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Category: Interviste (Page 2 of 2)

Daniela Vigliotti, perché una cittadina qualsiasi scende in politica (con De Magistris)

Daniela Vigliotti, chi è

La scelta di Daniela Vigliotti è emblematica: una cittadina, stanca di restare a guardare la politica da lontano, agisce.

L’occasione: a Napoli, il prossimo 5 giugno si vota per eleggere la nuova giunta comunale e Daniela partecipa nella squadra del sindaco uscente, Luigi De Magistris.

Daniela Vigliotti, candidata per De Magistris nella II municipalità (Avvocata, Montecalvario, Mercato Pendino, Porto e S.Giuseppe)

D: Daniela, per chi non ti conosce, un breve telegramma di presentazione
R: sono una donna di 42 anni, felicemente sposata e con due figli, insegnante di matematica presso un istituto professionale alberghiero di Napoli, che ha deciso di dedicare il suo tempo alla politica di quartiere per migliorare la vita quotidiana e poter dare un futuro migliore ai nostri figli.

D: quale folle scintilla è scattata nella tua mente – persona “normale” al di fuori del giro partitico – per convincerti a scendere in campo?
R: abito a Napoli da pochi anni. Ho sempre amato questa città, ma da quando ci vivo mi rendo conto che i cittadini quotidianamente devono sopportare tanti disagi, ai quali molti, con rassegnazione, dicono o mostrano di essere abituati. Io non mi abituo e non mi rassegno.

Daniela Vigliotti per De Magistris Sindaco

D: perché il tuo impegno politico nella lista civica di De Magistris?
R: L’attuale sindaco, fin da quando ha fatto la sua comparsa sulla scena politica, mi ha dato l’impressione di essere una persona molto intelligente, di grande senso civico e soprattutto onesta. Basti solo pensare al fatto che ha preservato il comune di Napoli dal dissesto economico, o anche che è grazie a lui che l’acqua per noi è rimasto un bene pubblico.

Candidata per la II Municipalità di Napoli

D: sei alla tua prima esperienza politica: quali obiettivi concreti ti sei posta? Non temi che le tue idee possano perdersi nella palude della burocrazia o – peggio ancora – nella malapoltica?
R: Non mi lascio spaventare dalla burocrazia. Quello che conta è perseguire l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini residenti.
In particolare:

  • vorrei un’aria più respirabile: cammino per strada per la maggior parte del tempo in apnea, e penso a tutti noi che ogni giorno, circondati da un traffico snervante, rischiamo di ammalarci
  • vorrei strade più pulite, senza dover fare con i miei bambini lo slalom fra gli escrementi di cani o fra i rifiuti che invadono i marciapiedi
  • vorrei un servizio di refezione scolastica più soddisfacente
  • vorrei che le strade fossero più sicure e mi piacerebbe dare un contributo alla sensibilizzazione al rispetto per le regole
  • vorrei trovare gli espedienti per una vita meno stressante per tutti.

Sono pronta a lottare per migliorare i servizi offerti nella II municipalità (che comprende i quartieri Avvocata, Montecalvario, Mercato Pendino, Porto e S.Giuseppe) per la quale mi candido come consigliera.

Un cittadino qualsiasi contro la malapolitica

Conosco Daniela da tempo e sono sicuro della bontà delle sue intenzioni e dell’integrità morale che la contraddistingue da sempre.
Però le sabbie mobili dei partiti possono inghiottire chi non ha i giusti anticorpi alle dinamiche oscure celate da compromessi e interessi personali.

D: Daniela, non sospetti che la tua onestà possa essere sfruttata da altri per catturare simpatie e voti?
R: E’ un rischio che si corre inevitabilmente quando ci si pone in prima linea come sto facendo io candidandomi, ma chi si lascia sopraffare dalla paura delle conseguenze del proprio agire si può ritenere già sconfitto in partenza.

D: quali sono i temi che ti appassionano e come pensi di affrontarli?
R: la II municipalità è la zona in cui vivo. Sento di dover partire dal basso, dalla quotidianità, dal guardarmi intorno per capire come posso rendermi utile alla collettività.
Questa é per me la prima esperienza politica ma so di poter contare sui buoni propositi del consigliere comunale Elpidio Capasso, che attualmente lavora al fianco del sindaco De Magistris, e che si ricandida per le prossime elezioni come consigliere al Comune di Napoli.

