra.

La camorra, parte integrante della società civile

Il sondaggio

Mi chiedo:  quale relazione esiste tra la camorra (mafia, ‘ndrangheta e criminalità organizzata) e la società civile?

Sono oramai due elementi inscindibile – come lo zucchero miscelato nel caffè – oppure lo Stato riuscirà ad arginare il fenomeno malavitoso come i sassi con il fiume?
A voi la risposta.

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Napoli, ed un pallone finì sull’antico ponte romano

Come é giunto un pallone (in particolare, il sempiterno Super Santos) su un antico reperto romano a via Salvator Rosa nei pressi della stazione della metropolitana?
Conseguenze di una partita di calcio con troppo agonismo?

‘accordo, non siamo a Stoccolma ma il mistero napoletano resta.

Napoli, un pallone sul monumento

Come raccontare Napoli con le immagini

Napoli attraverso le foto

Pasquale Gucciardo è il fondatore della fortunata community Napoli image Naples che si prefigge il nobile intento di raccontare il capoluogo campano attraverso le foto pubblicate dai partecipanti (in un gruppo così cordiale, il termine «utente registrato» appare fuori luogo).

E così giungono flash da ogni angolo della Campania, immagini di vita quotidiana, vicoli nascosti, panorami meravigliosi, luoghi e testimonianze sui quali dibattere.
Conosciamo meglio questo spazio web sulla metropoli campana ed il suo garbato fondatore.

Pasquale Gucciardo, ideatore della community Google Napoli image Naples

La community Google+

D: Pasquale, immaginavi tale successo?
R: Beh, forse parlare di successo mi sembra un po’ troppo. Di certo, però, non mi aspettavo che ‘Napoli image Naples’, in appena otto mesi dalla sua nascita, raccogliesse tante manifestazioni di simpatia e di consenso (interesse).
Soprattutto considerando che Napoli, sebbene conosciuta in tutto il mondo, nell’universo infinito del web, risulta (rappresenta) un piccolo punto luce.

D: perchè raccontare Napoli per immagini? Come ti è balenata tale idea?
R: La città, con la sua lunga storia, la cultura, i panorami e ancor di più l’intensa vita vissuta, intrisa  di problemi ed eccellenze, ha molto da mostrare. Tutto ciò, unito al piacere di immortalare l’attimo, in questo spazio trova anche il piacere di condividerlo. Dove regna “il mordi e fuggi” come il POST, le immagini, nella comunicazione, risultano vincenti o addirittura indispensabili. Più veloci del pensiero. Sarà che sono motociclista da una vita e amo muovermi in fretta.

Le finalità della community

D: quali sono le finalità della community?
R: Raccontare Napoli per immagini, non ha, e non potrebbe avere, la pretesa di rappresentare la nostra città in tutti i suoi innumerevoli aspetti. Ma vuole essere una piacevole galleria fotografica che racconta principalmente la città e momenti della sua vita, possibilmente con immagini originali, e al contempo, tentare di far confluire nello stesso luogo visioni dei fatti, conoscenze ed esperienze dei suoi partecipanti attraverso discussioni e dibattiti.
Abbiamo poi, diverse categorie dove è possibile sviluppare anche altri temi.

D: passione per la fotografia dunque. Quali sono i soggetti/panorami che preferisci  immortalare? C’è uno scatto pubblicato che ti ha colpito particolarmente?
R: In realtà non sono un appassionato fotografo, unicamente amo catturare quei momenti che attirano la mia attenzione. Napoli ci regala dei panorami unici, ma le scene di vita mi emozionano di più; purtroppo non sempre è possibile pubblicarle.
La foto fra quelle pubblicate che preferisco, è quella che unisce/fonde i due momenti: Rotonda Diaz, la vendita del pescato impressa nel panorama del golfo.

D: immaginiamo una community quota cinquantamila amici. Credi che si possa far confluire cotanta energia positiva in azioni reali e costruttive per la collettività?
R: Il numero che mi proponi di immaginare è da brivido pensando all’impegno che ne conseguirebbe. Ma ragionando in via del tutto ipotetica, non escluderei la possibilità di azioni concrete.
Più grande è la comunità piu è facile trovare passione per il sociale.

D: perché aderire a Napoli image Naples. Lancia lo spot!
R: Se hai passione per le ImmagiNa..poli aderisci!

