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Sbatti il mostro in homepage!

Author: Mario Monfrecola (Page 50 of 57)

Il rimpasto? Chiedete a mia suocera

Cavolo, il cavolo!

Il solo odore mi provocava l’orticaria e difronte a quella visione fumante scappavo.

Difatti, fino al ventunesimo secolo, nessuno può affermare – a meno di non essere tacciato come uno spudorato mentitore – di aver visto in cucina contemporaneamente me e l’ortaggio più nutriente al mondo.

Anche mia mamma era rassegnata ed a mezzogiorno si imponeva una scelta dicotomica: io oppure il piatto di pasta e cavoli?

Il merito di mia suocera

Il tempo trascorre inesorabile e le posizioni giovanili, in genere rigide e prive di compromessi, si ammorbidiscono.

La mente diviene flessibile e ciò che in passato appariva un nemico, un bel giorno, si trasforma in un elemento positivo.

Il merito è di mia suocera, devo riconoscerlo.

Il rimpasto di mia suocera

Cavolo, l’amore ritrovato

Da sopraffina cuoca quale ella è, al pranzo di un giorno qualsiasi mi propose un succulento pasticcio ricoperto di formaggio.
Il profumo mi conquistò subito, l’aspetto invitava all’assaggio ed il magico mix di sapori, pasta e aromi soddisfò appieno le mie papille gustative.

Da quel momento amai il cavolo.

Il segreto di quella ricetta fu mischiare i sapori, evidenziare il buono e nascondere ciò che non affascina.
L’odiato cavolo era presente ma dietro una coperta di aromi, il timballo conteneva sempre gli stessi ingredienti ma combinati in modo che – dall’esterno – non era più possibile scindere il cavolo dal formaggio.

Rimpasto, la specialità italiana

«Come si chiama questa ricetta?» chiesi appagato a mia suocera  mentre col fazzoletto mi pulivo la bocca ancora piena dipasticcio.
«E’ un rimpasto di cavoli e formaggio ma se non ti piace il termine puoi anche chiamarlo gattò» replico la mamma di mia moglie.

Modificare nome senza alterare i contenuti per trasformare il vecchio in nuovo, scambiare l’ordine degli ingredienti conservando sempre gli stessi elementi: anche questa è una virtù tutta italiana.


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L’app di faCCebook su Playboy?

Io, su Playboy (e non me ne vanto)

L’ammetto, non me l’aspettavo.
Con il lancio dell’app di faCCebook per Android (da scaricare gratuitamente su Google Play) fantasticavo popolarità, ricchezza e fortuna ma non immaginavo certo di divenire il nuovo sex symbol del web e meritare la copertina di Playboy! (e poi, detto tra noi, mi infastidisce non poco balzare agli onori della cronaca per le mie – presunte – capacità amatoriali invece delle competenze professionali).

Tutto è partito da una riflessione elementare: oggi, un sito internet che si rispetti, non può prescindere dal mondo mobile.

La mia prima copertina non autorizzata su Playboy

faCCebook.eu ora è mobile

Era mia intenzione diffondere le denunce contro i «mostri» su qualsiasi dispositivo portatile in ogni angolo del Pianeta: i post letti in metropolitana, nella sala d’attesa degli aeroporti o in spiaggia.

Ovunque vada il Lettore, faCCebook lo segue: articoli, galleria di immagini, fan page e tweet sempre a portata di tablet, l’aggiornamento sull’ultima ingiustizia affrontata e sconfitta sul display del proprio smartphone con un touch.

In pratica, il nostro amato blog sociale in tasca, sempre con noi.

L’attimo dopo la pubblicazione dell’app inizia la pioggia di download, una tempesta virale diffusasi in poche ore dal Giappone agli Stati Uniti (con un picco di accessi in Cina e nei paesi a regime dittatoriale).
L’entusiasmo per il successo inatteso è presto sostituito da una prima, amara considerazione: «I mostri sono ovunque, c’è ancora molto da lavorare».