Come contattare Daniela: la fanpage facebook

D: quali canali utilizzerai per comunicare con il quartiere? Per informarci delle iniziative intraprese e di come si evolvono?
R: utilizzo la mia fanpage facebook Daniela Vigliotti per De Magistris ed altri mezzi multimediali, potenti strumenti di comunicazione che oggi vanno per la maggiore; mi propongo anche di essere presente sul territorio: voglio il contatto con la gente.

Clicca per accedere alla fanpage di Daniela Vigliotti, candidata per De Magistris nella II municipalità (Avvocata, Montecalvario, Mercato Pendino, Porto e S.Giuseppe)

Perchè votare Daniela Vigliotti

D: Daniela lancia il tuo spot: perché un elettore napoletano dovrebbe votarti?
R: Sono una donna che mantiene la parola data nel rispetto di chi l’ascolta.
Di certo non sarò mai “contro” qualcuno o qualcosa, ma solo “per” i cittadini della II Municipalità. Non sono in corsa per una poltrona, sono in corsa per assicurare – incondizionatamente – il mio impegno e la mia disponibilità al servizio dei miei concittadini.
Votatemi perché la nostra città è ricca di potenzialità ed energie e sono certa che operando in modo sinergico, riducendo ogni spreco, indirizzando ogni risorsa a fini utili e usando tecnologie e risorse nuove si possono raggiungere risultati insperati. La società moderna ci dà benessere e problemi: cogliamo il benessere riducendo i problemi!

In bocca al lupo Daniela.
La politica ha bisogno di persone come te.


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Come raccontare Napoli con le immagini

Napoli attraverso le foto

Pasquale Gucciardo è il fondatore della fortunata community Napoli image Naples che si prefigge il nobile intento di raccontare il capoluogo campano attraverso le foto pubblicate dai partecipanti (in un gruppo così cordiale, il termine «utente registrato» appare fuori luogo).

E così giungono flash da ogni angolo della Campania, immagini di vita quotidiana, vicoli nascosti, panorami meravigliosi, luoghi e testimonianze sui quali dibattere.
Conosciamo meglio questo spazio web sulla metropoli campana ed il suo garbato fondatore.

Pasquale Gucciardo, ideatore della community Google Napoli image Naples

La community Google+

D: Pasquale, immaginavi tale successo?
R: Beh, forse parlare di successo mi sembra un po’ troppo. Di certo, però, non mi aspettavo che ‘Napoli image Naples’, in appena otto mesi dalla sua nascita, raccogliesse tante manifestazioni di simpatia e di consenso (interesse).
Soprattutto considerando che Napoli, sebbene conosciuta in tutto il mondo, nell’universo infinito del web, risulta (rappresenta) un piccolo punto luce.

D: perchè raccontare Napoli per immagini? Come ti è balenata tale idea?
R: La città, con la sua lunga storia, la cultura, i panorami e ancor di più l’intensa vita vissuta, intrisa  di problemi ed eccellenze, ha molto da mostrare. Tutto ciò, unito al piacere di immortalare l’attimo, in questo spazio trova anche il piacere di condividerlo. Dove regna “il mordi e fuggi” come il POST, le immagini, nella comunicazione, risultano vincenti o addirittura indispensabili. Più veloci del pensiero. Sarà che sono motociclista da una vita e amo muovermi in fretta.

Le finalità della community

D: quali sono le finalità della community?
R: Raccontare Napoli per immagini, non ha, e non potrebbe avere, la pretesa di rappresentare la nostra città in tutti i suoi innumerevoli aspetti. Ma vuole essere una piacevole galleria fotografica che racconta principalmente la città e momenti della sua vita, possibilmente con immagini originali, e al contempo, tentare di far confluire nello stesso luogo visioni dei fatti, conoscenze ed esperienze dei suoi partecipanti attraverso discussioni e dibattiti.
Abbiamo poi, diverse categorie dove è possibile sviluppare anche altri temi.

D: passione per la fotografia dunque. Quali sono i soggetti/panorami che preferisci  immortalare? C’è uno scatto pubblicato che ti ha colpito particolarmente?
R: In realtà non sono un appassionato fotografo, unicamente amo catturare quei momenti che attirano la mia attenzione. Napoli ci regala dei panorami unici, ma le scene di vita mi emozionano di più; purtroppo non sempre è possibile pubblicarle.
La foto fra quelle pubblicate che preferisco, è quella che unisce/fonde i due momenti: Rotonda Diaz, la vendita del pescato impressa nel panorama del golfo.