La community Napoli image Naples racconta Napoli con le immagini

Pasquale Gucciardo, l’ideatore

D: domanda impossibile per una risposta istintiva: Pasquale, quali aspetti ami di Napoli e cosa detesti della nostra città?
R: La Napoli migliore è fatta di mescolanze, di creatività, di passione. Questa è la Napoli che amo, laboriosa e geniale. Detesto la falsità e le mezze misure.

D: Pasquale, in community si respira un’aria di cordialità che raramente nel web si riscontra. Credi che l’educazione civica sia un sentimento assente nella nostra città e come recuperare un ideale così importante per la convivenza comune?
R: La cordialità è un sentimento diffuso tra i tanti che aderiscono da ogni luogo e uniti dalla comune passione per la città. Mi fa star male vedere i miei concittadini maltrattare Napoli. Anche se la maggior parte della cittadinanza è costituita da persone oneste e rispettose, questo non basta per cambiare le cose. Occorrerebbe una decisa reazione, sorretta però concretamente dalle istituzioni.

D: quale futuro immagini per la nostra città? Sei iscritto al partito dei disfattisti o dei sognatori?
R: La Napoli virtuosa, troppe spesso oscurata da fatti di cronaca che ne mortificano l’identità, prima o poi saprà trovare le soluzioni per migliorare la vivibilità e  l’immagine percepita della città.
Ottimista!

D: Napoli è un inferno metropolitano oppure un luogo con mille problemi ma che vale la pena visitare almeno una volta nella vita ed addirittura viverci?
R: Napoli è certamente una città difficile, contraddittoria, caotica, ma la sua vitalità in termini di cultura, tradizioni, di arte e di architettura, non dimenticando i suoi panorami, non è seconda a nessun’altra.
Visitarla quindi è quasi un obbligo, per viverci bisogna amarla.


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Carnevale tra i vicoli di Napoli

Napoli, Carnevale tra i vicoli

Montesanto, Napoli

Bike sharing Napoli, ho provato il servizio. Ecco come è andata

«Scusate, ma è gratis?» mi chiede incuriosito un signore in giacca e cravatta mentre consegno la bici alla ciclostazione di via Toledo.
«Sì è gratis per trenta minuti. Però bastano» annuisco.
Aggancio il mezzo, attendo il messaggio di conferma sul display della stazione e vado via soddisfatto.
Ho completato il mio primo giro utilizzando il servizio di bike sharing Napoli.

Il ritiro (tramite app)

Napoli, piazza Dante – domenica 15 febbraio, ore 11,00.
L’app ufficiale non mente: sono disponibili due biciclette e difatti, bloccate nella stazione, due veicoli attendono fiduciose.
Impiego pochi istanti per capire il funzionamento.

Apro l’app Bike Sharing Napoli installata sullo smartphone:

– clicco su Stazioni
– seleziono Piazza Dante
– clicco su Preleva bici
– sullo schermo del cellulare, viene visualizzato un codice numerico di cinque cifre
– vicino il mezzo scelto, pigio il bottone Sblocca ed inserisco il codice fornitomi via cellulare
– il sistema verifica la correttezza dei dati e poi visualizza un messaggio di conferma
– il gancio che tiene bloccata la bici si apre
– ritiro la bici ed inizio a pedalare

Bike sharing Napoli, la ciclostazione di piazza Dante

 

La bici

Bike sharing Napoli, la bicicletta La bici è in buone condizioni.
Un simpatico cartello posto nel cestino davanti al manubrio ricorda di essere prudenti.
D’altronde, il mezzo non è una bike da montagna e nemmeno da corsa ma piuttosto una bici per una tranquilla passeggiata cittadina.
Trovo difficoltà solo per le marce: non capisco l’uso del cambio. Per ora lascio perdere, indagherò in futuro. Verifico l’uso dei freni: funzionano entrambi.
La sella è standard, dovrei regolare l’altezza ma per questo primo giro desisto e parto.

 

Il viaggio

Impiego quattro minuti per percorrere via Roma, da piazza Dante fino alla stazione della metropolitana di via Toledo.
Favorito dalla leggera discesa e dal traffico quasi nullo, pedalo senza sforzo. Le uniche difficoltà sono legate alle condizioni della strada, dalle buche e dall’assenza di una vera pista ciclabile.
La folla di pedoni non aiuta ma non incontro particolari difficoltà.
La passeggiata è piacevole, rilassante: un modo alternativo, pulito, salutare ed efficace per spostarsi in città.

