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Category: Politica (Page 6 of 6)

PD-PDL, la nuova guerra dei Roses «per il bene del Paese»

PD-PDL, sposati da vent’anni

Litigano da più di vent’anni ma continuano a restare insieme.
Lui è arrogante, lei è permalosa, impossibile trovare un punto comune.

Lui ama la libertà anarchica tipica di chi vive senza regole, lei è petulante, boriosa e autolesionista. 
Insieme sono capaci di distruggere qualunque cosa/persona incontrino sul loro tortuoso cammino, eppure convivono sotto lo stesso tetto.

Chi li conosce, ammette sconsolato: «sono il diavolo e l’acquasanta» e come tutti gli estremi si scontrano e si attraggono.

La diversità apparentemente palese è in realtà meno evidente di quanto appaia e dopo le urla pubbliche segue un’appassionata riappacificazione privata.

La guerra dei Roses (The War of the Roses, 1989)

Finti litigi, vere alleanze

La «guerra dei vent’anni» sfocia in lunghe e profonde crisi ma lui&lei trovano sempre un armistizio e «per il bene dei figli» evitano traumatiche separazioni.

La coabitazione forzata continua per interessi superiori e convenienza reciproca non certo per Amore.
D’altronde, gli adulti ragionevoli sono consci che a volte è necessario mettere da parte i sentimenti – o peggio ancora gli irrealizzabili ideali  – per necessità anche se sono convinti di poter vivere meglio l’uno senza l’altro, due entità egocentriche e fortemente individualiste che si sacrificano «in modo responsabile».

La separazione?
E’ un pensiero ricorrente ma è anche rischioso: nessuno vuole abbandonare la dimora ed i privilegi costruiti faticosamente nel tempo.

Va bene odiarsi ma con la sicurezza del tetto domestico.


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Carmine Schiavone ci ricorda che non siamo un paese normale

In Italia è in atto la guerra civile?

Come può una Nazione definirsi civile se intere zone del paese sono controllate dalla criminalità organizzata?
Un Governo non deve garantire a tutti i cittadini – dalla Val d’Aosta fino a Lampedusa – gli stessi diritti?
Perché subire le angherie di un mafioso (vedi pizzo) a Palermo è accettato e considerato (quasi) «inevitabile»?
Può essere considerata «normale» la guerra che ogni giorno si combatte in Italia tra i clan della mafia, camorra, ndrangheta e sacra corona unita?

Carmine Schiavone, il camorrista pentito

Le parole choc di Carmine Schiavone

Siamo un popolo assuefatto, abituati a leggere di morti ammazzati nei trafiletti della terza pagina dei giornali non percepiamo più la gravità della situazione.

Allora, vedere in faccia Carmine Schiavone, ascoltare le sue sconcertanti parole, capire (o cercare di farlo) le teorie folli e lucide di un camorrista pentito, è scioccante.

L’ex capo dei casalesi parla di «rifiuti tossici intombati tra Campania e Lazio», «politici affiliati al clan», «tre miliardi al mese per corrompere polizia, carabinieri, finanzieri e pagare gli stipendi», affermazioni farneticanti di un pazzo oppure una realtà oscura, paurosa, orribile, inquietante, terrificante, agghiacciante ma esistente?

Forse è più prudente non affrontare questi «mostri», sono troppo reali e pericolosi.
Meglio parlare di IMU, videomessaggi, servizi sociali e larghe intese.


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Sentenza Mediaset, i servizi sociali minacciano: «dateci il Presidente spazzino»

La pena del Cavaliere

Il senatore Silvio Berlusconi, rinchiuso nella fortezza di Arcore, medita sull’inquietante interrogativo che ogni italiano per bene oggi si pone: come espiare la condanna per la sentenza Mediaset?
(i delinquenti si darebbero alla fuga ma non è il caso del Cavaliere, è ovvio).

La reclusione è da escludere: la prigionia dell’ex Premier accenderebbe il riflettore mediatico sul dramma-carceri, una seccatura che meglio fingere non esistere.
D’altronde, lo staff marketing di Forza Italia sconsiglia gli arresti domiciliari: l’isolamento non gioverebbe all’immagine del leader.

Il silenzio, l’assenza di polemiche, l’impossibilità di sparare dichiarazioni senza senso e la privazioni della diretta tv, rischierebbero di far cadere nel dimenticatoio lo showman politico.

Non c’è altra possibilità: Sivlio Berlusconi sceglierà di essere affidato ai servizi sociali.
Ma quale ingrato compito utile per la collettività può svolgere un uomo sulla soglia degli ottant’anni?

La proposta del sottoscritto

Io un’idea ce l’ho e lo spunto emerse durante quella sporca estate napoletana del 2008.
L’allora Primo Ministro – sempre lui – per affrontare l’ennesima nauseabonda emergenza rifiuti, si trasformò nel Presidente spazzino.