D: immaginiamo una community quota cinquantamila amici. Credi che si possa far confluire cotanta energia positiva in azioni reali e costruttive per la collettività?
R: Il numero che mi proponi di immaginare è da brivido pensando all’impegno che ne conseguirebbe. Ma ragionando in via del tutto ipotetica, non escluderei la possibilità di azioni concrete.
Più grande è la comunità piu è facile trovare passione per il sociale.

D: perché aderire a Napoli image Naples. Lancia lo spot!
R: Se hai passione per le ImmagiNa..poli aderisci!

La community Napoli image Naples racconta Napoli con le immagini

Pasquale Gucciardo, l’ideatore

D: domanda impossibile per una risposta istintiva: Pasquale, quali aspetti ami di Napoli e cosa detesti della nostra città?
R: La Napoli migliore è fatta di mescolanze, di creatività, di passione. Questa è la Napoli che amo, laboriosa e geniale. Detesto la falsità e le mezze misure.

D: Pasquale, in community si respira un’aria di cordialità che raramente nel web si riscontra. Credi che l’educazione civica sia un sentimento assente nella nostra città e come recuperare un ideale così importante per la convivenza comune?
R: La cordialità è un sentimento diffuso tra i tanti che aderiscono da ogni luogo e uniti dalla comune passione per la città. Mi fa star male vedere i miei concittadini maltrattare Napoli. Anche se la maggior parte della cittadinanza è costituita da persone oneste e rispettose, questo non basta per cambiare le cose. Occorrerebbe una decisa reazione, sorretta però concretamente dalle istituzioni.

D: quale futuro immagini per la nostra città? Sei iscritto al partito dei disfattisti o dei sognatori?
R: La Napoli virtuosa, troppe spesso oscurata da fatti di cronaca che ne mortificano l’identità, prima o poi saprà trovare le soluzioni per migliorare la vivibilità e  l’immagine percepita della città.
Ottimista!

D: Napoli è un inferno metropolitano oppure un luogo con mille problemi ma che vale la pena visitare almeno una volta nella vita ed addirittura viverci?
R: Napoli è certamente una città difficile, contraddittoria, caotica, ma la sua vitalità in termini di cultura, tradizioni, di arte e di architettura, non dimenticando i suoi panorami, non è seconda a nessun’altra.
Visitarla quindi è quasi un obbligo, per viverci bisogna amarla.


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Un caffè con Maria Carmela Micciché, la scrittrice delle storie perdute

Chi è Maria Carmela Miccichè?
Non lo so.
Non la conosco personalmente, l’incontrai nel cyberspazio in un tempo ed un luogo indefinito e link dopo link l’ho apprezzata attraverso i suoi appassionati scritti.
Ignorare chi sia rafforza l’idea positiva che ho dei suoi racconti (brevi e non) e delle sue poesie; mi sento come il coach in «The Voice», il reality-show ove i giudici ascoltano le esibizioni dei concorrenti concentrando la loro attenzione soltanto sulla loro voce senza vederli.
D: Maria Carmela, cosa significa scrivere?
MCM: scrivere è comunicare, uno dei mezzi per comunicare, a volte con se stessi a volte per dire cose che non sapevamo di voler dire, sicuramente rimane un canale che unisce qualcosa dentro di noi con l’esterno.

D: a che età hai sentito la necessità di porre nero su bianco i tuoi pensieri? E dopo aver stilato un racconto/poesia, nel rileggere provi una sensazione di piacere o di frustrazione? Ad esempio, a me capita quando non riesco ad imprimere sul foglio i concetti che ho in mente ma, ovviamente, è una questione soggettiva.
MCM: a otto anni scrissi un poesia molto lunga “Il paesello molto bello” dove immaginavo questo paese con le case, le piazze, la gente. Il giorno dopo portai a scuola il foglietto di quaderno dove avevo scritto la mia poesia. La maestra lesse e mi fece giurare che fosse mia. Ero un po’ confusa, per me era stato un gioco, una cosa che avevo fatto senza tante pretese, fu molto imbarazzante. Giurai davanti alla maestra e a tutta la classe e a quel punto mi resi conto che era meglio tenere per me ciò che immaginavo. In effetti andò che continuai a scrivere, la maestra veniva a sbirciare e poi mandava i miei quaderni alle altre maestre. Non mi sono mai fermata, ho sempre avuto il bisogno, desiderio, voglia di appoggiare su qualcosa ciò che mi passa per la testa… e ne passano cose…
Scrivo sempre di getto non sapendo mai a priori cosa racconterò, quindi posso dire di essere sempre la prima lettrice di me stessa e in genere mi piace ciò che leggo 🙂

D: da dove attingi l’ispirazione per le tue storie? Quali generi preferisci raccontare?
MCM: l’ispirazione arriva da dove vuole, un foglio bianco è già un invito a metterci su qualcosa. Le foto, amo le foto che dicono tante cose e a volte trovo delle foto che invece seguono le mie parole, non lo so come accade, di conseguenza anche il genere varia, a volte segue il mio stato d’animo a volte vedo una foto o succede qualcosa e il foglio si riempie di altre cose.