La consegna

Giunto a via Toledo, aggancio la bici alla ciclostazione e clicco sul bottone di blocco.
Dopo pochi istanti, il veicolo risulta perfettamente collocato e disponibile per un nuovo utilizzo.
Sul display del mio cellulare, i dati della sessione risultano aggiornati (sono trascorsi sedici minuti da quando ho ritirato la bici al momento in cui l’ho consegnata).
Nessun imprevisto, tutto è filato liscio.

Non mi resta che invitarvi a salire in sella e pedalare: il servizio di bike sharing è realtà anche a Napoli.

Bike sharing Napoli, consegno la bicicletta a via Toledo


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Il Vesuvio fantozziano

Stamane il cielo di Napoli è finalmente azzurro.
In giro c’è solo una nuvola, proprio sulla cima del Vesuvio.

Sorrido al pensiero che il potente vulcano partenopeo, abituato ad essere temuto da tutti, oggi è un po’ Fantozzi 🙂

Fotografo, applico un filtro “crema” e la correzione automatica di Google+ completa il quadro.
A voi la cartolina.

Il Vesuvio fantozziano

Rotonda di Agnano, mix vincente tra pubblico e privato

Mix pubblico-privato

La rotonda di Agnano è l’esempio vincente di una giusta collaborazione tra pubblico e privati.
Il Comune affida un’area verde ad un imprenditore (piccolo e non) che si impegna a manutenere la piazzola/giardino utilizzando tale spazio per reclamizzare la sua attività.

Da questa semplice idea ci guadagnano tutti: lo Stato risparmia risorse, lo sponsor si fa conoscere ed apprezzare migliorando l’immagine, il cittadino resta gratificato dalla visione di uno luogo pubblico ordinato e ben conservato.

Napoli, la rotonda di Agnano una giusta collaborazione tra pubblico e privato

Testimonianza diretta

I risultati sono evidenti e difatti la medesima iniziativa è applicata dai negozianti in tutti i quartieri di Napoli.

Durante le mie passeggiate metropolitane, osservo le aiuole pubbliche e – con piacere – posso affermare che generalmente sono ben tenute.
Dal Vomero a via Toledo, sul lungomare liberato, Fuorigrotta, Pianura, Posillipo, Chiaia, Scampia – al centro come in periferia – un cartello indica l’autorizzazione comunale e l’affidamento dello spazio (pubblico) al commerciante di turno.

Gli ottimi risultati sono sotto gli occhi di tutti i napoletani e penso di non poter essere smentito.
Stavolta non ci sono «mostri», i conti tornano perfettamente.

Charlize Theron a Sanremo, perchè l’Italia non dimentica

Perchè Charlize Theron?

Il divano mi concede l’onore delle armi.
Prima di cadere in un sonno profondo – col telecomando eroicamente stretto le mani –  ho la forza per un ultimo disperato zapping che mi porta a Sanremo.

La ragazza bionda sovrasta il piccolo conduttore mulatto con accento toscano: è alta, spigliata, sorridente, affascinante come si conviene ad una vera star hollywoodiana.
Lui è simpatico, chiassoso come un italiano sul lido estivo di Rimini alla ricerca della preda teutonica.
Nessuno scandalo, è la fiction televisiva.

Sbatto le palpebre, pulisco le lenti degli occhiali e stupito mi chiedo: che ci fa la bella Charlize al festival della canzone italiana?
Forse canterà «Volare» in sudafricano?
Oppure si esibirà in una tarantella nazional-popolare?
Mi sforzo di capire il nesso tra il premio Oscar ed il nostrano festival.
Non lo trovo.

Mistero (intimo) svelato

La suspense dura pochi minuti: dopo la pubblicità, il segreto viene svelato al pubblico adorante.
La presenza di Charlize è giustificata dagli esordi  della diva.
Fonti ufficiali confermano: lo slip della ex modella si sfilava a Santa Margherita Ligure nel lontano 1993, non distante dal teatro Ariston.

«E’ giusto, siamo un grande Paese che non dimentica» affermo convinto.
Sbadiglio e mi addormento sereno.

Charlize Theron a Sanremo


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