faCCebook.eu

Sbatti il mostro in homepage!

Category: Politica (Page 4 of 6)

L’Italiano, il cittadino più forte d’Europa

Non c’è (mai) l’alternativa?

«Siamo sul baratro, il professor Monti ci salverà. Non c’è alternativa».
E uno.

«Monti ha fallito, è tempo di un governo di grande intese che unisca il Paese ferito. Letta è l’uomo giusto, farà le riforme di cui l’Italia necessita. Non c’è alternativa».
E sono due.

«Letta è bloccato tra le paludi della politica, occorre accelerare e Renzi è l’ultima possibilità. Non c’è alternativa».
E tre.

Non ho alternativa!

I tre Governi senza voto

Sono tre governi che noi, elettori senza voto, subiamo.
Secondo i partiti, l’alternativa al Premier-non-eletto sarebbe la catastrofe, The End.

Eppure, al fallimento dei tecnici – che pure furono annunciati come i salvatori della Patria – siamo sopravvissuti.
Tempo trasacorso dal «Non c’è alternativa a Monti» alla sua caduta: 1anno-5mesi-12giorni per un totale di 530 giorni

Il Governo dei compromessi, invece, con una serie di riforme doveva spingere l’Italia fuori dalla crisi ma ben presto si è inceppato tra i meandri dei suoi stessi compromessi.

Eppure siamo sopravvissuti anche alla caduta delle prime grandi intese.

Tempo trascorso dal «Non c’è alternativa ad Enrico Letta» alla sua caduta: 9mesi-25giorni per un totale di 300 giorni.

Oggi siamo al terzo governo consecutivo sostenuto dal postulato matematico «Non c’è alternativa».
La storia insegna che il vigoroso Matteo cadrà quando un suo alleato lo tradirà perché se ti accordi col serpente, prima o poi ti avvelenerà.

E’ solo una questione di tempo.

L’Italiano, il cittadino di ferro

Nel mentre, l’italiano fornisce l’ennesima dimostrazione di forza: difronte all’assenza della libertà di scelta, in bilico sul ciglio del burrone, sotto la costante minaccia di cadere nell’oblio, con la Vita appesa ad un sottilissimo filo trasparente, allo stremo delle forze ed ormai privo di sogni, l’Italiano resiste da oltre 830 giorni senza alternative.

E’ evidente, siamo più resistenti di qualsiasi altro cittadino europeo.

Renzi: «Gli F35 contro la mafia e nella Terra dei Fuochi»

La dichiarazione di Renzi

«L’Italia, ringraziando Iddio, non è impegnata in nessun conflitto. La possibilità di un’invasione da parte di un nemico straniero è pressoché nulla e minacce aliene sono altamente improbabili. E’ necessario combattere l’unica, vera e sanguinosa guerra che affligge e distrugge il nostro Paese: il «mostro» da sconfiggere non è fuori i confini ma dentro casa. Acquisteremo dieci F35 per difenderci e annientare la mafia, la camorra e la ndrangheta e per controllare la martoriata Terra dei Fuochi».

Così Matteo Renzi non parlò mai.

Renzi e gli F35

F35, a cosa servono?

Il mistero sull’acquisto degli F35 continua: quanti ne compreremo?
A cosa serviranno?
Da chi/cosa dobbiamo difenderci?

Davanti le telecamere i politici si mostrano pacifisti e dotati del buon senso richiesto dalle parti sociali («utilizzeremo quei miliardi per sanità, scuola e sicurezza») per poi smentirsi nelle riunioni private dei partiti e stipulare accordi segreti con le multinazionali («potete state sereni, confermiamo la commessa»)

Oggi la burla viaggia sul web e la bufala è dietro ogni clic.
E difatti anche questa dichiarazione del nostro Premier – tanto auspicata quanto impossibile – è un triste pesce d’aprile tricolore.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

#withsyria

L’hashtag #withsyria

#withsyria è  l’hashtag utilizzato dal web per ricordare il conflitto silenzioso che si consuma in Siria nell’indifferenza globale da tre lunghissimi anni (ammesso che si possa stabilire la data dell’inizio ufficiale di una guerra civile).

