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Io faccio la mia parte: vado al lavoro in bici

La medaglia del Comune di Napoli

La mia personale medaglia l’ho guadagnata seduto sul sellino della bici.
Da quasi un anno, pedalo per recarmi in ufficio.

Non sono un ciclista, beninteso.
Utilizzo la pedalata assistita per spostarmi in città.

Io faccio la mia parte: vado al lavoro in bici: la medaglia del Comune di Napoli

Al lavoro in bici, anche in inverno

Non pretendo pacche sulle spalle, ovvio.
Pedalare è una scelta personale e come tale è opinabile.

Però, giunto a novembre inoltrato ancora in sella e sempre più soddisfatto dei viaggi metropolitani sulle due ruote, oltre a condividere i consigli per sopravvivere e come evitare i pericoli celati ad ogni metro, premio la costanza del sottoscritto con una onificerenza (virtuale ma sentita).

Rubo ai dipendenti del PAN (il Palazzo delle Arti) la medaglia assegnata dal Comune di Napoli ai lavoratori che si recano al museo in bici e me l’affibbio al petto.

Un nuovo quadro nella mia casetta digitale.
Una medaglia della quale sono particolarmente orgoglioso 🙂

Faccio la mia parte: vado al lavoro in bici


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Monopoly o non monopoly?

Case ed alberghi, un lusso per pochi

Vivere con cinquanta euro (o dollari?) in tasca è impossibile.
Gli affitti delle case sono alle stelle (in quel vicolo stretto pretendono quattrocento euro!), fermarsi in albergo costa un occhio della testa.
Dopo mezz’ora dal primo incasso sono già a secco.

E se finissi in galera?

La Banca bussa alla porta: ipoteco le mie proprietà oppure rischio la galera.
Dopo lo choc, a ben riflettere, l’ipotesi prigione non è angosciante come appare.

Usufruisco del vitto e alloggio senza rischiare ulteriori spese.

Purtroppo la pausa dura comunque un tempo limitato e lo Stato – complice con le Banche! – mi infligge una cauzione per uscire dalle patrie galere.
Un prezzo che non posso sostenere.

Gli imprevisti e le probabilità

Salto il via e proseguo spedito.
Meglio evitare le stazioni, il pedaggio pure ha un prezzo.

Quando finalmente riscuoto un affitto e la ruota sembra girare a mio favore, una nuova tegola: l’imprevisto è dietro l’angolo.
Becco una multa per eccesso di velocità e torno al verde.

La probabilità diviene certezza quando vinco il secondo premio di un concorso di bellezza!
Riscuoto e riparto baldanzóso.

Monopoly, gioco di vita

Trascorrono gli anni, si susseguono le generazioni ma la regola base resta immutata: vince chi gestisce meglio il patrimonio (immobiliare ed economico).

Perché il segreto del successo è trovare il giusto equilibrio tra lo spendere e conservare, tra il coraggio di investire e l’eccessiva prudenza.

E nel Monopoly, senza un pizzico di fortuna, non vai da nessuna parte.
Proprio come nella vita.

Monopoly o non monopoly?


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Vesuvio, ritratto di giorno (e di notte)

Ritratto di giorno: ore 19,15

Alla luce del sole, il profilo è chiaro ed anche un bambino australiano capirebbe di chi si tratta.
I lineamenti sono ben noti ed il solito, meraviglioso volto immortalato da milioni di turisti incute un timore reverenziale a chi non è abituato a cotanta sfrontatezza.

La sua popolarità varca i confini nazionali e giunge spavalda in ogni angolo del globo. Un misto di paura e curiosità si cela dietro l’abituale domanda posta dallo straniero di turno: come potete convivere con un simile, affascinante e pericoloso «mostro»?

E’ il Vesuvio bellezza e tu non ci puoi fare nulla!
(parafrasando l’altrettanto leggendario Humphrey Bogart alias Ed Hutchinson)

Due foto del Vesuvio, una alle 19.15 l'altra alle 21.15

Ritratto di sera: ore 21.15

Le perplessità dei non-napoletani sono legittime: un raffreddore di «O Gigante» implicherebbe seri problemi.

Il Vesuvio, però, è al suo posto da quando è nato il mondo.
Siamo noi ad averlo circondato, aggredito, scalato ed invaso coprendolo di case fin sopra il cratere.

A ben pensare, il vero «mostro» non è il Vesuvio.

Due foto del Vesuvio, una alle 19.15 l'altra alle 21.15

 

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