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La copertina non autorizzata di Playboy

Poi, dopo lo tsunami mediatico l’inaspettata copertina non autorizzata di Playboy.
Figuriamoci se dopo aver rifiutato l’apparizione televisiva nel “David Letterman Show” del sabato sera, negato interviste al “Time” e a “Men’s Health”, declinato gli inviti a patrocinare la sagra del porco in mezza Europa … accettavo di prestare il mio volto per la rivista volgare per eccellenza (casomai troviate la mia faccia su Playboy vi autorizzo a non leggere più i miei post).

Io, insieme alla mia squadra di legali, mi impegno a combattere contro la rivista e chiedere il ritiro immediato di tutte le copie dalle edicole italiane.

Nel mentre, cari amici, oltre a studiare con la solita abnegazione questo numero di Playboy, scaricate l’app di faCCebook 🙂


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Napoli, la scuola ecomostro

La scuola ecomostro abbandonata

Ogni giorno dalla mia auto, mentre raggiungo l’ufficio, osservo indignato l’ecomostro e resto sbigottito: una megastruttura incompleta, abbandonata al suo triste destino e mangiata dal degrado galoppante

Un edificio mastodontico tra Fuorigrotta e Bagnoli (due importanti quartieri di Napoli al confine con Agnano) in uno stato di incuria, icona dello sperpero dei soldi pubblici e del fallimento della politica locale.

La scuola economostro in Via Terracina, storia di uno scandalo

VIA TERRACINA EX CAPALC/2

Questa mattina non ho resistito e mi sono fermato davanti al «mostro», indignato l’ho fotografato perché assuefarsi a tali visioni è contro la mia natura.

Le immagini non credo rendano bene l’idea di cosa sia questa complesso, quanto estesa è la superficie occupata e come sia triste osservare una simile dissipazione di fondi statali, tempo ed energie.

Mi avvicino al cartello posto a ciò che un tempo era un ingresso (ora sigillato) e leggo “AREA PROGETTAZIONE E MANUTENZIONE EDILIZIA SCOLASTICA … COMPLESSO SITO IN VIA TERRACINA EX CAPALC/2“.
L’altra informazione che mi colpisce “Contratto in data 11/12/2006”.

Guardo per l’ultima volta lo scheletro in putrefazione e fuggo via pensando «wow, i lavori sono fermi da sette anni … e che schifo! Con la carenza cronica di scuole sul territorio, si lascia quest’opera così?».

Il cantiere infinito (1976)

Infine, la vergognosa verità.
Basta digitare su Google “CAPALC/2” e lo scandalo è servito: gli studenti del collettivo del Liceo Labriola di Bagnoli hanno pubblicato l’indecente storia di questa pseudo-costruzione che va avanti dal 1976!

A me resta lo sconforto, a Voi le immagini del «mostro» (o di ciò che ne rimane).


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L’algebra delle tasse

Come un cavallo che insegue la carota

«Abbiamo abbassato le tasse» dichiarano convinti dal Governo (ma nessuno se ne è accorto).
Segue il periodico annuncio del Ministro dell’Economia di turno: «l’Italia presto fuori dalla crisi».

Ma davvero crede nelle sue parole oppure anche lui segue una cantilena prestabilita?
Il Paese che rincorre l’uscita della recessione ricorda il malefico trucco della carota posta davanti la bocca del cavallo: il quadrupede corre per mordere l’ortaggio senza mai avere la reale possibilità di addentarlo.
Durante l’inseguimento spasmodico la speranza è forte, la meta è ben visibile ma – di fatto – resta fuori portata.
D’altronde, la ripresa ecomica è sempre all’orizzonte …

Il miraggio: la riduzione del cuneo fiscale

A questo fiume di parole seguono risultati impercettibili per noi comuni mortali: i prezzi aumentano, le bollette pure mentre gli stipendi restano fermi.

E allora, puntuale, per calmare la tempesta, giunge la panacea di tutti i mali, il miraggio agognato, il sogno bramato da tutti i lavoratori dipendenti, la promessa biblica: «ridurremo il cuneo fiscale».