Maria Carmela Micciche, il sito ufficiale

D: quali sono le doti necessarie per chi ama scrivere? Io sono un assertore della teoria: «più leggo più scrivo più leggo»
MCM: questa è una domanda difficile e quindi alle domande difficili è sempre meglio rispondere sinceramente: non ne ho la più pallida idea. Io ho sempre letto e sempre scritto, scrivevo le recite scolastiche inventando tutto di sana pianta e poi facevo la regista dirigendo i miei compagni e leggevo “La storia dei partiti politici” o “Carrie” insomma di tutto un po’. Credo che l’unica dote veramente necessaria è avere delle storie dentro da raccontare e le storie dentro nascono dall’osservare ciò che succede fuori. Ho scritto una poesia su questo, forse non è molto elegante citare se stessi ma credo possa spiegare ciò che voglio dire: Le storie delle cose perdute

D: come immagini i tuoi Lettori? Sei curiosa di carpire la loro espressione quando, col volto immerso nelle pagine del tuo sito, leggono le parole uscite da dentro la tua anima? Sorrideranno? Rifletteranno? Si emozioneranno?
MCM: curiosissima, vorrei conoscerli uno per uno e osservarli mentre leggono ogni rigo. Vorrei vedere l’espressione del viso e capire come le mie parole sono arrivate. Non è per, come dicono a Napoli “atteggiarmi”, per darmi l’aria della scrittrice, realmente non mi sento una scrittrice, ma mi piacerebbe sul serio incontrare ogni persona che legge ciò che scrivo e commentare con lei ogni cosa, credo sia la cosa più elettrizzante e affascinante che possa capitare.

D: se avessi la possibilità – anche temporale – quale scrittore vorresti incontrare? Chi condideri i tuoi «maestri» letterali?
MCM: ogni volta che prendo in mano un libro penso alla magia che lo ha reso libro. L’immaginazione che c’è dentro, la ricerca, la scelta di tante cose. Avrei voluto scrivere come Ken Follett perchè è uno scrittore che già al secondo rigo ti prende per il colletto e ti trascina fino all’ultima pagina e scrive sempre cose diverse, non è mai monotono. Comunque come dicevo prima ho letto di tutto un po’ ed è raro che un libro non mi piaccia totalmente, beh… a volte si ma succede raramente, per cui da quello che considero uno dei più geniali, Pirandello, a quello che magari ho letto per caso e di cui non ricordo il nome, lo so che faccio una pessima figura ma questa è, la cosa che mi “prende” di più è quando le parole riescono a portarmi dentro alle pagine, vorrei essere sempre in grado di fare questo.

D: Maria Carmela, che ricordo hai della scuola e del tuo professore di italiano? Ha contribuito a modellare la scrittrice che sei oggi oppure la formazione scolastica pensi sia solo nozionistica e non produce vera cultura?
MCM: questa domanda mi fa sorridere perchè mi riporta indietro ai banchi di scuola. Io ho frequentato il Liceo Scientifico del mio paese, adoravo la mia scuola e ricordo sempre con piacere il tempo trascorso con i compagni di classe e con i professori, le manifestazioni, erano gli anni ‘70 e ‘80, la scuola era un fermento di idee e cambiamenti. In terza liceo litigai con il mio prof d’italiano che mi assegnò il sei politico per tutto l’anno, il voto dei temi era sempre lo stesso: forma corretta, fuori tema 6. L’anno successivo arrivò un anziano professore che ascoltavo con la stessa dedizione di come all’epoca ascoltavo i Pink Floyd, adoravo le sue spiegazioni e il mio voto per tutto l’anno fu 9, ma non era questione di voto, non sono mai stata attaccata ai voti ma a quanto mi piacesse partecipare alle discussioni. Se la devo dire tutta la prima persona che credette alla mia “dote” di mettere i pensieri su dei fogli fu il mio parroco don Corrado Carpenzano. Ogni domenica veniva dato gratis, poi con un contributo di cento lire, il Notiziario, un giornalino della parrocchia dove ogni gruppo scriveva l’ordine del giorno delle varie riunioni, le comunicazioni di servizio, gli orari delle varie funzioni eccetera. iI venerdì lo ciclostilavamo a mano. Io avevo più o meno 13 anni e scrivevo ciò che discutevamo nel gruppo ragazzi e un giorno il parroco mi disse: “Mi piace come scrivi, dalla settimana prossima avrai una rubrica tutta tua dove potrai scrivere quello che vuoi” Ricordo come mi batteva il cuore quando vidi per la prima volta le mie parole stampate, era un’emozione, ed è sempre così.