Il video è tratto dal sito withsyria.com: anche io mi sono unito a questo movimento.

#withsyria

Un piccolo gesto

Per registrarsi ci vuole un secondo, una piccola azione, un gesto simbolico, un messaggio di pace da inviare ai potenti del Mondo.

Proviamoci, dopotutto anche il più grande degli oceani è composto da milioni di infinitesime gocce d’acqua.

In tutto il mondo, le persone stanno testimoniando ad ogni bambino, donna e uomo coinvolto nel conflitto che siamo con loro, che siamo #WithSyria. Diremo ai nostri leader: non lasciate che il popolo siriano perda un altro anno di spargimento di sangue e sofferenza.

 


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Gianluca Galletti, il Ministro dell’Ambiente favorevole al nucleare

Gianluca Galletti, il Ministro di Renzi

Giudico un Governo dall’attenzione che pone nei confronti dei temi legati all’ambiente perché tutelare il territorio impone – da parte dello Stato – controlli ed investimenti per il bene comune e – per il cittadino – educazione civica. In Italia, l’abbiamo sperimentato sulla nostra pelle: difendere l’ecosistema significa impegnarsi nella lotta contro la criminalità organizzata (per fermare tutti i tentacoli malati della piovra).

Dunque, aspettavo con curiosità la nomina del nuovo Ministro per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare indicato dal Premier Matteo Renzi.

Navigo sul sito del Governo: Home -> Governo -> Ministri e Ministeri -> Ministri e leggo: Gianluca Galletti.

Gianluca Galletti, il ministro dell'ambiente favorevole al nucleare

Favorevole al nucleare?

Non riesco a collegare questo nome con nessuna battaglia ecologica.
Cerco sul web, spero di beccare almeno una eco-dichiarazione del ministro del tipo: «sono contro la strage dei delfini nella baia di Taiji» ma nulla.

Anzi, sulla pagina di Wilipedia viene riportata una frase di un’intervista del 2010 nella quale «si dichiara favorevole alla localizzazione della produzione di energia nucleare in Emilia Romagna purché il sito sia considerato sicuro e conveniente».

Non proprio un bel biglietto da visita ma non demordo.

Il Curriculm

Gianluca Galletti, nel precedente Governo Letta ricopriva la carica di sottosegretario all’Istruzione e quindi il suo curriculm è on-line.

Laureato, commercialista, consigliere comunale, componente dell’Alta Commissione di Studio e via discorrendo: per carità, tutte cariche altolocate ma nessuna esperienza con un qualsiasi tema legato all’ambiente.

Ed io che, per questo dicastero, sognavo un’anima verde, un uomo di Greenpeace, un ecologista convinto, un amante della Natura, un eco-guerriero insomma … mi ritrovo con un preparatissimo burocrate.

Seguono dubbi e perplessità: con quale criterio vengono scelti i ministri?

In attesa di scoprire se il Ministro dell’Ambiente sia (almeno) socio WWF, gli consiglio una passerella nella martoriata Terra dei Fuochi.
Una promessa di bonifica in diretta televisiva fa sempre curriculum.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Il Potere (solitario)

La gioia dell successo

Sul vertice più alto della montagna, soffia un vento gelido che, come una lama, taglia il volto ed asciuga il sudore.
L’obiettivo fino a ieri irraggiungibile, dopo innumerevoli sforzi e sacrifici, è divenuto realtà: la vetta impossibile è conquistata.

Mille sofferenze per raggiungere la vetta

Lungo la salita, soffri ma stringi i denti.
Il percorso è impervio ma tu, deciso e determinato, sei pronto.
Consapevole, non ti fermi e centimetro dopo centimetro, domi il «mostro».

Il momento magico in cui calpesti la sommità, sognato per anni, è finalmente giunto.

La solitudine dell'uomo al potere

Il Potere e la Solitudine

Conquisti il Potere!