Il cuneo fiscale in Italia

Leggo con interesse l’articolo de “Il Post” che spiega che cos’è il “cuneo fiscale”:

Si definisce cuneo fiscale la somma delle imposte (dirette, indirette o sotto forma di contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro, sia per quanto riguarda i datori di lavoro, sia per quanto riguarda i dipendenti (e i liberi professionisti)

In Italia la somma delle tasse che incidono in busta paga è pari al 46,2%, una cifra a dir poco mostruosa (per ogni 100€ pagati dall’azienda, la redistribuzione netta in busta paga del dipendente è 53,8€).

Lascio agli esperti del settore gli studi di fattibilità e le proposte, ai politici i paroloni da bruciare nei talk-show preconfezionati per giustificare le decisioni mai prese indice di una classe dirigente totalmente incapace e distante dalle soluzioni reali. A me, lavoratore dipendente, resta la visione onirica:

IL CUNEO FISCALE DIMINUISCE DI UN SOLO, MALEDETTO, STRAMALEDETTO PUNTO PERCENTUALE.

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Sarebbe una rivoluzione storica, la riforma di tutte le riforme, il miracolo del Governo, un atto concreto (finalmente!) ricordato nei decenni, un rovesciamento ideologico, una vera botta alla crisi, ossigeno puro per milioni di famiglie, la prima vera soluzione a favore dei lavoratori onesti che ogni mese – puntualmente – pagano le tasse.

Un giusto premio che, come ogni fantasia, resterà utopia.


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Sesso facile (v.m. 21 anni)

Bloccato a Stoccolma

Capodanno, una forte nevicata ti impedisce il rientro a casa.
Sei a Stoccolma per lavoro, bloccato in aeroporto attendi il prossimo volo per l’Italia.
Vai al bar per ristorarti, sono quasi le dieci di sera ed affranto sorseggi l’ultimo cocktail.

Cravatta larga, giacca stropicciata, barba sfatta: sei l’icona della stanchezza.
Desideri solo tornare nella tua dolce dimora, buttarti nel letto e risvegliarti due giorni dopo.

Un «bip» sinistro ti risveglia dal coma, lo smartphone è più scarico di te e ti abbandona senza pietà.
Ora sei fuori dal mondo, isolato dalla realtà, disconnesso da ogni network relazionale.

L’incontro

«Italiano?» chiede la sensuale ragazza seduta su un lungo sgabello alla tua sinistra.
E’ una hostess, giovane, scandinava, sensuale di una bellezza dirompente.
Occhi di ghiaccio, una cascata di capelli biondi, ricorda Brigitte Nielsen nell’altezza e Pamela Anderson nelle forme.

Una dea racchiusa in una elegante divisa blu.

La sua voce è una scossa elettrica per la tua schiena piegata, colto da cotanto splendore hai la forza di farfugliare: «sì» e restare immobile per i successivi due minuti incantato dalla visione nordica. La bionda ti sprona: «amo gli italiani, mi divertono … come dite voi? BUNGA BUNGA?» dichiara con la sua ingenua voce straniera.

Una lampadina si accende nel tuo cervello fino ad un minuto prima spento: «ci sta!» .
Non ti chiedi nemmeno perché una divinità femminile di tale calibro ti presti attenzione inorgoglito dal tuo fascino di latin lover mediterraneo.

«Il mio collega dire che tutti aerei fermi fino a domani mattina. Vieni da me? Ceniamo cinese e guardiamo televisione» ammicca l’Anita Ekberg moderna.
Con la bava alla bocca, puoi solo accettare.

Sesso facile a Stoccolma?

Il drink

Paghi il taxi e, dopo un breve viaggio, arrivate in un appartamento di un anonimo condominio di Stoccolma.

Entrate, la piccola alcova è confortevole.
Ti accomodi nel living e con la mente già sogni una notte da film erotico.
Maledici di aver lasciato l’albergo in mattinata senza esserti fatto la doccia pur di rubarti l’accappatoio.

«Vado a mettermi a mio agio, ti ho preparato un drink bevi tutto in un sorso» comanda l’hostess mentre sfugge via e ti strizza l’occhio.
Obbediente come un cagnolino col suo padrone, butti giù l’intero bicchiere di vodka …

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L’incredulità

Ti risvegli in piena notte, sei gelato e non ricordi nulla.
Ti guardi intorno, sei fuori l’aeroporto di Stoccolma senza bagagli, portafogli e nemmeno lo smartphone scarico.