Il caffè di Marek, la pagina facebook di Maria Carmela Micciché

D: tra i tuoi tanti racconti, a quale sei più affezionata? Segnala anche una tua poesia alla quale sei particolarmente legata.
MCM: Elena e i fiori di sale rimane il racconto al quale sono più legata. Per le poesie Un semplice pomeriggio d’autunno o Phasor e tante altre che sento mie nel senso intimo.

D: sei un’autrice molto produttiva oppure scrivi col contagocce? Hai mai distrutto una tua opera oppure consideri ogni racconto degno di essere pubblicato e saranno poi i Lettori a giudicare?
MCM: per quanto riguarda la quantità delle cose che scrivo non dipende da me, nel senso non programmo nulla, a volte mi sveglio nel cuore della notte con un’idea e fino a quando non diventa storia sta lì a darmi fastidio, a volte ci sono giorni che sono presa da altre cose e non riesco a scrivere nulla, dipende.  Ogni cosa che scrivo per me è importante, anche quella che sembra ordinaria, nel momento che prende forma per me diventa parte di me, è ovvio che alcune sono, come dire, più coinvolgenti e altre meno ma non ho mai distrutto nulla volontariamente, poi c’è da dire che essendo diversamente ordinata alcune cose le ho perse, rimaste chissà dove, scritte di vecchi quaderni… da quando ho il sito e la pagina ufficiale ho fatto dei passi avanti.

D: come tuo affezionato fan, ti confido che amo la sezione Buonbelgiorno mentre, tra i «brevi racconti» mi suscita emozioni positive Gli occhiali. Da dove nasce questa storia bella proprio per la sua semplicità?
MCM: Buonbelgiorno nasce per caso, ogni giorno mettevo qualcosa sulla pagina ufficiale Il caffè di Marek per dare il benvenuto a chi passava dal mio caffè virtuale, è divertente trovare uno spunto ogni giorno. Mi sono accorta che alcuni erano davvero originali così li ho raccolti in una sezione a parte. Gli occhiali è di fattura semplice, nel senso che siamo fatti in un determinato modo, chi si lamenta per ogni cosa, chi si adatta a ogni cosa e chi riesce a trovare una magia ogni giorno, è il modo di guardare il mondo. Non ci sono occhiali che possiamo indossare per essere diversi, possiamo solo essere consapevoli e spostarci in modo da vedere il mondo da un angolo diverso.

D: da poco mi sono avvicinato ai libri di Tiziano Terzani e nella sua biografica viene riportata la seguente citazione: «ormai mi incuriosisce di più morire. Mi dispiace solo che non potrò scriverne». Che ne pensi? Può la passione per la scrittura essere più forte di ogni altro sentimento?
MCM: la passione per definizione è qualcosa che va oltre il razionale modo di vivere quella situazione. Non so come funziona per gli scrittori veri, se riescono a essere programmati o sono divorati dal fuoco della creatività. Io come hai capito scrivo quando posso, come posso, a volte dopo un giorno di lavoro e famiglia mi metto davanti al computer e faccio le quattro del mattino senza cenni di stanchezza, presa dalla storia che sto scrivendo. A volte scrivo in ufficio mentre la gente esce ed entra, mentre suona il telefono, mentre organizzo il pranzo ma io non sono una vera scrittrice e per fortuna non faccio testo 🙂

D:  ultimi tre libri letti? E cosa stai leggendo ora?
MCM: Delitti e Misteri del passato – Sei casi da RIS di Luciano Garofano Giorgio Gruppioni e Silvano Vinceti – Mondo senza fine di Ken Follett – Una notte di luna piena per l’ispettore Dalgliesh di P. D. James – La mennulara di Simonetta Agnello Hornby. Adesso ho preso: Il libro segreto di Shakespeare