Sei il numero uno.
Hai lo scettro.
Decidi.
Comandi.
Imponi.
Disponi.

Consumata l’euforia del successo, ti guardi intorno e scopri di essere solo.

faCCebook è anche su Telegram: unisciti al canale!

La sete di potere

Eppure, all’inizio della scalata, il gruppo era numeroso, solidale e coeso.
Per superare le prime difficoltà comuni, si  instaura anche una spontanea amicizia.

Una squadra unita senza un leader, tu passi la borraccia al compagno che ti segue e ricevi frutta secca da chi ti precede.
Insieme per annientare gli ostacoli, uniti per vincere.

Ma il duro tragitto seleziona la comitiva, i migliori proseguono, i deboli rallentano, gli sconfitti si ritirano.

Lassù in cima si soffre di solitudine … chi ci arriva, però, non se ne accorge (subito).


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Governo Renzi, è pronta la lista dei (super)ministri

La squadra

Il nuovo Premier ha scelto, la lista dei Ministri è stilata ed i nuovi supereroi sono pronti a giurare fedeltà alla Repubblica.

Renzi si è esposto scegliendo in prima persona la sua squadra di Governo, non ha ascoltato i soliti consigli dei vecchi saggi e respinto le pressioni dei «poteri forti» che avrebbero voluto, nei ministeri chiave, uomini vicini ai loro (sporchi) interessi.
Stavolta si cambia radicalmente, niente «amici» ed «inciuci», i ruoli occupati in base alle competenze ed etica morale, figure inattaccabili e dal consenso unanime.

Le sorprese non mancano e sicuramente susciteranno polemiche e discussioni vista l’assenza dei politici di mestiere ma oramai è ufficiale.
A voi i nomi.

La squadra del Governo Renzi

Il nuovo Governo Renzi

– Ministro degli Esteri: Licia Colò («conosce il mondo come le sue tasche, almeno così dicono a Rai3»)
– Coesione Territoriale: Giuseppe Garibaldi («non è più tra noi? Lo so ma comunque è un ministero senza portafoglio»)
– Ministero dell’Interno: Bud Spencer e Terence Hill («uomini onesti ed integri, esempi per tutte la famiglie italiane»)
– Giustizia: Fabrizio Frizzi («volto noto e rassicurante, esperto in giurie televisive»)
– Difesa: A-Team («a volte le manieri forti sono necessarie»)
– Economia e Finanze: zio Paperone («il papero giusto per risparmiare e risanare finalmente il debito dello Stato»)
– Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare: i Barpapà (con delega alla Terra dei Fuochi per Carmine Schiavone «fantasia e chiarezza»)
– Trasporti ed Infrastrutture: Gerry Scotti («innegabile la sua esperienza nel campo delle energie»)
– Lavoro: Gastone («il cugino fortunato di Paperino, un esempio di ottimismo per i giovani disoccupati italiani»)
– Salute: nonna Papera («la vecchia bipede ha più di settant’anni ed è più arzilla di Paperina, il suo stile di vita sia la  nostra guida»)
– Istruzione: Richard “Richie” Cunningham («parla inglese, ama lo studio ed è un bravo ragazzo»)
– Turismo: Violetta («la star del momento per attirare i capitali stranieri»)


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Matteo Cocco e Enrico Drilli

Il coccodrillo, l’evoluzione della specie

E’ il più giovane coccodrillo della palude ed è affamato, è un predatore pericoloso, accecato dal potere avanza con lo sguardo basso e la coda minacciosa pronto ad azzannare chiunque incroci il suo sguardo.

La conservazione della specie impone la sopravvivenza del più forte, è la legge che vige dai tempi dell’Homo Habilis (il nonno dell’Homo erectus) e deve essere rispettata. 

L’evoluzione obbliga il sacrificio dell’essere debole, l’anello malato della catena è eliminato anche se è un essere della propria specie.

Questione di prospettive.

Isolato, ti estingui

Il coccodrillo abbandonato dal branco ora è solo.