Solo, chiuso nella tua giacca, comprendi che sei stato ignobilmente derubato (si sono presi anche l’accappatoio dell’albergo).

Un biglietto ti riporta alla dura realtà: «idiota, non parlare con nessuno di me altrimenti pubblico le tue foto su faCCebook e ti rovino. Comunque, oltre a puzzare, sei pure un pezzente».

Sesso facile

Ecco cosa succede a chi crede, senza il giusto senso critico, a tutte le fandonie che ci raccontano.

E, in fin dei conti, è lo stesso discorso vale anche per te, amico Lettore: sei giunto fino a questa pagina (magari in segreto per non farti scorgere dal tuo fedele partner oppure nascosto dietro il monitor dell’ufficio) solo perché nel titolo del post hai trovato la parola sesso.

Sei caduto in una truffa virtuale, hai seguito il link senza porti troppe domande sperando in una storia torbida ed in una foto osè di una donnina svedese svestita.

Se non vuoi finir sbattuto su faCCebook e deriso dall’intera comunità, condividi questo post.

Non è un ricatto e nemmeno una truffa bensì una lezione: impara a tenere sotto controllo il «mostro» che vive dentro di te altrimenti, prima o poi, pagherai un conto ben più salato.


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Ammazziamo il terremocro

Il terremoto

Il terremoto: impossibile da prevedere, finché dorme non provoca danni ma quando si presenta nessuna azione dell’uomo può impedire il progressivo avanzamento.

Si agisce rimediando alle conseguenze della catastrofe (piccola o grande che sia) e si può solo sperare che la scossa successiva non si presenti forte come la precedente.

Le uniche certezze sono legate alle esperienze passate: gli esperti studiano la letteratura e le statistiche guidano le previsioni, probabili ma mai certe ed in caso di un nuovo, imprevedibile evento eccezionale gli studiosi aggiornano i dati.

Gli archivi guideranno le future generazioni in caso di una nuova calamità.
Contro il terremoto, oggi la scienza è impotente.

Il terremocro: analogie tra il terremoto ed il cancro, «mostri» da sconfiggere

Il cancro

Il cancro: impossibile da prevenire, finché è asintomatico non provoca apparenti danni ma quando si manifesta è già troppo tardi.

Se non si asporta chirurgicamente, nessuna azione medica ha effetti efficaci e duraturi ed in caso di progressione della malattia il dottore può ben poco.

In molti casi (purtroppo) si può solo sperare di preservare una situazione di non peggioramento, lavorare giorno per giorno e rimediare alle conseguenze (piccoli o grandi disagi che siano) e agli scompensi provocati dal tumore.

Le uniche certezze sono legate alla letteratura del caso: le statistiche guidano le previsioni degli oncologi, le sperimentazioni forniscono risultati ancora alterni e mai certi.

Il cancro, oggi, in molti casi è ancora una malattia incurabile.

Il terremocro

Il terremoto ed il cancro, due «mostri»per ora  imbattibili, l’uno distrugge tutto ciò che incontra l’altro ogni organo che infetta.

Ma la storia un giorno cambierà e del terremocro, in un futuro non troppo lontano, non ci sarà più traccia.

Il mio augurio per il prossimo futuro è semplice:

FACCIAMO PRESTO,
AMMAZZIAMO IL TERREMOCRO


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Il virus di fine anno

I sintomi sono sempre gli stessi: appesantimento, sensazione di rallentamento crescente, l’impressione di un generale stordimento e di riduzione dell’efficienza.
Il periodo, d’altronde, è ideale: tra Natale e capodanno  un lungo ponte festivo, l’assenza dal lavoro stimola lo shopping, le luci colorate, la musica attraente, la sensuale signorina in primo piano che ci sorride ammiccante, il prezzo sbalorditivo e le nostre già deboli difese si sciolgono come neve al sole.

Un attimo di distrazione e l’infido virus si innesta in un istante senza lasciare apparenti tracce.