Ve lo ricordate?
Scopa in mano, un sorridente ed ottimista Berlusconi raccoglie qualche cartaccia buttata sull’improvvisato set televisivo di piazza del Plebiscito invitando gli spettatori ad una corretta raccolta differenziata.

Sentenza Mediaset, i servizi sociali minacciano: «dateci il Presidente spazzino»

Dov’è il vero spazzino?

Nel mio quartiere lo spazzino è una figura mitologica, quando si materializza viene puntualmente assalito da cittadini indignati con le solite, inutili domande senza risposta.

La scena è sempre la stessa: un gruppo di persone accerchia il netturbino indifeso, una voce incavolata urla il primo quesito complesso quanto il mistero sull’esistenza di forme di vita extraterrestri: «paghiamo fior di quattrini per avere delle strade così sporche?».

Segue la domanda del secolo «perché non viene a spazzare i marciapiedi ogni santo giorno?»

Il povero uomo – un anziano operatore ecologico dal volto affranto – si scusa: «sono solo, gli altri colleghi sono in malattia e non c’è personale disponibile».

La pietà per l’onesto lavoratore placa gli animi, un grido di speranza si alza dal gruppo: «quando tornerà?». 
L’ingenuo netturbino ammette sconsolato: «non lo so, quando mi mandano …», si fa largo tra la folla e continua il suo onesto compito.

Se da metà settembre i servizi sociali di Napoli potranno contare su un nuovo addetto, affidate il Presidente-spazzino al nostro povero netturbino.
Un aiuto se lo merita.


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Processo Mediaset: AAA cercasi carcere per Berlusconi

Le conseguenze del processo Mediaset

La paura per una eventuale condanna a Silvio Berlusconi – imputato al processo Mediaset – pervade il mondo politico.
Tutti a chiedersi stupiti: «veramente il Cavaliere andrà in prigione?».
Bisogna essere previdenti, occorre guardare avanti e chiedersi austeri: quale penitenziario può ospitare l’ex Premier?

Le polemiche tra i direttori delle carceri già impazzano: avere tra i detenuti una star del calibro del Cavaliere può far saltare il già precario equilibrio presenti nelle patrie galere.

La sua sola presenza porterebbe alla ribalta il problema delle carceri sovraffollate, l’inferno segreto di chi vive tra le sbarre, l’impossibilità del recupero sociale del recluso, la tragedia dei suicidi … insomma, i «soliti» drammi ai quali nessuno fornisce risposte e soluzioni (a partire dalle Istituzioni, ovviamente).

La situazione delle carceri è insostenibile

Dal carcere di San Vittore fanno sapere: «al nostro concittadino vorremmo offrire il massimo confort ma le celle-suite sono già tutte occupate dai dirigenti della regione Lombardia, il Cavaliere vada altrove». 

La capitale non è da meno, voci ufficiali ribattono convinti; «approfittiamo dell’estate per i lavori di manutenzione della struttura di Regina Coeli. Al momento siamo chiusi ma riapriamo a settembre».  

Rispondono i matematici di Poggioreale: «da noi, in ogni cella, vivono dieci detenuti. Se ne cediamo una intera solo al Cavaliere come merita, gli altri nove dove li mettiamo?». 

Dalla casa circondariale di Palermo, il famigerato Ucciardone, replicano stizziti: «Cuffaro e gli ex politici della DC occupano già la metà dell’intero edificio. Se ci date pure Berlusconi e poi in futuro Dell’Utri, ci chiameranno Parlamento2 e non ci sta bene».

La soluzione giunge da Pozzuoli

La discussione attraversa l’intero stivale, si susseguono attacchi e provocazioni, il Ministro della Giustizia minaccia le dimissioni «se entro le prossime ore non si trova una soluzione da paese civile quale noi siamo» afferma inviperito.

Dalla generosa Pozzuoli giunge finalmente un’apertura: «la nostra Casa Circondariale sarà felice di ospitare l’illustre galeotto. Nei nostri archivi non mancano nomi celebri, Sophia Loren potrà confermare la bontà del programma di riabilitazione della nostra galera».

Sembra che il Cavaliere abbia già accettato l’invito giunto del carcere femminile napoletano.


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Casa Alfano

Va sempre tutto bene

La famiglia è allo sfascio ma lui finge, prima agli altri e poi a se stesso.
A forza di mentire si è convinto che tutto vada bene, nonostante la realtà racconti una storia diversa, anzi opposta.
Sua figlia è incinta, anche se minorenne; il grande Amore – dopo aver appreso la dolce notizia – si è liquefatto come neve al sole.
Il primogenito incrementa l’esercito dei milioni di giovani italiani che non studiano e non lavorano.
La moglie, infine, lo tradisce da anni con il maestro di tennis.