Eppure, fino a ieri era il leader: riconosciuto da tutti come il salvatore della giungla, sostituiva il vecchio giaguaro incapace di garantire i giusti equilibri per l’intero ecosistema. 

Il suo potere è durato dieci mesi, tutte le energie spese per placare i malumori ed evitare sommosse.
Parole di cui il vorace branco si è presto stancato.

D’altronde le regole del gioco sono chiare ed i partecipanti le accettano senza ribellarsi, da sempre è così e l’ex leader è conscio: se sei solo, sei morto.

Non gli resta che scappare e lasciare il trono al giovane sostituto, il nuovo e feroce imperatore della palude promette la svolta.

Ma io – nonostante i «mostri» – credo nell’Amore e se penso a due coccodrilli immagino Cocco e Drilli.

coccoEdrilli

Enrico e Matteo, Ccoco e Drilli

Sono certo che, come i due personaggi della canzone dello Zecchino d’Oro, i due coccodrilli – oggi nemici – per ritrovare l’amore necessitano solo di affrontare un perfido cacciatore che minacci il regno, qualcuno pronto ad imprigionarli e a detronizzare l’Imperatore e l’intera corte.

Possiamo solo augurarci che, in caso di ritrovato feeling, consumino la loro storia in Marocco, proprio come Cocco e Drilli.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Convinzioni

Le antipatiche, solite dichiarazioni

La politica è accusata di essere distante dalla realtà.
Come i monarchi di un tempo, di fatto i nostri amati governanti non carpiscono le reali esigenze dei sudditi, anonimi individui da ascoltare solo in prossimità delle elezioni. Numeri, sondaggi, exit poll, preferenze, ballottaggio, voti, nomine, cariche, ministeri: il cerchio si chiude e ritorna la siderale lontananza tra il centro del potere ed il cittadino medio.

A comportamenti fastidiosi seguono inevitabilmente dichiarazioni antipatiche.

Prendiamo in esame l’ultima affermazione del Premier in trasferta negli Emirati Arabi: «La crisi è finita, tornate ad investire in Italia».

Il quesito di Letta e le sue convinzioni sulla crisi

Le domande di Mario Rossi

Il nostro buon Enrico Letta viaggia con gli autobus sempre in ritardo?
La mattina raggiunge Palazzo Chigi in metropolitana insieme ai pendolari depressi chiusi in carrozze come sardine?
E’ conscio di quanto costi un litro di latte?
Si pone lo stesso quesito esistenziale di tutti gli automobilisti? (perché al primo temporale in Arabia Saudita il prezzo della benzina schizza e poi impiega settimane per calare – se cala?)
E’ normale che l’RC auto costi più dell’auto?
Se nessuna azienda propone un contratto a tempo indeterminato e le banche non rilasciano mutui, un neoassunto potrà mai acquistare una casa?
Domani sono certo di non trovare il cartello “Chiuso” fuori il mio ufficio oppure la lettera di licenziamento nella cassetta postale?

Forse sono io il pessimista, devo ricordarmelo: «la crisi è finita».

Economia ferma: convinzioni o pessimismo?

Eppure, nell’ultimo periodo, i biglietti dei mezzi pubblici aumentano come anche i pedaggi autostradali, nessun mio conoscente ha comprato una macchina nuova (e nemmeno usata), in molti perdono il lavoro e tanti amici sono in cassa integrazione.

Nel mio quartiere, svariati negozi chiudono bottega e mio cugino da due mesi combatte per ottenere il sospirato prestito.
I prezzi degli immobili calano ma, almeno nelle mie cerchie, nessuno ha la possibilità di fare l’affare o comprare a buon prezzo.

Tutti sintomi di un’economia ferma.