Poi, quando meno te l’aspetti, gli effetti indesiderati scoppiano come i fuochi d’artificio nella magica notte del 31 dicembre!

virus

Allora non ti resta che provare i soliti rimedi ma se il germe è sofisticato rischi conseguenze pesanti.
Consulti internet ed il tuo umore già pessimo tracolla definitivamente: l’autodiagnosi è grave e se non si interviene nelle prossime ore si avrà una progressiva perdita della memoria fino ad una cancellazione totale di tutti i ricordi.
Disperato, chiedi l’intervento di un amico esperto ma è fuori Italia (o almeno così afferma), ti guardi intorno e capisci che sei solo.
A questo punto, puoi solo sperare nel miracolo: domani ti svegli ed il virus – spontaneamente –  si è messo in quarantena.

Prevale il senso di impotenza, bevi una camomilla e vai a dormire sconfitto.

La mattina successiva ti svegli, non vai nemmeno al bagno per svuotare la vescica ed agitato accendi il computer.
Come previsto, il virus si è impossessato del pc e si diverte ad inviare le foto della scorsa estate ai tuoi amici e pubblicare sul web pezzi dei tuoi documenti riservati.

Tranquillo, in fin dei conti la (tua) salute è la cosa più inportante.

 

La forza è con me

Contro i messaggi natalizi …

Missione (quasi) compiuta: respinti la totalità di messaggini natalizi.
Il mio personalissimo firewall non è riuscito comunque a bloccare un inerme sms: «Buon Natale a te ed i tuoi cari» ha perforato la barriera.

«Bip», la mattina del venticinque dicembre l’infimo augurio centra in pieno il mio smartphone, approfitta di un istante di stanchezza generale e si presenta ghiotto sul display del mio cellulare in tutta la sua grettezza.
Colpito ed affondato.

Contro i messaggi natalizi, la forza è con me!

… e contro i messaggi di fine anno

Non c’è tempo per scoraggiarsi, è già pronta un nuova «guerra» da combattere: il tormentone «Felice Anno Nuovo» (o «Happy New Year» per i «mostri» internazionali) si affaccia minaccioso all’orizzonte, il trentuno dicembre è prossimo e occorre organizzare una nuova difesa.

Per fine anno la tattica che userò sarà diversa: al bando pistole, cannoni, bombe a mano, astronavi ed alieni utilizzati per il Santo Natale. 
Con la violenza non si risolvono i confronti, meglio utilizzare le armi più congeniali alla propria personalità.

Or dunque, dopo una lunga e profonda riflessione, prendo atto dei miei umani limiti: non potrò mai fermare le dita dei «mostri» che – con gesti da automa – la notte di fine anno digiteranno in modo frenetico un generico, ambiguo ed inutile messaggio di augurio.

L’sms volerà senza esitazione nel cielo infestato dai fuochi d’artificio, eviterà nuvole, lampi e tuoni per atterrare con ottusità sugli schermi indifesi dei telefonini di parenti ed amici intenti a festeggiare l’arrivo del 2014.

Stavolta io sono pronto, «mostri» non mi coglierete impreparato.
Inviatemi pure i vostri apatici auguri, saprò difendermi: la forza è con me.


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Social Natale

Natale, gli #hashtag 

Regali, frenesia, stress, spese folli, futilità, corse, negozi, shopping, centri commerciali, traffico, caos, finzione, ipocrisia, soldi, denaro, mangiate, cenoni, abbuffate, sperpero, spreco, ingordigia, festa, veglione, discoteca, falsità.

Solidarietà, volontariato, mensa dei poveri, altruismo, donazioni, fede, bontà d’animo, miglioria, convinzione, ideali, carità, Gesù, verità.

SMS, Whatsapp, telefonate, facebook, twitter, Google+, social network, e-mail, superficialità, finzione, ipocrisia, inutilità, rapporti virtuali, amicizie virtuali, auguri virtuali.

Il virtual Natale è social!

La domanda

E tu, caro «mostro», con quale di questi tre Natali ti immedesimi?


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Contro gli auguri natalizi virtuali

A Natale l’augurio viaggia su WhatsApp

«Bip», la vibrazione del mio smartphone segnala l’arrivo di un nuovo messaggio.
«Buon Natale a te ed i tuoi cari. Peppe e famiglia» leggo avvilito.