D:  Maria Carmela, a proposito di libri: quando fornirai alle stampe il tuo primo volume? Ti senti pronta oppure pensi sia un passo troppo impegnativo? Ma non sono proprio i sogni a contribuire all’evoluzione dell’individuo? Che permettono quel passo che razionalmente non intraprenderemo mai?
MCM: quando? Ci penso da un po’, avrei anche il materiale pronto ma l’editoria è un percorso strano. Intanto un mio racconto “Il pezzetto d’America sotto al cuscino” è tra i finalisti al concorso della città di Sortino. La premiazione dei tre racconti vincitori avverrà il 3 Ottobre all’interno della mostra dell’editoria, vediamo che succede. Io continuo a sognare di vedere un mio libro in libreria ma il sogno più grande è quello di incontrare i miei lettori.

Maria Carmela, avrei voluto porti altre cento domande ma non posso abusare della tua disponibilità.
Coltiva il tuo talento

Un grazie da tutti noi, i tuoi Lettori.

MCM: spero di non essere stata tediosa o prolissa in tal caso chiedo scusa, se invece avete letto tutto fino a qua… bravi vi devo un caffè, napoletano ovviamente.

Grazie
Maria Carmela Micciché

PS: è doverosa una precisazione da parte dell’autore di questa intervista: non ho mai guardato un reality-show nè tantomeno un minuto di «The Voice»


Maria Carmela Micciche, la scrittrice delle storie perdute

Intervista a Roberta Cuozzo, autrice del libro «La scelta»

Roberta Cuozzo, ex collega di lavoro

Ho avuto il piacere di conoscere Roberta nel 1998 quando, giovani neolaureati ed in pieno boom informatico, venimmo assunti insieme nell’allora EDS, una multinazionale americana che operava nel settore dell’Information Technology e che, recentemente, è stata acquisita dalla più nota HP.

Abbiamo lavorato insieme per circa un anno, poi lei ha intrapreso la carriera di insegnante e così ci siamo persi di vista finché un giorno non mi giunge una e-mail di un amico comune che mi propone l’acquisto del libro scritto da Roberta, “La scelta”.

L’ho comprato con piacere, incuriosito di conoscere Miriana, il personaggio sul quale ruota l’intera storia, una ragazza dall’esistenza felice che, ad un certo punto della sua vita, viene sconvolta da una nefasta notizia: il suocero ed il marito sono affetti da una grave malattia rara.
Da quel momento la sua esistenza (e quella dei suoi cari) cambia totalmente ma non impedisce a Miriana di pensare con ottimismo al futuro e infine prendere una importante decisione.

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La scelta

Il libro mi è piaciuto, scritto con uno stile leggero, quasi un diario redatto per ricordare le date importanti affrontate dalla protagonista: dal primo giorno di scuola come nuova insegnante fino alla conoscenza del collega che poi diventerà suo marito, dal bel rapporto con il suo “lui” passando attraverso la malattia del suocero ed il dramma che colpirà anche il suo compagno di vita.

Roberta descrive con sobrietà gli stati d’animo dei personaggi, le difficoltà incontrate per capire ed accettare la malattia, la scoperta dell’umanità dei dottori e lo scontrarsi con il senso di impotenza di fronte ad una male incurabile.

Il libro ha il merito di farci riflettere e capire che a volte la vita ci pone inspiegabilmente davanti a delle tragedie inattese, ingiuste ma che ci fanno apprezzare la quotidianità considerata spesso monotona.
La parola a Roberta allora.

La scelta, di Roberta Cuozzo

L’intervista

D: Roberta, questo è il tuo primo romanzo. Cosa hai provato quando hai visto sugli “scaffali” di una libreria (sito internet) il tuo racconto? Sei rimasta soddisfatta della tua prima opera oppure sei come quegli artisti che necessitano sempre dell’ultimo tocco per manie di perfezionismo infinite?
R: Ho provato indubbiamente un enorme soddisfazione soprattutto in considerazione del fatto che per la mia intera carriera scolastica in Italiano scritto non ho mai superato il 4!

D: ho impiegato due giorni per leggere “La scelta”, mia moglie addirittura uno. L’ho trovato, nella sua linearità, incisivo e sei riuscita a trattare temi profondi con leggerezza. Forse è questo il tuo stile di vita? Affrontare la realtà con facilità e scioltezza? Da non scambiare con superficialità, rendere ciò che è “complicato” semplice è una virtù di pochi.
R: Ti ringrazio del complimento ma non per falsa modestia ritengo si tratti più di sinteticità che di linearità, prerogativa questa di tutti coloro che hanno intrapreso studi scientifici.