Detto questo, oggi mi sento anche io un sognatore ed urlo al Lettore indignato: «calma ragazzo, non sempre ciò che appare è come sembra, se lo desideri ardentemente e ci credi, la crisi è finita».
Se poi non hai veramente un centesimo, che dirti?
Il problema è tuo.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Il cavalluccio rosso

«L’Italia ha bisogno di ripartire

In questo post raccolgo i primi annunci storici che mi sono balenati davanti gli occhi(ali), le stesse medesime dichiarazioni ripetute dai nostri uomini al potere da sempre.

Non ricordo l’età esatta quando – per la prima volta – ascoltai la profezia «Non possiamo più perdere tempo, l’Italia ha bisogno di ripartire».

«Il Sud è una risorsa»

Magari, in quel periodo, ad annunciare il presagio fu un volto nuovo pieno di belle speranze e noi, ingenui, ottimisti e speranzosi, lo credemmo.
Poi venne il momento del martoriato «Il Sud è una risorsa» a cui, nei secoli, non è mai seguita nessuna azione veramente coraggiosa.

L'anello di Mobius

Il cavalluccio rosso di Riccardo Pazzaglia

Le dichiarazioni ufficiali si ripetono ciclicamente, sempre uguali, mai risolte ma il tempo è galantuomo e svela i misfatti e le promesse (mancate).

Così, amici Lettori, vi invito a votare la dichiarazione «Cavalluccio Rosso», l’affermazione ripetuta da ogni nuovo Governo, l’annuncio clonato dal politico del giorno … proprio come la storia raccontata dal bravo Riccardo Pazzaglia nel divertente (ed amaro) film “Così parlò Bellavista“, con un lungimirante ed ironico Luciano De Crescenzo.

[socialpoll id=”2185558”]

 


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Si chiama SESSA, è la nuova tassa sulla Tosse

Dopo un lungo iter burocratico, la nuova tassa sulla tosse è legge.

Voluta fortemente dal Ministro del Lavoro («così i fannulloni ci penseranno due volte prima di assentarsi per malattia»), benedetta dal Dicastero della Salute («i cittadini finalmente rifletteranno sulla prevenzione») l’imposta entrerà in vigore da oggi e – probabilmente – scadrà la prossima primavera (ma fonti non ufficiali parlano di una proroga per l’inverno).

Le casse dello Stato sono in deficit ed è giusto che a contribuire sia soprattutto chi – vuoi per superficialità, vuoi per una debolezza naturale – si ammali per diventare egli stesso fonte di contagio. I dati sono sconfortanti: l’ISTAT stima in una perdita per l’INPS di quasi novecento euro al giorno per ogni abitante onesto influenzato (la cifra schizza a millecento se si tratta di un lavoratore in nero).

Prima di tossire, pensaci

Il Governo, difronte a questo sperpero, è corso ai doverosi ripari.

Con la SESSA (Salute E Soldi Senza Allergia) si prevede un introito immediato di circa cinque milioni di euro (il picco dell’influenza è tra dicembre e marzo) ed i ricavi saranno destinati per alleviare le difficili condizioni dei mafiosi condannati al carcere duro (il famigerato 41bis).

La tassa non sarà uguale in tutta Italia.

Difatti è passato un emendamento della Lega («da noi fa più freddo ed il virus è più aggressivo») per cui si pagherà di più al Sud e la cifra diminuirà verso il Nord.
I grillini, invece, hanno subito lanciato un referendum on-line per capire quanti degli iscritti al M5S usino il vaccino. Il PD si è spaccato: l’ala comunista difatti ha chiesto l’esenzione per gli allergici ma i filo governativi hanno respinto la mozione e dopo la minaccia di dimissioni del segretario si è giunto al compromesso che scontenta tutti: «esenti gli allergici da almeno trent’anni».
Forza Italia ed il Nuovo Centro Destra in una nota congiunta dichiarano soddisfatti: «la tassa non toccherà chi guadagna più di 40mila euro».

Sono pronti gli spot televisivi da trasmettere in prima serata a reti unificate (Mediaset e Sky comprese): «prima di tossire, pensaci».