Perché – se proprio devo dirvela tutta – questo tipo di augurio è indigesto, peggio di un calzone fritto ripieno di soffritto di maiale con ciccioli e cipolla cruda.

Il messaggio giunge diritto allo stomaco, un fendente che manda al tappeto le mie migliori intenzioni, resisto grazie ai duri allenamenti a cui mi sottopongo per ritrovare gli occhi(ali) della tigre, preparazione utile per affrontare proprio questi momenti di grettezza relazionale.

Contro gli auguri natalizi virtuali

La traiettoria dell’SMS

Se avessi un radar speciale, intercetterei l’sms di Peppe per disegnare su un monitor la mappa dei destinatari: emergerebbe un grafico costituito da un’infinità di individui senza distinzione di razza, colore e sesso raggiunti tutti dall’identico augurio speciale.

Probabilmente, la stessa moglie, l’amante e il bisnonno ultracentenario (che da qualche anno è passato a miglior vita ma presente ancora nella rubrica del cellulare di Peppe) riceveranno contemporaneamente il medesimo sms.

«Non fa male, non fa male» continuo ad urlarmi nella mente proprio come un pugile prima di un importante incontro di boxe.

Manca poco al Natale e sono conscio che il peggio deve ancora giungere.

La tempesta di messaggini è prevista per la sera della vigilia e la mattina del venticinque dicembre, per allora prometto di essere al top della forma (fisica ed intellettuale) per respingere ogni tipo di falso augurio.

Quest’anno non mi coglierete di sorpresa, fatevi avanti «mostri» vi aspetto.

Ventaglieri, il parco di Napoli ritrovato (quasi)

Parco Ventaglieri, la rinascita

Allego breve galleria fotografica dal parco Ventaglieri di Napoli.

Un giardino pubblico recuperato dal degrado e, metro dopo metro, restituito alla città grazie alla volontà degli abitanti del quartiere, le associazioni ed il Comune.

Uno spazio panoramico che  dal corso Vittorio Emanuele scende verso Montesanto, la zona antica al confine col centro storico superaffollato in questi giorni di festa.

C’è ancora molto da fare, certo, ma almeno la strada del recupero è intrapresa.

Poche immagini in una mattinata prenatalizia piena di sole e dei sorrisi dei bambini che hanno affollato il Parco ritrovato.

Il recuperato Parco Ventaglieri, Napoli


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La Ringhio scommessa

Ringhio Gattuso disonesto?

Il Gennarino Nazionale coinvolto in un (possibile) giro di scommesse calcistiche mi desta una pacata ma amara riflessione.
Gattuso, l’uomo del Sud onesto, l’emigrante di successo esempio di integrità sportiva e morale, l’icona del grintoso portatore di sani e antichi ideali, l’ultimo samurai accusato di manipolare incontri di serieA.

Possibile?

Chi è il vero Ringhio Gattuso

Se fosse vero, un altro pezzo del puzzle andrebbe a farsi friggere.

L’immagine del nostro calcio bistrattato, già malato grave, si inasprirebbe ulteriormente e la credibilità dei giocatori-mercenari sarebbe inferiore anche a quella dei politici in campagna elettorale.

Ma in me è ancora nitido il ricordo del Ringhio Campione del Mondo, lo sguardo fiero del calabrese trionfatore in terra tedesca, la rabbia dell’uomo venuto dal nulla, la rivincita di tutti gli italiani derisi all’estero, l’orgoglio del combattente per il sogno realizzato, l’urlo liberatorio di chi si è fatto da solo, le lacrime di gioia per l’incanto del momento, gli occhi della tigre affamata di vittorie.

E’ lui il vero Rino Gattuso!

La Ringhio scommessa

Punto tutto su Gattuso innocente

Tolto il mutuo, le bollette, l’IMU, la TARSU e la TARES, le spese per i regali di Natale, la tombola di beneficenza ed il capitone della vigilia, punto tutto ciò che resta dallo stipendio sull’innocenza di Gennarino.

Scommettiamo che vinco?


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