E lui?

Le verità nascoste

Non coglie la disperazione della piccola Cenerentola innamorata, inganna le speranze del disoccupato, mente sui finti progressi sportivi della dolce metà.

Il povero uomo è troppo occupato, deve convincere i parenti («la famiglia è unita»), i vicini pettegoli («andiamo d’accordo») ed i creditori esigenti («nessun problema economico e comunque siamo in ripresa»).

E’ entrato talmente nella parte da divenire il più ridicolo degli attori.
Recita perfino quando non è necessario; all’inizio si poteva pensare ad una “doppia personalità”, oggi si può affermare che la falsa natura ha sovrastato la vera identità di cui – oramai – non c’è più traccia.

Il triste finale giunge atteso, direi quasi scontato: i ladri entrano in casa mentre lui è al lavoro, rapiscono la moglie, la figlia gravida ed il figlio sfaccendato.

Sul divano lasciano le foto del maestro di tennis.
Imbrattano le mure casalinghe, svuotano l’appartamento e scappano via con la refurtiva: nessuno vede e sente nulla, sebbene un grosso furgone nero con i vetri fume’ e targa kazaka non passi certamente inosservato.

Il nostro eroe torna a casa e – come se nulla fosse accaduto – continua la sua vita con la solita normalità assuefatta, senza curarsi dell’assenza della famiglia e la casa svaligiata.

Poco dopo, quando giunge la Polizia a sirene spiegate, nonostante i tragici, palesi avvenimenti egli conserva la sua inappuntabile calma anche difronte allo scandalo e le accuse.
Accerchiato dai poliziotti, dichiara convinto: «non mi sono accorto di nulla».

Benvenuti in casa Alfano.

Casa Alfano

Legge elettorale, il dibattito tra la casalinga di Voghera ed il signor Rossi

Dibattiti tra gente comune

Il display sentenzia: «prossimo treno tra sei minuti».
In attesa della metropolitana, seduti sulla panchina, io, la casalinga di Voghera ed il signor Rossi, attendiamo impazienti.

«Ma voi avete capito il governo che sta combinando?» l’uomo qualunque rompe il ghiaccio con la domanda del momento.
«Ha tolto l’IMU?» risponde distratta la signora-prototipo mentre con lo sguardo controlla il cellulare per verificare l’improbabile presenza di una chiamata senza risposta (sappiamo tutti e tre che nella profondità della stazione, il telefonino non ha campo).

In fila alla posta, su un autobus pubblico, in viaggio in un treno di pendolari (scompartimento a quattro posti) … gli scenari cambiano ma il concetto è il medesimo: la saggezza popolare denuncia il malcontento verso la classe politica che governa la nostra bistrattata Italia.

Il deputato Giacchetti (PD) propone una nuova legge elettorale

La nuova legge elettorale

«L’IMU? No! Intendevo la legge elettorale. Avete visto che scandalo? Quel deputato del PD (Roberto Giachetti, ndr) ha proposto una legge molto semplice: eliminare l’attuale PORCELLUM per tornare a votare con la legge precedente, vi ricordate quando potevamo scegliere il candidato?» incalza l’uomo qualunque.
«Finalmente si sono decisi!» ribatte la casalinga di Voghera.
«Ma non avete capito? Alla fine la legge non è passata! Hanno votato tutti contro!!!» urla il signor Rossi sdegnato.

Perchè?

Il rumore della metropolitana copre la nostra innocente indignazione, il treno arriva e ci porta via insieme alla rabbia verso questi politici ipocriti.
«Mostri» ripeto a denti stretti mentre salgo sulla carrozza ed ingoio l’ennesima semplice domanda senza risposta: perché non è stata approvata la proposta di legge Giachetti?

Io, la casalinga di Voghera, il signor Rossi e la folla di pendolari incastrati nella carrozza come sardine in scatola, saremo pure gente “semplice” incapace di capire la complessa macchina istituzionale ma non meritiamo una spiegazione?
Perché non è possibile applicare una soluzione semplice ed immediata invece di attendere le famose riforme annunciate per i prossimi diciotto mesi?

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Link utili
– dal sito della Camera dei Deputati: proposta di legge Giacchetti
– sul blog di Beppe Grillo è pubblicato il post Il pdmenoelle ha una parola sola nel quale si evidenza l’esito della votazione: “415 voti contrari (tutto il PD tranne Giachetti, tutto il PDL, tutta la Lega, tutta Scelta Civica); 139 voti favorevoli (tutto M5S, tutta SEL, 1 del PD (Giachetti)”.
– dal blog ufficiale dello stesso Giacchetti: Primo: abbattere il Porcellum


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