Partito Italia

Renzi-Berlusconi, il Partito Italia è servito

La realtà supera la fantapolitica e l’incontro Renzi-Berlusconi scongela le barriere (ideologiche) e suscita meraviglia.
E’ l’inizio di un nuovo menù in salsa italica di ricette indigeste?
Moderni polpettoni e minestroni da proporre ai cittadini sempre più nauseati dalle solite pietanze scadute?
Gli inciuci piatto del giorno per i prossimi anni?

Nonostante le smentite ufficiali, le voci indignate di una parte del PD, le insistenze dell’ala ribelle del PDL, le dichiarazioni governative di Letta (zio e nipote) e le finte minacce di Alfano, un’unica e mastodontica verità – impensabile fino a qualche settima addietro – prende corpo: il PD ed il PDL si uniranno dando vita al Partito Italia.

Partito Italia: Renzi-Berluscono, l'inciucio è servito

PD+FI, tante possibili combinazioni

I contrasti sono nati non certo sui contenuti (c’è affinità su tutte le questioni nazionali) bensì sulla scelta del nome.

Difatti, per accontentare i pochi nostalgici, bisognava unire le sigle «PD» ed «FI» senza cancellare le identità dei due partiti.

Le proposte in campo erano molte, tutte vagliate con attenzione dal segretario e dal Cavaliere: «Forza Democratici», «Partito della Forza», «Forza Partito» e poi – finalmente! – il geniale «Partito Italia».

Il nome indica l’ideale pentolone nel quale appiattire tutte le idee, smorzare i contrasti e moderare le opinioni estreme.

Il piatto unico sarà presto servito sulle tavole tricolori già alle prossime elezioni.
Poi, però, nessuno si meravigli se gli italiani sceglieranno, ancora una volta, un salutare digiuno.


Restiamo in contatto: ricevi la newsletter

Il rimpasto? Chiedete a mia suocera

Cavolo, il cavolo!

Il solo odore mi provocava l’orticaria e difronte a quella visione fumante scappavo.

Difatti, fino al ventunesimo secolo, nessuno può affermare – a meno di non essere tacciato come uno spudorato mentitore – di aver visto in cucina contemporaneamente me e l’ortaggio più nutriente al mondo.

Anche mia mamma era rassegnata ed a mezzogiorno si imponeva una scelta dicotomica: io oppure il piatto di pasta e cavoli?

Il merito di mia suocera

Il tempo trascorre inesorabile e le posizioni giovanili, in genere rigide e prive di compromessi, si ammorbidiscono.

La mente diviene flessibile e ciò che in passato appariva un nemico, un bel giorno, si trasforma in un elemento positivo.

Il merito è di mia suocera, devo riconoscerlo.

Il rimpasto di mia suocera

Cavolo, l’amore ritrovato

Da sopraffina cuoca quale ella è, al pranzo di un giorno qualsiasi mi propose un succulento pasticcio ricoperto di formaggio.
Il profumo mi conquistò subito, l’aspetto invitava all’assaggio ed il magico mix di sapori, pasta e aromi soddisfò appieno le mie papille gustative.

Da quel momento amai il cavolo.

Il segreto di quella ricetta fu mischiare i sapori, evidenziare il buono e nascondere ciò che non affascina.
L’odiato cavolo era presente ma dietro una coperta di aromi, il timballo conteneva sempre gli stessi ingredienti ma combinati in modo che – dall’esterno – non era più possibile scindere il cavolo dal formaggio.

Rimpasto, la specialità italiana

«Come si chiama questa ricetta?» chiesi appagato a mia suocera  mentre col fazzoletto mi pulivo la bocca ancora piena dipasticcio.
«E’ un rimpasto di cavoli e formaggio ma se non ti piace il termine puoi anche chiamarlo gattò» replico la mamma di mia moglie.

Modificare nome senza alterare i contenuti per trasformare il vecchio in nuovo, scambiare l’ordine degli ingredienti conservando sempre gli stessi elementi: anche questa è una virtù tutta italiana.


Ti è piaciuto questo post? Ricevi la newsletter

Page 4 of 6

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén

Translate »