D: “La scelta” evidenzia anche la dignità dei malati, come nel caso del suocero di Miriana che, anche se sofferente e non più indipendente, fa’ di tutto per non pesare sulla famiglia e trasformarsi in un problema. Un atteggiamento “eroico” non trovi? Quando leggo di queste persone penso che la loro dignità sia la migliore definizione di coraggio. Sei d’accordo?
R: Senza dubbio! Quando si soffre anteporre le necessità ed esigenze quotidiane degli altri a se stessi denota una forza di volontà fuori dal comune e soprattutto un enorme amore per i propri cari.

D: tu sei una laureata in fisica e, purtroppo, hai perso una persona cara per una malattia rara. Non trovi assurdo che in Italia la ricerca scientifica sia bistrattata dai Governi e l’opinione pubblica si occupa dei ricercatori solo se manifestano pubblicamente con azioni eclatanti per poi far cadere il problema dei mancati investimenti e del precariato il giorno dopo?
R: Il problema delle malattie rare sta proprio nella loro ‘rarità’. Purtroppo non ci sono fondi per la ricerca scientifica mirata allo studio di malattie che ahimè coinvolgono migliaia di persone figuriamoci se ci sono per la ricerca nel campo delle malattie rare. Anche il coinvolgimento delle industrie farmaceutiche è molto relativo: la ricerca non compensa gli eventuali introiti derivanti dall’immissione sul mercato di prodotti terapeutici mirati. Insomma la questione è davvero complessa.

D: Roberta, un tema che tratto spesso nel mio blog di “mostri” è il tempo, l’argomento che scandisce ogni capitolo de “La scelta”. Tu, da fisico, ben conosci i significati scientifici di questa grandezza. Secondo te, perchè l’uomo ha la mania di voler misurare ogni cosa, anche il tempo? E tu, che rapporto hai con il tempo Ti spaventa veder crescere ad esempio tua figlia? Vedere come, da un giorno all’altro, da neonata sia divenuta bimba e poi diventerà ragazzina?
R: Il tempo scorre inesorabilmente: il carattere, la personalità, i nostri rapporti interpersonali, l’ambiente che ci circonda, tutto evolve. Per usare una famosa frase di Lavoisier ‘Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’. Da ogni esperienza vissuta, positiva o negativa che sia, ne traiamo insegnamento.
L’amore per una figlia è qualcosa di unico. Nonostante sia ancora piccola (ha solo 3 anni), provo nostalgia a rivedere gli indumenti che indossava non più di un anno fa. Spesso nella continua corsa che affligge i tempi moderni ho paura di perdere momenti preziosi della sua crescita. Ma mi basta un suo sorriso o un gioco condiviso con lei per spazzare dalla mia mente ogni pensiero malinconico.

D: chiudiamo la nostra chiacchierata con una tua libera osservazione. Roberta, vuoi aggiungere qualcos’altro?
R: la vita riserva delle continue sorprese. Non avrei mai pensato di scrivere per puro piacere nemmeno una frase su una nota della spesa, figuriamoci un libro. Eppure quelle 80 pagine mi hanno permesso di riallacciare rapporti di amicizia trascurati per distanza o per cambio lavoro (come quello con il redattore della presente intervista, che spero di non perdere nuovamente di vista) o per modificati interessi o per sopraggiunte necessità contingenti e di riscontrare un notevole interessamento sull’argomento trattato, concretizzato in diverse iniziative di propaganda del libro, i cui diritti d’autore, vorrei ricordare, sono interamente devoluti al Centro per lo studio e la cura delle amiloidosi sistemiche presso il policlinico San Matteo di Pavia.

Roberta, grazie ancora per la tua disponibilità.
Ti auguro le migliori fortune.Consulta il sito de Centro per lo Studio delle Amiloidosi Sistemiche di Pavia

Acquista il libro su: Sef Editrice Fiorentina

 

Leggi anche La scelta, intervista a Roberta Cuozzo di Dario Alessandro Pagli (2 gennaio 2010)


Viaggi low-cost: 10 trucchi per una vacanza tropicale a 250euro

Rosario è il nostro colombo viaggiatore, l’ambasciatore del made in Pozzuoli nel mondo, l’eroe delle due Terre, il Marco Polo dei ventunesimo secolo …. ebbene, l’uomo che ha visitato mezzo pianeta con pochi spiccioli nelle tasche ci racconta come organizzare un viaggio in una meta tropicale a prezzo ridotto.
Dieci domande, dieci trucchi per una vacanza al tempo della crisi.

mykonos

D: Rosario, ultima meta raggiunta e budget speso?
R: l’ultima viaggio è stato effettuato sull’isola più cosmopolita del mondo: Mykonos. Budget all inclusive 250 Euro per 5giorni

D: come riesci a coniugare qualità e risparmio?
R: prima di tutto anticiparsi di qualche mese (marzo è quello giusto), quindi scegliere accuratamente destinazione, volo e periodo. Il volo ovviamente da Napoli. Poi tenere sotto controllo le eventuali offerte della compagnia di bandiera e/o il miglior prezzo.

D: muoversi in anticipo, l’utilizzo di internet per scovare luoghi e prenotare, l’assenza di intermediari sono le tue armi principali?
R: organizzarsi anticipatamente permette di scegliere con tranquillità la destinazione ed il periodo. Internet è fondamentale. Di seguito descrivo l’approccio per la mia prenotazione:
1. Verifica sito dell’aeroporto di Napoli per i vari voli diretti.
2. Scelta della località.
3. Verifico il periodo e il prezzo andata/ritorno sul sito della compagnia di bandiera.
4. Tenere sotto controllo il prezzo e verificare le offerte che di volta in volta vengono effettuate.
5. Prenotazione del volo.
6. Verifico in rete gli alberghi con il massimo comfort, per esempio posizione, servizi offerti, prezzo. Di solito cerco un all inclusive con piscina.
7. Seleziono tre o quattro alberghi che fanno al mio caso, verifico sui siti ufficiali degli alberghi e controllo il prezzo e/o disponibilità ed eventuali offerte.
8. Prenotazione albergo.
9. Una volta giunti nella località mi attivo per escursioni varie offerte nelle agenzie locali.

D: altri interessanti segreti da aggiungere?
R: anticiparsi ed aspettare il momento e l’offerta giusta.

D: la vacanza low-cost è necessariamente sinonimo di sacrificio e rinuncia? Spiegaci: una volta raggiunta la località prescelta, per risparmiare pernotti sotto i ponti oppure hotel a zero stelle? Ti metti a dieta forzata? Rinunci ad ogni forma di divertimento pur di non spendere?
R: assolutamente no! Hotel minimo 3 stelle in posizione ideale per non prendere taxi e quindi spese aggiuntive. Se nei servizi l’hotel non contempla l’all-inclusive, è preferibile un pranzo a sacco per eventuali escursioni o spiaggia e la sera una cenetta semplice in uno dei tanti localini “people watching”.

D: Rosario, facci morire di invidia con degli esempi concreti: indicaci una serie di viaggi che hai intrapreso evidenziando le spese sostenute e la modalità di pernottamento, alimentazione e stile di vita in genere.
R: 1. Ibiza: luglio 2012, volo a/r da Napoli 80 Euro, pernottamento in villaggio turistico all inclusive 240 Euro (5giorni)
2. Cuba: agosto 2012, volo a/r da Napoli 792 Euro, pernottamento casa 15 Euro per notte, vitto 6-8 Euro per giorno (17giorni)
3. Mykonos: ultima settimana di giugno 2013, volo a/r da Napoli 70 Euro, pernottamento in hotel 3* cat. Sup. con Breakfast 140 Euro (5giorni)

D: estate 2013: mete dove conviene puntare applicando le tue regole low-cost?
R:  1. Spagna: Ibiza, Maiorca, Barcellona
2. Grecia: Mykonos, Santorini
3. Tunisi, Nizza
4. Capitali: Amsterdam, Berlino, Budapest, Londra, Parigi, Praga

D: Rosario, come ben sai, in questo spazio ci occupiamo di «mostri» di ogni forma, colore o razza. Durante i tuoi innumerevoli viaggi, quale «mostro» hai incontrato con maggior frequenza?
R: ne ho incontrato di tutti i tipi, però il mio “favorito” è e rimane sempre l’italiano che predica bene e razzola male. Infatti in Italia si sente forte e arrogante mentre all’estero fesso e vulnerabile.

D: prossima viaggio?
R: Caraibi

Chi desidera, può contattare Rosario tramite la sua pagina ufficiale di facebook.
Nel mentre, vi lascio con le foto del suo ultimo viaggio: Mykonos!

 

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